Capitolo 29 - Nuove speranze

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Quattro giorni dopo l'aggressione, Katherine lasciò finalmente l’ospedale. Camminava lentamente, il corpo ancora dolorante e la spalla fasciata, ma il fuoco nei suoi occhi non si era spento. La paura non aveva vinto. Samantha era ancora là fuori, e lei non avrebbe smesso di lottare fino a quando non l’avessero riportata a casa.
Ad aspettare fuori dall’ospedale c’erano Rose e Denis. La giovane la abbracciò delicatamente, con il viso rigato da lacrime di sollievo. Denis si limitò a un cenno, ma il suo sguardo parlava per lui: era felice di vederla in piedi, ma il peso della missione incombeva su di loro.
«Devo metterti subito al corrente», iniziò Denis mentre le apriva la portiera dell’auto. «Rose è andata al capannone senza avvisarci. Ha trovato questo.»
Tirò fuori il foglio di carta con le coordinate. Katherine lo prese, scrutandolo attentamente mentre Denis avviava l’auto. «Non c’era nient’altro?» chiese.
»Nulla», rispose Denis. «ll posto era abbandonato. Ma queste coordinate ci portano a un’altra zona isolata, una vecchia fabbrica chimica a nord della città.»

Katherine strinse le labbra, osservando Rose dallo specchietto retrovisore. «Hai rischiato troppo, Rose. Ma almeno hai trovato qualcosa. Questo potrebbe essere il nostro punto di svolta».

Denis continuò con il tono più grave. «Non stiamo più giocando. Dopo l’uccisione di Cole, ho chiesto aiuto al mio superiore. Ho messo insieme una squadra. Sono i migliori che abbiamo: addestrati e pronti per un’operazione di recupero. Hanno accettato di intervenire, ma dobbiamo agire in fretta. Il tempo non è dalla nostra parte».

Katherine annuì, consapevole della gravità della situazione. «Quando si muoveranno?»
«Domani sera», rispose Denis. «Stiamo studiando il piano. Sappiamo che questo luogo potrebbe essere una trappola, ma è l’unico indizio che abbiamo. Dobbiamo prepararci al peggio».

Il viaggio verso casa fu silenzioso. Katherine guardava fuori dal finestrino, la mente già proiettata all’azione imminente. Sapeva che la sua ferita la rendeva più vulnerabile, ma non aveva intenzione di tirarsi indietro. Samantha era più di una regista per lei. Era un’amica, una guida, e forse l’unico motivo per cui continuava a lottare.
Quando arrivarono, Rose la prese per mano. «Io verrò con voi», disse con voce ferma.

Katherine si girò verso di lei. «No. Non posso permetterlo. Se qualcosa andasse storto, tua madre non mi perdonerebbe mai.»

Rose la guardò, gli occhi pieni di lacrime, ma non replicò. Sapeva che Katherine aveva ragione.

Denis si avvicinò a Katherine prima di andarsene. «Preparati», disse. «Domani potrebbe essere il giorno in cui finisce tutto… o in cui tutto peggiora. Ma stavolta non sei sola».
Katherine annuì. «Non lo sono mai stata. Non con voi accanto.»

Quella notte, la villa di Katherine sembrava più fredda che mai. Nonostante le luci accese e il rumore della città lontana, la tensione era palpabile. Ma Katherine, seduta in soggiorno con il foglio delle coordinate in mano, non aveva paura.

Samantha era vicina. E, nel bene o nel male, il loro incubo sarebbe presto giunto a una conclusione.

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