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«Ehi, ragazzi, attaccatevi alla canoa!»

Un uomo con un cappello di paglia si avvicina col suo kajak e immerge la pagaia nell'acqua, per tenerlo fermo. I tre ragazzi si attaccano alle maniglie di corda. Finalmente possono riposarsi.

«Riuscite a restare attaccati?»

L'uomo si gira verso di loro. Ha occhi azzurrissimi e una barbetta bianca, spalle e braccia muscolose, pelle abbronzata e un po' secca. Il corpo è atletico, ma il viso rugoso rivela un'età prossima ai sessanta.

«Sì, grazie!»

«Ma che succede?», chiede Ernesto all'uomo della canoa.

«Si è alzato il mare all'improvviso. Ogni tanto capita, ma oggi ci sono correnti strane, tutte diverse. Conosco questo golfo come le mie tasche e non ho mai visto niente di simile».

«Vieni spesso da queste parti con la canoa?», gli chiede Gianni.

«Tutti i giorni! Di solito non c'è corrente e anche quando si alzano un po' le onde, è facile tornare verso riva, ma oggi si fa fatica. Provate a nuotare con i piedi, così andiamo più forte».

I tre ragazzi, con le mani strette alla corda, battono con forza i piedi nell'acqua, mentre l'uomo pagaia con vigore. La canoa si muove verso la spiaggia.

«Un ultimo sforzo, ragazzi!»

Mentre si avvicinano a riva, due uomini robusti con la canottiera rossa e il cappellino bianco vengono loro incontro, correndo tra le onde. Afferrano una maniglia di corda sulla punta del kajak e li trascinano, aiutandoli a raggiungere la sabbia.

«Grazie!»

«Di niente, comunque è meglio se non rientrate in acqua per un po'», consiglia loro uno dei ragazzi.

«Guarda, ce n'è un'altra!»

I due guardaspiaggia si allontanano, per aiutare altri bagnanti in difficoltà. Di fianco alla torretta dei bagnini sventola bandiera rossa.

«Ragazzi, ascoltate il consiglio del guardaspiaggia, rimanete fuori finché il mare non è calmo».

«Grazie, signore, ci ha salvati!»

Silvia gli abbraccia la schiena, mentre l'uomo sta piegando la canoa su un fianco, per farne uscire l'acqua. Lui si gira verso di lei.

«Di nulla, piccola».

«Grazie, davvero...», Gianni ed Ernesto si uniscono al ringraziamento di Silvia.

«Come vi chiamate?»

«Io Silvia, lui Gianni...»

«E io sono Ernesto».

«Piacere, Renzo».

«Guardate!»

I tre ragazzi si voltano verso il mare. A circa trecento metri dalla spiaggia, si è formato un vortice circolare, con onde alte una decina di metri. Intorno a quel vortice si diffondono rapide correnti in tutte le direzioni. Alcune imbarcazioni vengono trascinate nel cerchio e imprigionate all'interno della barriera di onde.

AVVISO AI BAGNANTI, USCITE DALL'ACQUA!

Una donna con la maglietta rossa invita tutti i bagnanti a tornare a riva, parlando dentro un megafono.

C'E' UNA TEMPESTA IMPROVVISA, AVVICINARSI AI MOSCONI DI SALVATAGGIO, PER FAVORE, AVVICINARSI AI MOSCONI DI SALVATAGGIO!

Un gruppo di barche dipinte di rosso recupera le persone rimaste in mare. Gli uomini, con la maglietta rossa e i pantaloncini bianchi, raggiungono i canotti, le canoe e i nuotatori in balia della corrente e gettano loro dei salvagenti, legati a delle corde. In pochi minuti, tutti i bagnanti sono salvi. Nel centro della tempesta ci sono invece diverse barche, intrappolate dal muro che si è formato con le onde.

Ernesto e il pirata Jonathan - Il cuore e la stellaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora