Il convoglio si fermò a qualche centinaio di metri dalla destinazione, nel cuore della zona industriale. Il silenzio della notte era interrotto solo dal rumore dei motori che si spegnevano e dal fruscio del vento tra le strutture abbandonate. Denis uscì per primo dal veicolo, il viso teso e concentrato. Dietro di lui, Katherine scese con un respiro profondo, cercando di mantenere la calma.
La zona sembrava deserta. Alti edifici in cemento si stagliavano contro il cielo scuro, le loro finestre rotte simili a occhi vuoti che osservavano il gruppo. L’aria era intrisa di un odore di ferro e muffa, come se il tempo stesso avesse dimenticato quel luogo.
«Procediamo a piedi da qui», disse Denis, rivolgendosi alla squadra. La sua voce era bassa ma decisa. «Ricordate il piano: squadra uno con me, squadra due dal lato ovest. Niente azioni avventate».
Katherine osservò Rose, rimasta nel furgone con due agenti. «Non ti muovere da qui,» le disse. Rose annuì, ma il suo sguardo era pieno di preoccupazione.
Avanzarono con cautela, le torce montate sulle armi proiettavano fasci di luce tra le ombre inquietanti. Arrivati a una recinzione arrugginita, uno degli agenti notò qualcosa. «Capitano, qui c’è del sangue».
Denis si avvicinò, esaminando la macchia scura sul terreno. Era fresca. La tensione aumentò mentre il gruppo si spostava verso l’ingresso del magazzino, una grande porta di metallo socchiusa.
«Non mi piace», sussurrò Katherine, stringendo la pistola con più forza. «È troppo silenzioso».
Denis annuì. «Avvertite il comando. Potremmo essere osservati».
Uno degli agenti della squadra due si avvicinò rapidamente. «Abbiamo trovato un veicolo abbandonato dietro il magazzino. Il motore è ancora caldo.»
«Significa che qualcuno è qui, o è stato qui poco fa,» rispose Denis. «Raddoppiate l’attenzione. Nessun rumore inutile.»
Mentre si addentravano, notarono una videocamera montata su un palo all’angolo del magazzino. Era puntata dritta verso di loro.
«Stiamo per essere accolti», disse Katherine, con una punta di sarcasmo nervoso.
Improvvisamente, un suono disturbò il silenzio: un ronzio elettronico, seguito da una voce che risuonò da un altoparlante nascosto. Era il killer.
?: «Sapevo che sareste venuti. Vi stavo aspettando».
Tutti si fermarono. La voce era calma, quasi divertita.
?: «Benvenuti nel mio piccolo teatro. Vi consiglio di scegliere i vostri prossimi passi con attenzione. Ogni errore potrebbe costarvi caro. Ah, e Katherine… spero che tu sia pronta. La tua parte non è ancora finita».
Le luci del magazzino si accesero improvvisamente, illuminando un vasto spazio vuoto all’interno. Ma non c’era nessuno in vista. Solo una sedia al centro della stanza, con qualcosa legato su di essa: una bambola vestita da donna, con una scritta sul petto: «Siete troppo lenti».
«È una trappola», disse Denis, stringendo i denti. «Ritirata immediata. Dobbiamo ripensare la strategia».
Ma prima che potessero muoversi, un’esplosione ruppe il silenzio. Una delle pareti del magazzino crollò, riempiendo l’aria di polvere e detriti. Il killer stava già mettendo in atto la sua prossima mossa.
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Omicidi sul set
HororKatherine Riley è un'attrice americana di 30 anni che il 24 Agosto 2016 ha ricevuto la sua stella sulla Hollywood walk of fame. Da quel giorno Katherine iniziò ad essere amata in ogni parte del mondo, ma oltre questo grande amore si celava qualcosa...