Capitolo 21: Oltre il dolore

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Greta's pov

Sentivo di aver bisogno di un momento solo per me.

Dopo la conversazione con Dadda, dopo tutte le emozioni che si erano accavallate, avevo bisogno di respirare, di ascoltare il silenzio della notte.

Era come se quell'aria fresca potesse lavare via anche le ultime tracce di paura.

Mi avvolsi nel mio cappotto e uscii di casa.

Camminai per le strade semideserte, sentendo la luce della luna illuminare il mio percorso.

Ogni passo mi faceva sentire più leggera, più forte, come se stessi lasciando dietro di me quel passato tormentato.

Ma poi, quando mi trovai in un vicolo più buio e tranquillo, una voce che non avrei mai voluto riascoltare ruppe la calma.

-Greta-

Mi fermai di colpo, il cuore accelerò, e quando mi voltai lo vidi lì, appoggiato a un muro, le mani in tasca e quello sguardo freddo che conoscevo fin troppo bene.

Luca.

Per un istante, il panico mi paralizzò, come se fossi tornata a quella ragazza spaventata di un tempo.

Sentivo la voglia di scappare, ma sapevo che non potevo più lasciarlo dominare la mia vita.

Avevo promesso a me stessa che non avrei più ceduto alla sua manipolazione.

-Cosa vuoi, Luca?-riuscii a dire, cercando di mantenere la voce ferma, nonostante il battito martellante del cuore.

Lui fece un passo avanti, il suo sguardo si fece più oscuro.

-Sei stata brava a evitare i miei messaggi, Greta. Ma non pensare di potermi ignorare per sempre. Non sei fatta per stare con uno come Dadda. Lo sai, vero?-

Sentivo il disgusto crescere dentro di me, ma mantenni il mio sguardo fermo, senza indietreggiare.

-Non sono qui per parlare del mio rapporto con Dadda. Non sei più parte della mia vita, Luca. Te l'ho già detto, voglio che tu mi lasci in pace-

Quello che accadde dopo avvenne così velocemente che quasi non ebbi il tempo di rendermene conto.

Prima che potessi reagire, Luca si avvicinò ancora, afferrandomi per il braccio, stringendo con forza.

La sua stretta era un ricordo doloroso di tutte le volte che mi aveva fatto sentire debole e impotente.

Ma questa volta non ero sola, questa volta avevo qualcuno pronto a lottare per me.

-Lasciami andare!-cercai di liberarmi, la voce rotta dalla paura ma anche da una rabbia nuova, intensa, che mi pulsava nelle vene.

Fu in quel momento che sentii un rumore alle mie spalle e, quando mi voltai, vidi Dadda apparire, lo sguardo carico di una determinazione feroce.

Dadda's pov

Appena vidi Luca afferrare Greta, sentii un'ondata di rabbia attraversarmi come una scarica elettrica.

Era la scena che avevo temuto di rivedere da quando lei mi aveva raccontato di lui, ma non avrei mai permesso che la sua vita fosse ancora una volta contaminata da quell'ombra.

-Lasciala andare, Luca- dissi, la voce bassa ma ferma.

Ogni parola era carica di un'intensità che neanche lui poteva ignorare.

Luca si voltò lentamente, con un sorrisetto sprezzante. Non mollava la presa su Greta, come se volesse dimostrare di avere ancora il controllo.

-Ecco, guarda chi è arrivato a fare l'eroe- disse con tono sarcastico.

Non lasciarmi quiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora