Il sole stava calando quando Katherine arrivò alla stazione di polizia, il luogo scelto come quartier generale per la missione. Denis l'aspettava davanti all'ingresso, con l’aria stanca ma determinata. All'interno, Rose era già seduta accanto a un grande tavolo ricoperto di mappe e schemi. Gli agenti della squadra speciale erano impegnati a esaminare ogni dettaglio delle coordinate fornite.
«Finalmente», disse Denis a Katherine. «Stiamo per iniziare il briefing. Voglio che tu abbia chiaro il piano.»
Katherine annuì e seguì Denis nella sala operativa. Tutti gli occhi si spostarono su di lei, ma lei mantenne il suo sguardo saldo. Il dolore delle ferite non ancora completamente guarite si mescolava alla tensione per ciò che stava per accadere.
Denis prese la parola. «Le coordinate trovate da Rose ci portano a un magazzino nella zona industriale nord della città. È isolato e circondato da un’area di cantieri abbandonati, il che rende il luogo perfetto per una trappola. Non possiamo permetterci errori».
Un agente piazzò una mappa sul tavolo e indicò i punti chiave. «Abbiamo identificato due ingressi principali, qui e qui», disse, indicando con una penna rossa. «Il perimetro è difficile da controllare perché ci sono parecchie vie di fuga. Inoltre, non sappiamo quanti uomini del killer potrebbero essere presenti all’interno».
Katherine ascoltava con attenzione, ma qualcosa dentro di lei ribolliva. «Non possiamo perdere tempo. Samantha è là fuori, e ogni minuto che passa potrebbe essere fatale per lei».
«Lo so», rispose Denis, mantenendo la calma. «Ma se entriamo senza un piano, rischiamo di perdere tutti. La sicurezza della squadra è la priorità».
Rose, seduta accanto a Katherine, alzò la testa. «Io voglio venire con voi».
Denis scosse la testa. «Assolutamente no. Hai fatto abbastanza rischiando la tua vita per quelle coordinate. Ora devi lasciarci fare il nostro lavoro».
Katherine si voltò verso Rose. «Denis ha ragione. Non possiamo rischiare di perderti. Samantha non ci perdonerebbe mai».
Il silenzio calò nella stanza, carico di tensione. Denis tornò a parlare, cercando di riportare l’attenzione al piano. «Entreremo con due squadre: una dalla porta principale e una dal retro. Se c'è una trappola, voglio che li cogliamo di sorpresa. Il team di supporto rimarrà fuori per monitorare la situazione».
Un giovane agente, con un'aria visibilmente nervosa, si schiarì la voce. «E se il killer ci aspetta? Se sa già che stiamo arrivando?»
Denis fissò il ragazzo con uno sguardo deciso. «Sappiamo che è un rischio. Ma non abbiamo alternative. Se non agiamo ora, potremmo perdere l'unica possibilità di salvare Samantha».
Katherine si sporse verso il tavolo, esaminando la mappa. «Voglio essere nella squadra d’assalto. Non sto a guardare mentre rischiate la vita per salvare Samantha. Lei è come una famiglia per me».
Denis esitò per un momento, ma poi annuì. «Va bene. Ma segui ogni ordine. Non voglio altre vittime in questa missione».
Mentre il briefing proseguiva, Katherine si sentì sopraffatta da un misto di ansia e determinazione. Ogni dettaglio del piano veniva discusso, ma sapeva che, nel caos dell'azione, tutto avrebbe potuto andare storto.
Quando tutto fu stabilito, Denis chiuse il meeting con una frase che riecheggiò nella stanza: «Abbiamo solo una possibilità. Fallire non è un’opzione».
Katherine uscì dalla sala operativa con Rose al suo fianco. La giovane sembrava spaventata, ma c’era anche una scintilla di speranza nei suoi occhi. «Ce la faremo», disse Katherine, più per convincere se stessa che Rose.
Ma in fondo, nessuno sapeva cosa li aspettasse davvero.
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Omicidi sul set
HororKatherine Riley è un'attrice americana di 30 anni che il 24 Agosto 2016 ha ricevuto la sua stella sulla Hollywood walk of fame. Da quel giorno Katherine iniziò ad essere amata in ogni parte del mondo, ma oltre questo grande amore si celava qualcosa...