Il sonno non mi porta alcuna tregua.
Oscillando tra veglia e incubo, mi trovo in un luogo che non riconosco. Le ombre si contorcono intorno a me come serpenti, avvolgendosi nelle pieghe della mia mente. Ci sono creature oscure, dalle forme indefinibili, che si aggirano appena fuori dal mio campo visivo, i loro occhi rossi che brillano come braci nel buio.
Una città mi appare davanti, antica e maestosa, ma devastata. Le mura sono coperte di crepe, gli edifici ridotti a cumuli di macerie. Vedo fuoco che si propaga ovunque, divorando ogni cosa sul suo cammino, e sento urla di terrore che si fondono con il crepitio delle fiamme. È come se la città stessa stesse annegando in un mare di caos. Non so cosa stia accadendo, ma sento il terrore infiltrarsi dentro di me come un veleno.
Poi, tra il fumo e le ceneri, una figura appare. Alta, oscura, con occhi che brillano di una luce spettrale. C'è qualcosa di inquietantemente familiare in quella presenza. Mi fissa, e sento un gelo che mi paralizza, come se il suo sguardo potesse scrutare ogni angolo della mia anima.
Mi sveglio di colpo, con il cuore che martella nel petto e il respiro affannoso. La stanza è buia, ma posso distinguere le travi del soffitto e sentire il crepitio delle ultime braci nel camino. Sono a casa. È stato solo un sogno.
Ma il senso di angoscia non mi abbandona. È come se il confine tra incubo e realtà fosse diventato troppo sottile, troppo fragile. Mi passo una mano tra i capelli, cercando di calmarmi. Poi mi alzo dal letto, avvolgendomi in uno scialle per proteggermi dal freddo della notte. Devo prendere aria, cercare di schiarirmi le idee.
Mi avvicino alla finestra e la apro con un cigolio leggero. L'aria notturna è fredda e pungente, portando con sé l'odore del bosco vicino e del terreno umido. Inspiro profondamente, cercando di lasciare che il gelo spazzi via i residui dell'incubo.
Ma poi, tra l'oscurità, noto un movimento. Gli occhi mi si stringono mentre cerco di mettere a fuoco. C'è qualcuno appoggiato al muretto che circonda la nostra casa. È un uomo, con i capelli scuri che cadono disordinatamente sulla fronte e un'aria che trasuda pericolo e mistero.
Il mio cuore salta un battito. È lui. L'uomo con cui mi sono scontrata in piazza.
Non riesco a distogliere lo sguardo, mentre un brivido mi percorre la schiena. Lui è lì, immobile, come se stesse aspettando qualcosa... o qualcuno. Il suo volto è nascosto nell'ombra, ma sento chiaramente i suoi occhi su di me, anche da questa distanza.
Il ciondolo al mio collo comincia a pulsare di nuovo, una sensazione familiare ma non meno inquietante. È come se il gioiello stesse rispondendo alla presenza di quell'uomo, emettendo un lieve calore contro la mia pelle.
Cerco di calmare il respiro e stringo le dita attorno al ciondolo. Chi è questo uomo? Perché continua a comparire nella mia vita? E cosa vuole da me?
Non riesco a resistere. Devo capire chi sia. Mi giro rapidamente, afferrando il mantello e infilandolo sopra la mia camicia da notte. Scendo le scale di casa in punta di piedi, cercando di non svegliare mia nonna. La porta cigola leggermente mentre la apro, e il freddo della notte mi avvolge appena metto piede fuori.
Mi guardo intorno, cercando quella figura misteriosa. Ma... non c'è nessuno.
Il muretto è vuoto, la strada silenziosa e deserta. L'uomo è svanito come un'ombra al primo accenno di luce. Mi avvicino al punto dove l'ho visto, ma non c'è traccia di lui, neanche un'impronta nel terreno umido. È come se non fosse mai stato lì.
Il ciondolo al mio collo continua a pulsare, quasi impercettibilmente. Mi sfiora la mente il pensiero che tutto ciò possa essere legato al potere che sembra risvegliarsi dentro di me. Ma non ho risposte, solo domande che si accumulano come nuvole nere in un cielo già minaccioso.

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Queen of Chaos |Sospesa
FantasyAlthea, una giovane curatrice che vive con la nonna, trova un misterioso ciondolo al mercato che incanala il caos, un antico artefatto appartenuto alla sua famiglia e perduto durante una guerra di potere. Questo oggetto attira l'attenzione di un mov...