Heartbeat Race

Il “Nashville Speedway” era gremito di gente, come ogni domenica di gara Nascar, per l’ultima corsa di quel giugno parecchio caldo, forse insolito per il Tennessee. Pioveva però, il meteo aveva risparmiato le qualifiche ma non il giorno della gara. Louis essendo inglese, non era minimamente preoccupato, nonostante non amasse particolarmente correre con la pioggia.

Si trovava a fare flessioni nel suo motorhome, lo aiutava a concentrarsi “ventisei, ventisette e ventotto!” Si alzò poi scattante in piedi. Si fece una doccia e si iniziò a vestire con la tuta pronto per scendere in pista.

Quando uscì, venne subito assalito dai fotografi e dai giornalisti. Dopotutto era il campione in carica ed era sempre più vicino a vincere il suo ennesimo titolo mondiale. Arrivare ad avere già novecento trentadue punti a diciannove gare compiute non era da tutti. Ma d’altronde era un prodigio, fin dal suo esordio sette anni prima a ventisei anni, vincendo subito il campionato e diventando quindi il primo della storia Nascar a vincere un mondiale da esordiente e ad essere l’unico non americano in gara.

Tutti si aspettavano tanto da lui e per questo, il suo unico obbiettivo era vincere le gare ed essere l’idolo di migliaia di persone “allora Louis vincerai anche oggi?” chiese una giornalista “beh non sono domande da fare ovvio che vincerò!” rispose saccente “tutta questa sicurezza non ti porterà sfortuna?” chiese qualcun altro “sono il migliore di tutti, ammettere di vincere la gara è essere sinceri!” alzò gli occhi al cielo “che mi dici di Taylor? È il tuo rivale e quest’anno più del solito è il secondo in classifica a pochi punti, non hai paura di lui?” Louis sorrise “a Pérez interessa solo scoparsi il mio ex. È bravo ma non sarà mai come me. È troppo mondano. Ora scusatemi ma devo andare in pista!” li lasciò tutti a bocca aperta.

Arrivò al suo box dove c’era quello che rimaneva della sua squadra. Louis ne aveva licenziati alcuni, ed altri se ne erano andati. Era sì un campione, ma a relazioni umane non spiccava, in più cercava sempre di aver ragione anche su cose che non lo riguardavano, almeno in primis “Louis dobbiamo mettere le gomme da pioggia” disse uno dei meccanici “come volete, devo vincere, perciò fare in modo che avvenga!” ordinò “guarda che è da te che dipende la vittoria, almeno per la maggiore” il suo capo tecnico gli rispose contrariato “beh è vostro compito però, farmi avere la macchina perfetta! Vorrei evitare di trovarmi fuori al primo giro!” sbuffò scocciato.

Con la coda dell’occhio vide un volto familiare che lo guardava “guarda che il box di Pérez non è questo” appoggiò il casco sopra la macchina “lo so dov’è il mio fidanzato, sono solo venuto a vedere come stessi Lou!” Nicholas, il suo ex ragazzo era davanti a lui a braccia incrociate. Si erano lasciati in buoni rapporti e Louis non aveva fatto scenate di gelosia quando scoprì che si mise con uno dei suoi rivali “ti interessa davvero?” alzò un sopracciglio “solo perché non stiamo più insieme non vuol dire che io non ti voglia bene. E so che non ami correre con la pioggia” gli sorrise “già…. Beh sì sto bene. Ora vai dal tuo fidanzato, ho bisogno di stare per conto mio o mi deconcentro!” Louis lo salutò frettolosamente con la mano. Nicholas se ne andò scuotendo la testa.

Si erano conosciuti all’ultimo anno di università, erano stati insieme per molti anni. Prima come amici e poi, dopo una notte di sesso da ubriachi, decisero di mettersi insieme. Louis aveva sempre avuto le passioni per le corse e Nicholas non aveva mai perso una sua gara. Lo seguì fino in America apposta per  stare con lui, ma quando Louis iniziò a vincere e diventare un campione affermato, il loro rapporto iniziò a vacillare.

Louis aveva sempre più interesse nelle corse e non aveva più tempo da perdere che stare con qualcuno. Così decisero di lasciarsi. Nicholas poi conobbe Taylor in un pub qualche mese più tardi ed iniziò a frequentarlo, scoprendo successivamente che pure lui fosse un pilota e che fosse proprio l’esordiente di quell’anno.