Capitolo 3

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Il mattino è freddo e nebbioso quando esco di casa, stringendo il mantello attorno al corpo per proteggermi dalla brezza pungente. La nonna mi ha chiesto di andare al mercato per comprare delle spezie che le sono indispensabili per i suoi rimedi. Dopo la strana notte passata tra incubi e pensieri inquieti, sono quasi grata di avere un motivo per uscire di casa e distrarmi.

Mentre cammino, il ciondolo che porto al collo emana un calore costante, ma oggi sembra più intenso, quasi come se pulsasse di vita propria. Cerco di non farci troppo caso, concentrandomi invece sul selciato umido sotto i miei piedi, ma è difficile ignorare quella sensazione. È come se un piccolo cuore battesse contro la mia pelle, un richiamo sottile e inquietante che non posso spiegare.

Arrivata al mercato, mi immergo tra le bancarelle affollate. L'aria è satura di odori: spezie pungenti, pane appena sfornato, e il fumo di legna che brucia da qualche parte in lontananza. Nonostante il viavai delle persone, c'è un senso di tensione che sembra strisciare sotto la superficie, come un serpente in attesa di colpire.

Cerco la bancarella della vecchia Ersilia, dove so che troverò le spezie che mi servono. Ma prima di arrivarci, i miei occhi vengono attratti di nuovo dalla piattaforma che avevo visto il giorno prima. È ancora lì, più imponente che mai, e intorno ad essa si è radunata un'altra folla.

Il mio stomaco si stringe mentre mi avvicino. Non posso fare a meno di sentirmi attratta da quella scena, come se qualcosa di oscuro mi stesse tirando verso di essa. Quando arrivo a pochi passi dalla piazza, un uomo in una lunga tunica scura, l'inquisitore, si erge al centro della piattaforma, il suo volto nascosto da un cappuccio che lascia intravedere solo un paio di occhi gelidi.

«Per ordine dell'Ordine Sacro, questa donna è stata giudicata colpevole di stregoneria e di crimini contro la santità del nostro regno!» proclama, la sua voce risuonando forte e chiara sopra la folla. «Che serva da monito a tutti coloro che osano sfidare la volontà divina!»

Di fronte a lui, una donna con il volto pallido e i capelli scompigliati è costretta a inginocchiarsi. Il cappio pende sopra di lei, in attesa. Mi si blocca il respiro in gola. Tutto ciò che vorrei fare è distogliere lo sguardo, ma non ci riesco. È come se fossi intrappolata in un incubo da cui non posso fuggire.

Il ciondolo al mio collo diventa improvvisamente rovente, tanto che devo trattenere un gemito di dolore. Mi porto una mano al petto, cercando di capire cosa stia accadendo. È quasi come se il ciondolo stesse rispondendo alla disperazione e alla paura che permeano l'aria, come se si nutrisse di quelle emozioni oscure.

«Non dovrebbe essere qui...» sussurro tra me e me, ma nessuno mi sente. Tutti sono troppo concentrati sull'inquisitore, che inizia a leggere ad alta voce un altro articolo del decreto. Ogni parola è come un colpo di martello, che sigilla la sorte di quella povera donna.

Il tempo sembra rallentare mentre osservo il boia avvicinarsi alla donna, afferrarle il braccio e sistemare il cappio intorno al suo collo. La folla trattiene il respiro, in attesa del momento fatale. Io cerco di distogliere lo sguardo, ma è come se qualcosa mi tenesse inchiodata lì, obbligandomi a guardare.

Ed è proprio in quell'istante, proprio mentre il boia sta per togliere lo sgabello da sotto i piedi della donna, che sento una mano forte afferrarmi il braccio. Il contatto è improvviso, deciso. Prima che possa anche solo reagire, un'altra mano mi copre gli occhi, bloccandomi la vista.

Il mio corpo si irrigidisce, il cuore che martella contro le costole come un tamburo impazzito. Ma c'è qualcosa di strano in questo contatto: non è minaccioso. È quasi... protettivo.

«Non guardare,» mormora una voce bassa e profonda, vicina al mio orecchio. Riconosco quella voce. È lo stesso uomo che ho incontrato ieri, con quegli occhi tempestosi che sembravano potermi vedere dentro.

Queen of Chaos |SospesaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora