Si incamminarono insieme, fianco a fianco, senza ulteriori parole, avanzando tra le rovine e i corpi dei nemici sconfitti. Ogni passo risuonava come un eco metallico sul selciato intriso di sangue e detriti, il fruscio delle vesti strappate era l'unico suono che rompeva il silenzio. Le fiamme si consumavano lentamente attorno a loro, gettando ombre danzanti sui muri devastati, mentre il cielo sopra Wano cominciava appena a tingersi delle prime luci dell'alba. La battaglia era finita, ma la guerra interna che entrambi portavano nel cuore sembrava tutt'altro che conclusa.
Quando raggiunsero il campo, le due ciurme, quella di Luffy e quella di Law, erano già lì, riunite in una sorta di tregua festosa. Le risate esplodevano fragorose, persino Law, solitamente imperturbabile, aveva un accenno di sorriso sulle labbra mentre parlava con il suo equipaggio. Era una scena quasi surreale, un contrasto stridente con la devastazione che li circondava. L'allegria dei compagni era contagiosa, ma Zoro e T/N sembravano muoversi in una dimensione parallela, dove ogni gesto, ogni sguardo, era carico di un significato che nessuno poteva comprendere.
Nonostante tutto, il clima era teso. Quando Zoro si avvicinò ai suoi compagni, si notò subito una scintilla di disagio. I giorni, o meglio, i mesi trascorsi lontani da T/N avevano scavato un solco nel cuore del combattente. Era diventato più cupo, più irascibile. Il suo carattere spigoloso si era fatto ancora più duro, come se ogni piccola mancanza, ogni parola detta o non detta dai suoi compagni fosse un'offesa personale. La sua rabbia, spesso inespressa, si riversava in ogni interazione, facendo sì che persino Sanji, solitamente sempre pronto a provocarlo, evitasse gli scontri. E quando accadeva, i litigi erano feroci, privi della solita vena scherzosa che aveva sempre caratterizzato il loro rapporto.
Sanji, per quanto odiato, aveva compreso la sofferenza silenziosa del compagno. La maschera da spaccone che indossava spesso non riusciva a nascondere del tutto il rispetto che nutriva per Zoro. Osservandolo ora, rigido e freddo, non poteva fare a meno di provare una vaga preoccupazione. "E dire che la testa dura soffre solo perché non è capace di dire quello che prova," pensava, mentre accendeva una sigaretta, soffocando il suo nervosismo in una nuvola di fumo.
Nami e Robin non erano da meno. La navigatrice, sensibile ai cambiamenti d'umore del gruppo, aveva iniziato a tenere le distanze da Zoro. Era esausta di vederlo trattare male anche il dolce Chopper, la cui gentilezza sembrava non avere più effetto su di lui. Era una ferita aperta che tutti cercavano di ignorare, ma che pulsava dolorosamente sotto la superficie.
Robin, da parte sua, lo osservava con i suoi occhi attenti e sagaci. Non commentava mai apertamente, ma il suo sguardo era spesso rivolto verso Zoro con una calma comprensiva, come se capisse più di quanto lasciasse intendere. Era una presenza discreta, ma il suo silenzio era eloquente. Capiva quanto fosse difficile per Zoro ammettere la propria vulnerabilità, ma sapeva anche che quella freddezza era solo un sintomo di un dolore molto più profondo.
Fu in quel momento che Law, con il suo solito modo diretto e privo di fronzoli, si avvicinò a Luffy. «Ti ho promesso che l'avrei riportata indietro, no?» disse, la voce impassibile mentre i suoi occhi si posavano brevemente su Zoro e T/N. Luffy, con il suo solito sorriso spensierato, annuì vigorosamente, ma anche lui, per quanto solare, percepiva il gelo tra i due spadaccini.
La tensione sembrava quasi tangibile, un filo sottile pronto a spezzarsi al minimo tocco. T/N non riusciva a ignorare il peso dello sguardo di Zoro su di lei, un miscuglio di emozioni che non riusciva a decifrare completamente. C'era imbarazzo, sì, ma anche qualcosa di più oscuro, più profondo, che rendeva la situazione carica di un'energia quasi pericolosa.
La festa continuava, ma loro erano come due estranei al margine di quel mondo. T/N si trovò a riflettere su quanto fosse cambiata in quei mesi trascorsi lontano. Era vero che stava meglio, che il viaggio con Law l'aveva aiutata a trovare una sorta di equilibrio, ma nulla di ciò che aveva ottenuto aveva scacciato il vuoto lasciato dall'assenza di Zoro. Ogni passo avanti sembrava portarla inevitabilmente a un vicolo cieco, a un punto in cui doveva affrontare il fatto che quella parte di sé, quella parte che aveva sempre cercato di negare, era irrimediabilmente legata a lui.
Le risate attorno a loro cominciarono a dissiparsi mentre l'alba si faceva strada. La battaglia era finita, ma l'atmosfera portava con sé una stanchezza che non era solo fisica. I pirati di entrambe le ciurme si preparavano per ciò che sarebbe venuto dopo: la riorganizzazione, il leccarsi le ferite, il decidere il prossimo passo. In quel trambusto, T/N e Zoro rimasero a una distanza costante, consapevoli che quel "discorso" rimandato non avrebbe potuto essere evitato ancora a lungo.
Quando finalmente la confusione cominciò a placarsi, trovandosi soli tra le ombre lunghe del mattino, Zoro ruppe di nuovo il silenzio, ma questa volta la sua voce non aveva più quella durezza inflessibile. «Perché non mi hai detto niente?» Il tono era basso, quasi un sussurro, ma carico di una ferita che il tempo non aveva lenito.
T/N lo fissò, le mani che stringevano inconsciamente le impugnature delle sue katane. Era una domanda che aveva temuto e atteso allo stesso tempo. «Perché non sapevo cosa dirti. Non sapevo nemmeno cosa dire a me stessa. E quando l'ho capito, era troppo tardi.»
Le sue parole rimasero sospese tra di loro, come una barriera invisibile che nessuno dei due sapeva come attraversare. C'era tanto che avrebbero dovuto spiegarsi, ma le parole sembravano sempre inadeguate, troppo deboli per catturare l'intensità di ciò che provavano. La frustrazione di Zoro era tangibile, il suo bisogno di risposte era evidente, ma altrettanto evidente era la sua incapacità di ammettere che, in fondo, l'unica cosa che desiderava era avere T/N accanto, senza complicazioni, senza rimpianti.
«Sai, mi sono chiesta tante volte se sarei stata meglio senza di te,» confessò T/N, il suo sguardo che si allontanava per fissare il panorama distrutto. «Ma ogni volta che lo facevo, mi rendevo conto che quella domanda era sbagliata. Non è questione di stare meglio o peggio. È solo questione di accettare che, per quanto ci sforziamo, ci sono legami che non possiamo spezzare.»
Zoro rimase in silenzio per un lungo momento, il suo volto una maschera impassibile che nascondeva il tumulto interno. Poi, con un sospiro rassegnato, abbassò lo sguardo. «Non so cosa siamo, né cosa dovremmo essere,» ammise con una sincerità che raramente concedeva a se stesso. «Ma so che non voglio perderti di nuovo.»
Quelle parole, semplici ma potenti, riuscirono finalmente a rompere la tensione che li aveva avvolti. Non c'era bisogno di ulteriori discorsi. Ciò che avevano vissuto, la separazione, il dolore, li aveva cambiati, ma non aveva distrutto ciò che erano l'uno per l'altra. Forse non avevano ancora tutte le risposte, ma per ora, quel passo verso la comprensione reciproca era sufficiente.
La battaglia di Wano si era conclusa, ma il loro viaggio era tutt'altro che terminato. Con un ultimo sguardo intenso, si allontanarono insieme verso la nave, pronti a tornare dai loro compagni. Le risate erano riprese, ma ora sembravano più genuine, meno cariche di quella tensione che le aveva soffocate
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Memories (ZoroxReader)
FanfictionQuando T/N si unisce alla ciurma di Cappello di Paglia, porta con sé un'aura enigmatica che subito attira l'attenzione di Zoro. Tra i due si instaura un rapporto intriso di tensione e sfida, alimentato da un reciproco rispetto per la forza e la dete...