Moon Pov'sMi sono sempre piaciuti i programmi da bambina, poi ho capito una cosa:
più passi il tempo a programmare, più è probabile che quel programma fallisca.E così ho smesso, e l'unica cosa in cui credo è il "processo":
le cose accadono per qualcosa che è superiore a noi. Io lo chiamo il Lettore,
anche se sarebbe più corretto chiamarlo Scrittore."Perché sei qui?" mi chiede con quegli occhi marrone scuro che sembrano leggermi come un libro aperto, come se sapesse già la risposta a quella domanda.
"La palestra è di dominio pubblico in questa scuola. Non è solo tua... capitano."
Jack mi guarda e fa uno sbuffo."Capitano?" chiede, come se non sapesse di cosa sto parlando, come se avessi farneticato su una fantasia assurda. Ma sappiamo entrambi di cosa sto parlando.
La media di Marcus è scesa per via delle assenze e, di conseguenza, c'è un posto vacante come capitano.
"Mi stai dicendo che non vuoi provarci?" chiedo, cercando il suo sguardo che sembra sottrarsi distogliendo da me quegli occhi penetranti.
"Pensavo di no." Ammette, eppure nella sua voce leggo quella nota, quella nota che ormai conosco come le mie tasche: vuole essere convinto.
"Che peccato..." mormoro con aria vaga, alzando gli occhi, e subito entra nella mia trappola.
"Perché?" Ed eccolo, il pover'uomo, un pover'uomo trascinato dalla sua disgrazia: la curiosità.
Un pover'uomo che, a quanto pare, non sa chi ha davanti.
"Beh, sai... speravo fossi bravo a giocare, ma se hai così tanta paura, magari non sei all'altezza di Marcus..."
dico, e subito ho la reazione che desideravo: si irrigidisce, serra i pugni e torna a guardarmi."Mi stai sfidando?" chiede, e a stento trattengo quel ghigno. C'è cascato.
"Stavo solo esprimendo i fatti." dico con tono provocatorio.
"Non provocarmi." risponde con tono freddo, tagliente. Ma ormai sono immune a quelle lame.
"Altrimenti?" Lo guardo con aria di sfida e nei suoi occhi si accende una scintilla, una scintilla di peccato, perché sappiamo entrambi a cosa sta pensando.
"Ho tanti modi per farti capire quali sono le conseguenze se mi provochi."
"Giocare con il fuoco non mi preoccupa." Ribatto mentre lo guardo, senza distogliere lo sguardo neanche per un secondo, perché se crede di potermi intimorire così, non mi conosce affatto.
"Allora ci vediamo alla partita. Sto facendo aspettare Kessie."
Mi giro, senza ascoltare le sue repliche, mentre vado verso Kessie."Sai che giorno è oggi?!"
chiedo entusiasta, mettendo da parte il vassoio.Abbiamo fatto in tempo a trovare un tavolo alla mensa e a prendere il cibo prima che si riempisse di persone, e questo, se stai con Kessie, è un bene.
"Lunedì?" chiede con sarcasmo, anche se sa che non sto parlando dei giorni della settimana.
"Oggi esce il programma delle feste della confraternita!"
Quasi lo urlo, tanto la cosa mi emoziona."E questo perché ci interessa?" mi chiede scettica.
"Kessie, per un secondo non fare la Kessie."
Dico con tono più serio, mentre metto le mani sul tavolo con fare teatrale."Stiamo parlando delle 5 feste più grandi di tutto l'anno!" dico.
"Ok, ok, calma..." mormora. Di certo non è entusiasta quanto me, ma ci sono abituata. Non è una fanatica delle feste.
"Hey, ragazze! Posso sedermi con voi?" ci chiede Summer.
"Certo!" dico sorridendo. Mi sta simpatica, ha un'energia da persona buona.
"Di che stavate parlando?" chiede, mentre poggia il vassoio e si siede accanto a Kessie.
"Del calendario delle feste."
"Quale calendario?" chiede confusa.
"Quello delle feste delle confraternite." rispondo.
"Quali feste?" chiede di nuovo, ancora più confusa, e io e Kessie la guardiamo stupite.
"Non sai che cos'è?"
Summer guarda prima Kessie e poi me.
"Ehm, no..."
"COSA?!" Quasi mi cade la mascella sul tavolo, mentre mi alzo mettendo le mani sul tavolo. A volte penso che mi dovrebbero dare l'Oscar per la scena più drammatica.
"Oh no..." mormora Kessie, sapendo che discorso sto per fare.
"ALLORA," dico risedendomi sulla sedia, "noi qui abbiamo 4 confraternite principali..."
"Noi le chiamiamo le casate." continuo.
"Come in Harry Potter?" chiede.
"Summer, noi andremo moooolto d'accordo." Lei sorride.
"Quindi, proprio come in Harry Potter, c'è:
• Corvonero; cioè i "vip": sono dei ricconi, figli di papà, che dormono nella zona più ricca del college. Non importa che indirizzo fai: se hai abbastanza soldi, sei nei Foxler.
• Tassorosso; cioè i ragazzi che si prendono cura della serra nel giardino della scuola. Loro hanno l'aula più a ovest. Se ami la terra al punto giusto, allora sei nei Peony.""E i "Grifondoro" e "Serpeverde"?"
chiede Summer curiosa."Loro hanno in comune con Harry Potter solo i colori... e la rivalità."
Mi guarda ancora più curiosa.
"Serpeverde; sono i nostri giocatori di football americano. Con loro gli unici requisiti sono: amare le feste, giocare a football e, più importante, odiare i Wind Dragon. Loro alloggiano nella sezione nord: sono i Fire Dragon."
"E infine i nostri "Grifondoro".
Loro alloggiano nell'ala più a sud e qui i requisiti sono: amare le feste, avere una media alta, giocare a basket e odiare i Fire Dragon. Se hai questi requisiti, sei nei Wind Dragon." Spiego a Summer, che sembra molto presa dal discorso."E questo che c'entra con le feste?"
chiede confusa."Praticamente ogni settimana una casata dà una festa in questo ordine:
prima i Foxler, poi i Peony, i Wind Dragon e infine i Fire Dragon.
Dopo queste feste c'è l'ultima, dove si sceglie il vincitore. I Fire Dragon e i Wind Dragon si contestano la vittoria da anni!""E quando iniziano queste feste?" chiede Summer.
Prendo il telefono scrivendo. Kessie si gira verso Summer prima di parlare.
"Non ha importanza, perché tanto quelle feste sono per chi fa parte delle confraternite."
Dice con tono severo, prima di girarsi verso di me."E noi non ne facciamo parte!"
"...In realtà io credo di farne parte..."
mormora Summer."Aspetta, cosa?! Quale??!!"
Quasi lo urlo mentre riposo il telefono."Ecco, mia sorella è la capocasata dei Foxler..."
"TUA SORELLA È ADDISON STAFFORD?!"
Diciamo all'unisono io e Kessie scioccate.
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Don't Leave Me Again
Romansa"non credo nel "felice e contenti" a mala pena credo nel vero amore ma è mentre lo guardo ngli occhi che spero che non mi abbandoni di nuovo" Moon Black è una ragazza forte con piccole debolezze. Odia il suo nome, ma non sa ancora il suo significato...