<<Jonas>> sussurro. Osservo i suoi capelli bagnati dall'acqua, alcune goccioline gli scivolano sul viso, altre goccioline scendono su i suoi addominali scolpiti che si intravedono quando le onde non gli arrivano addosso.
<<Perché sei qui >> chiede tirandosi i capelli all'indietro. <<Cerchi di cavalcare le onde?>>
Il suo sguardo è ammaliato dalle onde dell'oceano , forse per la prima volta vedo un interesse nei suoi occhi, un qualcosa che va oltre ciò che dimostra.
I suoi occhi si spostano su di me per un breve attimo per poi riportarli sull'oceano. <<Sei venuta con Gimmy vero?>> si avvicina a me.
La sua tavola si posiziona di fronte alla mia. I suoi occhi scendono lungo il mio corpo, osservando attentamente le curve che questa tuta crea. Il suo sguardo si sofferma sulle mie mani, un po' troppo del previsto, so cosa sta osservando.
Quando ero piccola per non piangere, serravo i pugni catturando il pollice al loro interno, ciò mi portava a conficcare le unghie nella mia pelle.
In entrambi le mani avevo questo vizio, andando avanti lo facevo solo con la mano destra, gli anni passano e l'abitudine resta.
Serrare i pugni dalla rabbia.
Serrare i pugni dalla delusione.
Serrare i pugni per non piangere.
Farmi del male per far credere che stessi bene.Osservava ancora, il suo sguardo era fisso sulla mia mano. Mi domandavo perché lasciavo che lui osservasse le mie imperfezioni, le mie debolezze.
I suoi occhi risalirono su di me, mosse la bocca ma non emise suono. Ci limitavamo a guardarci in silenzio, l'unico rumore era l'oceano, i surfisti continuavano a surfare e Gimmy ci osservava da lontano, aveva paura di lui ma non capivo il motivo.
<<J!>> una voce lo richiamava dalla riva, guardò oltre le mie spalle e il suo sguardo andò oltre me.
<<Va>> sussurrai. Lo dissi così piano che mi sorse il dubbio se lui mi avesse sentito.Si voltò verso di me, lo percepivo con la coda dell'occhio, si sdraiò sulla tavola e proseguì verso la riva. Io andai in direzione di Gimmy.
<<Perché hai paura di lui?>> gli chiesi.
Tentennò nel rispondere, cercava in tutti i modi di sviare il discorso, o meglio la domanda che gli feci.<<Tu non lo conosci, non sai com'è >> beh se è per questo conoscevo Gimmy da pochissime ore eppure ero con lui, su una fottutissima tavola da surf.
<<Com'è?>> non so se realmente voglio saperlo, la gente a volte parla senza conoscere davvero le dinamiche delle persone, perché diventano così? senza emozioni, senza sentimenti, aride, cattive e spregevoli.
<<Non sono io a giudicare che tipo di persona lui sia, ma non avere mai niente che fare con Jonas Jlenk>> lo guardo in modo titubante.
<<Promettimelo!>> sembra quasi terrorizzato.
<<Te lo prometto>> incrocio le dita dietro la schiena.La curiosità mi sta mangiando viva.
Più hai dei limiti, più hai delle scelte da fare e più scegli le scelte sbagliate.~~~~~~~~~~~🏄🏼♀️🏄🏼♀️~~~~~~~
<<Fare surf! Ti immagini me sopra una tavola>> rido a crepapelle. <<Amy, mio dio, non ci crederò mai!>> urla dal telefono Zoey.
<<Ti giuro, troppo complicato, troppe regole, non è come per..>> Zoey gira il telefono e vedo la mia <<Zola!!> urlo.
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ευνοία
RomanceQuando il nostro voler bene a qualcuno si manifesta per la prima volta, nella scelta concreta e determinata dall'affetto, del legame indissolubile, è la risposta sicura e determinata dell'intelletto al cuore che batte inspiegabilmente, questo è ciò...