JASON (LV)

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-Ecco il mio piano! -gridò soddisfatto Leo.

Proprio nel momento in cui Jason si apprestava ad evocare i Venti, il figlio di Efesto gli si presentò davanti in groppa a Festus che cigolò, pronto ad affrontare Gea.

Adesso Jason si sentiva invincibile; sentiva una forza infinita dentro di sé, forse per quella scarica pazzesca di forza che Percy aveva emanato, forse per il briciolo di speranza che era nato in quegli ultimi attimi, forse per la rabbia nei confronti di Gea che aveva ucciso, attraverso le mani di Percy, la povera Annabeth.

I momenti che vennero dopo furono momenti terribili e allo stesso tempo carichi di energia. Lui, Piper e Leo combattevano Gea dall'esterno della bolla, Percy invece era l'unico che fronteggiava la Terra faccia a faccia.

Piper con la sua lingua ammaliatrice guidava e influenzava i movimenti di Gea. Leo e Festus come un'unica entità attaccavano con vampate di fuoco la Madre Terra, anche se era ricoperta d'acqua, e Percy e Jason univano le forze per annientare Gea.

Poi purtroppo sul fondo della bolla distesa e immobile c'era Annabeth che non dava segni di vita, quello fu il momento più brutto: Jason dovette rassegnarsi all'idea che la figlia di Atena non poteva più tornare indietro.

Fu un attimo di distrazione che gli stava costando la vita: se non fosse stato per Percy che aveva deviato il braccio della Terra, Jason sarebbe finito spappolato sul terreno.

-SVEGLIATI! -gli gridò Percy.

Il figlio di Giove si chiese come facesse Percy a restare così concentrato nonostante la sua ragazza fosse appena morta a causa delle sue mani. Dubitava che il vecchio Percy avesse affrontato la situazione in questo modo, e dubitava che questo Percy era al cento per cento se stesso: era sì dispiaciuto, ma non abbastanza, e ci doveva essere un perché.

-Vai Leo! -gridò Piper.

Gea fu colpita all'occhio destro da una palla di fuoco. "AAAH" gemette.

"E VABBENE!" il tono era pieno di rabbia "SE NON SARÀ LA TEMPESTA A DISTRUGGERE IL MONDO, LO SARÀ IL FUOCO!"

La Madre Terra si voltò verso Leo, aprì gli occhi che questa volta erano rosso fuoco. Leo un attimo dopo sembrò ipnotizzato dagli occhi infuocati della Dea.

-Io.. devo giurare.. -Leo era ansimante.

-Leo, no! Non la ascoltare, non la guardare negli occhi, girati! -La lingua ammaliatrice di Piper attirò l'attenzione di Leo che distolse lo sguardo.

-Missione fallita Gea! Arrenditi, è finita! -gridò Jason.

"MAIII!"

Gea crebbe di altri venti metri fino ad arriavare alle nuvole più alte ed emanò una forza tale da scaraventare i tre semidei verso il basso.

Jason perse l'equilibrio e Piper, seguita da Leo e Festus, precipitò giù verso il fianco della collina. Jason riuscì ad attutire la loro caduta con i Venti. -Restate qui, avete fatto un buon lavoro, ormai basta solo il colpo finale: io e Percy, la tempesta!

La bolla non era esplosa durante il funesto accrescimento di Gea, anzi si era ingrandita insieme alla crescita della Terra.

Jason era ancora fiducioso, ancora Gea era nelle grinfie sue e di Percy.

Continuarono a battagliare per quelle che a Jason sembrarono ore: onda di Percy, bufera di Jason, spruzzo di Percy, soffio di Jason.

"OH, NOO!" gridò frustrata la Dea.

-Percy! -Jason guardò Percy.

-Jason! -Percy guardò Jason.

Il figlio di Poseidone creò all'interno della bolla un vortice d'acqua indirizzata proprio verso Gea, mentre il figlio di Giove riunì tutti i Venti che rafforzarono il vortice.

Finale alternativo: Il sangue dell'OlimpoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora