4. Social Suicide

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La sera della festa, Georgia mi aiuta a scegliere un outfit. Mi ha supplicato indossare un vestito che è decisamente fuori dalla mia portata, ma alla fine optiamo per qualcosa di semplice ed elegante: un vestito nero che cade morbido sui fianchi, esaltando la mia figura senza essere troppo vistoso.

Mi trucca leggermente, con un tocco di mascara e un filo di eye-liner, senza esagerare.

Guardandomi allo specchio, quasi non mi riconosco.

Forse, penso, potrei davvero riuscire a divertirmi.

«Sei bellissima, Mimi,» mi dice la mia migliore amica, stringendomi le spalle. «Stasera ci divertiremo, te lo prometto.»

Arrivammo alla festa e subito mi sento sopraffatta dal rumore e dalla folla.

Georgia mi prende per mano e mi trascina all'interno, salutando alcuni suoi amici e conoscenti con entusiasmo.

Mi presenta a qualche persona, ma i nomi sfumano rapidamente nella confusione generale.

Mi trovo a sorridere e annuire, senza riuscire a memorizzare nessun volto.

Trovo un angolo tranquillo e mi siedo, osservando la scena. La gente balla, ride, si diverte. Cerco di rilassarmi, ma l'ansia mi stringe il petto.

Proprio quando penso di scappare, Georgia mi trova e mi porta un drink.

«Come va?» chiede, sorridendo incoraggiante.

«Abbastanza bene,» mento, sorseggiando il mio drink.

Forse, con un po' di fortuna, riuscirò a sopravvivere a questa sera senza troppi incidenti.

Lei sembra soddisfatta della mia risposta e mi lascia per andare a ballare con Dylan. Rimango nel mio angolo, osservando la festa da una distanza sicura. La musica è alta, la gente sembra divertirsi così facilmente, mentre io mi sento come se stessi affondando.

Proprio quando sto per alzarmi, per andare a dire ai miei amici che voglio andarmene, noto Mason tra la folla. E lì, circondato dai suoi amici. La sua presenza mi fa sentire ancora più disagio.

Ho capito che Mason sembra avere la vita che tutti vorrebbero, il tipo di persona che sembra avere tutto sotto controllo. Ma ogni volta che lo guardo, mi costringo ad abbassare lo sguardo, e il ricordo mi fa male.

Come se intuisce i miei pensieri, mi nota e decide di avvicinarsi. «Ehy, Madison,» dice con quel sorriso che tanto mi infastidisce. «Non mi aspettavo di vederti qui.»

«Neanch'io,» rispondo, cercando di mantenere la calma. «E comunque mi chiamo Millie.»

Si gratta il capo, con fare imbarazzato. «Oh, giusto.»

Già, quando hai a che fare con una marea di ragazze, può essere complicato ricordarsi tutti i nomi.

«Non volevo disturbarti, ma ti ho vista qui, e pensavo che avessi voluto un po' di compagnia.»

Lo guardo, cercando di capire le sue intenzioni.

La sua voce sembra sincera, senza alcun segno di malizia.

Mason è sempre stato gentile con tutti, ma c'è qualcosa in lui che non mi quadra.

«Non ho bisogno della tua compagnia, Mason,» sputo acida. «Puoi benissimo ritornare dai tuoi amici.»

Annuisce, ma prima di allontanarsi aggiunge: «Se hai bisogno di parlare, sono qui.» Poi si volta e scompare nella folla.

La serata passa più velocemente di quanto mi aspettassi.

Finalmente, ho preso coraggio, e mi sono decisa ad andare a ballare insieme a Dylan e a Georgia. La musica non era male, ma comunque molto differente rispetto a quella che ascolto io. C'era una specie di energia nell'aria, un Rythm che pulsava attraverso i corpi sudati che si muovevano al buio, illuminati solo da luci intermittenti colorate.

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⏰ Ultimo aggiornamento: 6 days ago ⏰

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