Capitolo 19 .Week

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continuo a leggere su Twitter quella frase.... "Aspettando lei qui" sembra quasi un urlo disperato, è come se urlasse di volermi al suo fianco, è come se tutto ciò che ho sempre voluto si realizzasse, ma se fosse un sogno? se nulla è reale?
Mi dirigo verso l'uscita confusa, continuo a chiedermi cosa è realmente successo.
Una coppia sta per aprire la porta di vetro di fronte a me che ci separa, appena la superano li fermo agitata, come se da un momento all'altro volessi esplodere.
"Sucusate, potete darmi un pizzicotto?" domando con occhi lucidi.
La coppia mi guarda scondertata, staranno pensando a che strana Psicopatica hanno davanti, abbozzano un falso sorriso e mi pizzicano il braccio con poca forza per evitare di farmi del male.
Apro gli occhi lentamente cercando di capire se è un sogno o meno, appena ingrano il meccanisco giusto realizzo che è tutto reale, un sorriso esplode sul mio viso e abbraccio i due ragazzi davanti a me urlando di continuo "Grazie,grazie, grazie".

Una settimana, solo una settimana è passata dalla sua partenza, non ci siamo più sentiti, nemmeno un chiamata, nemmeno un messaggio, ho smesso di tormentarmi o almeno è ciò che pensavo fino all'altro ieri quando ho iniziato ad aver un finto mal di testa per saltare l'università, è da 3 giorni che non esco di casa, passo il tempo nel letto o nella vasca idromassaggio, guardo ogni secondo il cellulare ma l'unica persona che mi scrive è Ian che mi chiede come sto.
"Alza il culo" esclama Ian sbattendo la porta della mia camera.
Lo guardo allibita mentre tira fuori alcuni dei miei vestiti e li butta sul letto dove ci sono io a poltrire, vorrei alzarmi e tirargli una testata ma non ho voglia di andar contro uno più alto e grosso di me.
Io: "MA che fai?"
Ian: "Parti! come hai detto tu qualche giorno fa c'è Nate che ti aspetta, vai a prendere ciò che vuoi, gli ho detto che ci siamo lasciati per telefono proprio ieri"
Io: "Ma io ero ironica coglione"
Ian: "No che non lo eri, se non ci provi non saprai mai se ti ama realmente" Risponde arrivando dritto al punto senza giri di parole, è proprio ciò che più apprezzo di lui: l'onestà.
Mi alzo in un colpo solo, tutta la forza recuperata in questi giorno mi rende scattante come una cavalletta.
Preparo una valigia veloce, qualche maglietta, Jeans, mutante e l'occorrente per qualche giorno, se dovesse andar male so che qualcuno qui mi aspetta.
Alex ci porta all'eroporto, poco prima di imbarcarmi Ian tira fuori un biglietto pronto, il regalo più bello che potesse farmi, lo abbraccio forte come se fosse un Addio e salgo su quel maledetto Aereo, "Mi mancherai" mimo voltandomi per l'ultima volta.
Ho Sempre avuto paura delle altezze, dei vuoti d'aria, sono una che ha viaggiato molto ma non ha mai superato la paura di volare e mai la supererò ma per Amore si fa questo è altro, non si può vivere e fermarsi sempre quando c'è un ostacolo.
14 ore dopo sono fuori dall'aeroporto di Sydney con la mia valigia, chiamo un taxi e dico l'indirizzo che mi ha dato Ian in precedenza.
Ammiro ogni lato di queste strade, è una città meravigliosa, le stelle riflettono sul mare mentre tutte le case illuminano ogni parte della città lasciando un leggero senso di pace in me.
"Ecco a lei, Arrivederci" dico scendendo porgendo i soldi contenente la mancia.
Faccio un respiro lunghissimo, quasi infinito, faccio passi lenti verso la porta di casa, è piccola ma graziosa, qui ci vive sua mamma, so quanto è difficile per lui stare lontano da lei per mesi e mesi.
Con mano tremante schiaccio il campanello, poco dopo la porta si apre.
Lui, in tutta la sua bellezza, la barba è più leggera del solito, la chiave al collo non manca mai, il suo viso è quasi stupito, mi soffermo a guardarlo con intensità, Indossa un maglioncino blu mai visto prima, non so cosa dire, se dovessi aprir bocca uscirebbero solo dei versi incomprensibili.

If we cease to believe in love, why would we want to live?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora