Notte fonda, New Orleans buia e illuminata solo dalle luci soffuse e calde dei club Jazz nella strada con un silenzio tombale, interrotto solo dal rumore dei passi sui ciottoli presenti sulla strada e delle cicale che si presentavano sempre all'inizio di luglio.
...Niente di meglio di una notte calma e tranquilla in cui dare inizio ad una tragedia...
Ah si, niente di meglio, la tranquillità era colei che se fosse stata un corpo vivente l'avrei identificata con mia madre, che deliziosa donna l'unica donna per cui avevo provato dei veri sentimenti... o almeno dopo Charlotte. Mi toccai le labbra pensando a che tipo di tortura le avevo sottoposte poco prima, quel bacio, come una rosa che si poggiava sul grigio della mia esistenza. Ci avrei scommesso qualsiasi cosa che al mio ritorno a prima mattina si sarebbe catapultata tra le mie braccia preoccupata per quali sorta di rumori aveva sentito durante la notte. A pensarci però non aveva tutti torti, si era svegliata per quel maledetto contatto che avevo avuto con lei, è come se non bastate come uno stupido ero uscito dalla porta sbattendola. Avrebbe pensato sicuramente che mi ero intrufolato in camera sua, ma alla fine non era un problema, avevo sempre la risposta pronta.
"Buona sera amico!" Dissi rivolgendomi al barman.
"Ah sì siamo....tu, brutto pezzo di merd-"
"Oh ma guarda chi si vede Husker...mio buon vecchio amico come te la passi in questo posto mh? Sembra una serata piuttosto bella no?"
"Ma perché non vai a sfracassare i coglioni a qualcun'altro?" il buon vecchio Husk era come sempre, una bottiglia in mano o un bicchiere che puliva e lucidava ripetutamente, qualche imprecazione e subito sentivi la normalità nell'aria "Il solito..." mi sedetti sullo sgabello del bancone e ordinai il solito, ormai Husk sapeva che in quelle sere preferivo svagarmi un po' prima di iniziare ciò che avevo da fare, un dito di whisky e sentire la dolce e lenta musica jazz come sottofondo nell'ambiente circostante "Che sei venuto a fare qui?" "...oh ma mio caro questi non sono affari tuoi" girai solo leggermente il collo per rivolgergli parola ma fu subito evidente come suscitai la sua rabbia.
"Senti brutto e pomposo egoista lo so che cosa stai per fare e lo sai anche tu...mi dici perché devi farlo proprio qui mentre mi rompi il caz-" mi prese per una spalla con tutta la forza che aveva in corpo probabilmente, la mia espressione non cambiò di una virgola; mi limitai a sgranare leggermente gli occhi. Era così maledettamente vicino che riuscì a vederlo in tutta la sua frustrazione: gli occhi chiari e ambrati, i capelli scombinati e neri portati all'indietro con qualche ciocca bianca piuttosto evidente. Non aveva barba solo qualche filo tagliato male il resto della faccia la occupavano le basette lunghe "Ti consiglio vivamente di non andare oltre a quello che stai facendo Husker...potresti avere dei problemi in futuro...e poi ti ricordo che ormai ci sei dentro con tutte scarpe" "Come te?" Alzò leggermente il sopracciglio sempre nella sesta posizione "No. Sei con me mio caro che è diverso" si fermò per un attimo con una faccia persa e sbuffandomi in faccia mentre mi spinse lontano da lui.
"Non vorrei proprio sapere che diamine di problemi hai"
"Ma bravo Haskuccio hai imparato a stare al tuo posto, coraggio micione non sforzare il testone~" glielo dissi con un tono cantileno mentre gli strofinavo il capo come se fosse un animaletto "Ahrg ma vaffanculo..." passò più o meno una decina di minuti prima che risentissi le orecchie fischiare per la voce insopportabile di Husk che mi chiamava "...Hey capo" alzai gli occhi al cielo voglioso di scagliargli addosso il coltello che avevo nella tasca interna del gilè "Cosa c'è Hus-" "È arrivato il tipo"
Gli misi una mano sulla bocca per chiudergli quella fogna di bocca che avrebbe detto ad una piazza libera (anche senza accorgersi)ciò per cui ero condannato alla dannazione. Quella voce così fastidiosa e poco professionale, lo detestavo più di quanto lui odiasse me. Mi alzai dallo sgabello intento a sedermi ad un tavolo vicino all'uomo bersaglio...Jakson. Quel momento fu quello in cui il predatore osservò bene la preda: i suoi modi descrivevano più di qualsiasi altra cosa come ragionava, come affrontava la vita e le sue svariate esperienze, persino se si fosse trovato davanti all'assassino più ricercato di New Orleans che sta per mettere un punto alla sua patetica vita.
...Ironico, davvero ironico Alastor...
La testa stava già pianificando ciò che avrei potuto fare col suo corpo dopo, magari l'avrei potuto mangiare il giorno dopo a cena con Charlie, non avrebbe trovato differenze dall'odore con la carne di cervo. Troppo simile. Questo piccolo teatrino andò avanti per poco più di due ore, dopo tutto l'attesa non era così angosciante, sentire la musica nelle orecchie mentre pesavo al godimento che avrei provato infilando la mia lama nella carne di quell'uomo era molto piacevole.
Jackson uscì dal club così lasciai il bicchiere di whisky sul tavolo e uscii a passo lento come dal club come lui. Lo seguii per tutto il tragitto inducendolo ad addentrarsi nel bosco dove solitamente erano presenti una marea di bellissimi cervi. Era questa la mia tecnica...indurli ad andare da soli dove nessuno li può sentire, con il loro inconscio più lucido che mai, o forse no? Non disse niente e non girò il capo per tutto il tragitto, fino a quando arrivammo ad un punto, il punto migliore. Si girò completamente e saltò su se stesso come se avesse visto Nostro Signor Gesù Cristo in persona "Lo sapevo che mi stava seguendo qualcuno, avevo ragione!" Rimasi in posizione retta mentre piegavo la testa e alzando un sopracciglio "Ma che bravo ascoltatore! Si vede che sei bravo ai dettagli"
"Che vorresti dire?"
"Ma niente, solo che sei bravo a capire e rispettare i particolari...soprattutto quando devi eseguire i tuoi loschi piani"
"C-cosa?!"
"Illudere e ingannare le speranze di qualcuno solo per poi sfruttarli e usarli come oggetti...allora mi faccio una domanda..."
Rimase lì a fissarmi con le iridi sbiadite e le pupille contratte, tremava, sapeva che con ciò che sapevo avrei potuto rendere la sua vita un putiferio. "Cha cosa vuoi?! Vuoi dirlo a tutti? Non puoi farl-" "Oh no no no mio caro al contrario, non dovrai sopportare una tale situazione...dovrai solo sopportare un lento e sano dolore" allargai le braccia per poi uscire dalla tasca interna del gilè il manico dell'arma del delitto. Il luccichio della lama contro il chiaro di luna creò una luce che fece sgranare gli occhi a quell'uomo vile e patetico "Cosa...No! Cosa vuoi fare eh?....Aspetta...ti prego cosa vuoi da me, soldi? Te li darò! Ma ti prego non farmi le male e non dirlo a nessuno..." come poteva essere così stupido da non capire che stavo per infilargli nel petto quella stessa lama?"Hahahahahahahaha...oh immagino che alcuni individui così stupidi siano un peso per questa città.."
"Cosa?"
"Per fortuna non lo sarai per i nostri stomaci" mi avvicinai sempre di velocemente con la lama nella mano destra
"TI PREGO!"
"PERCHÉ SARAI PERFETTO COME PIATTO PRINCIPALE PER LA NOSTRA CENA!" alzai la lama sopra di lui
"TU SEI IL KIL-.........."
Buio e silenzio totale mi circondò dopo le ultime parole di Jakson, l'unica cosa che nell'aria era udibile oltre alle cicale erano gli affondi che eseguivo ripetutamente nel corpo morto davanti a me. Taglio dopo taglio, il coltello che schizzava sangue sui miei vestiti colorandoli di rosso fino alla scarpe. Mi alzai in piedi, pulii in coltello sulla camicia ormai fradicia. Passai dalla strada più breve per arrivare a casa. Charlotte dormiva, si era posta nella sesta posizione in cui l'avevo baciata.
...La bellezza fatta persona...
Entrai in camera mia lasciandomi cadere sul letto sporcandolo di rosso.
"Una serata parecchio movimentata...giusto mamma?"Spazio scrittrice:
Devo parlare? Io penso di no, questo capitolo è stato un parto in tutti i sensi mi tremano addirittura le mani. Lascio a voi il resto...🫣
Diletta
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Diecimila battiti [ Charlie x Alastor ]
RomanceForse la coppia su cui ho deciso di scrivere questa storia non è tra le più in voga del momento......ma se Charlotte Magne lasciasse la sua città Natale e si trasferisse a New Orleans incontrando un conduttore radio che la ospita a casa sua? Questo...