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People Watching, Conan Gray 

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恋の予感 KOI NO YOKAN

La sensazione e la latente consapevolezza che la persona incontrata in quell'esatto istante sarà la propria anima gemella. Un presentimento, ma al contempo la promessa di innamorarsi follemente.





16 gennaio 2025. Monte Carlo, Principato di Monaco

Charles lo sapeva. Sapeva perfettamente di non essere un genio quando si trattava di avere idee brillanti. E il fatto che ne fosse consapevole avrebbe dovuto essere abbastanza per frenarlo dall'avere continuamente idee all'apparenza geniali, giusto? E invece no. Invece doveva continuare ad illudersi di essere un genio e, peggio ancora, doveva poi sopportare i momenti catartici in cui le sue idee geniali si rivelavano essere le sue spine nel fianco personali. Dare una copia delle sue chiavi di casa al suo migliore amico, ad esempio. No. Quella non era stata una grande idea, tutt'altro. Doveva immaginarlo che prima o poi sarebbe diventato il suo peggior incubo.

Dare una copia delle chiavi di casa a Pierre era stata la peggiore delle idee che avesse mai avuto, specie se si ritrovava con un'emicrania da post sbronza a martellare ciò che era rimasto dei suoi neuroni. Sì, era stata decisamente la peggiore delle sue idee. Almeno... finora.

"Cazz... Pierre! Spegni quella fottuta luce" mugolò Charles, nascondendo la faccia contro il cuscino nel tentativo di soffocare. Pierre emise un verso contrito, strappandogli via il cuscino per poi colpirlo facendolo mugolare dolorante.

"Ahia!"

"Nel caso non te ne fossi accorto, non posso spegnere il sole, razza di calamar!" sbottò il francese, mettendo persino enfasi nel pronunciare quel nomignolo nella sua lingua materna. Charles strizzò appena gli occhi verdi, rendendosi conto che sì, il suo fastidiosissimo migliore amico non aveva tutti i torti, come sempre d'altronde; certo, non che Charles gli avrebbe mai dato la soddisfazione di ammetterlo. Pierre aveva ragione, non poteva spegnere la luce perché non c'era nessuna dannata luce ad illuminare la sua camera da letto, no. Solo il dannatissimo sole.

"Che ore sono?" sbadigliò, tirandosi a sedere sul letto e scuotendo appena il capo alla sensazione della stanza che sembrò girargli attorno.

"Le due del pomeriggio. Non rispondevi al telefono da ore, credevo che fossi morto – arricciò il naso Pierre – Beh... non che ci voglia molto con la faccia che ti ritrovi"

"Ti spiace non urlare?! Ho la testa in fiamme e poi... la mia faccia è meravigliosa e se schiattassi molta gente soffrirebbe una tale perdita e..."

"Ricordami perché sono il tuo migliore amico?" lo frenò Pierre, scuotendo il capo e uscendo dalla camera da letto.

"Perché mi adori" urlò, prima di imprecare da solo per aver alzato la voce e ignorando la risata da presa in giro del suo migliore amico che risuonò tra le pareti del corridoio. Charles sbuffò un sorriso buffo, portando una mano ad arruffarsi le ciocche castane sparate in più direzioni diverse, di sicuro si ritrovava un cespuglio in testa in quel momento. Con un altro sbadiglio provò a stiracchiarsi appena, prima di decidersi ad alzarsi dal letto e a strisciare fuori dalla stanza, un piccolo sospiro di sollievo che lo rilassò immediatamente quando avvertì l'odore persistente di caffè. E tanto bastò a fargli accelerare il passo per raggiungere la cucina. Pierre era di spalle, una t-shirt blu notte indosso, i capelli biondi perfettamente in ordine come al solito.

"Caffè?" sbadigliò Charles.

"Caffè" confermò il suo migliore amico, voltandosi e porgendogli una tazza fumante. I suoi occhi azzurri sembravano persino più azzurri a causa della luce del sole del primo pomeriggio. Charles aveva sempre trovato divertente poter paragonare Pierre ai principi azzurri delle fiabe, soprattutto quando si atteggiava come tale con la sua ragazza.

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⏰ Ultimo aggiornamento: 6 days ago ⏰

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