1-a new life all over again

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Rayan

Rayan

Jackson si avvicinò, il suo sguardo carico di rabbia, ma anche di quel fastidioso senso di superiorità che non sopportavo. Mi afferrò per il braccio, stringendolo con forza, quasi a volermi trascinare via.

«Sei completamente impazzito, Rayan!» sibilò, il tono basso ma affilato. «Non ti è bastato rovinarti una volta? Adesso vuoi portare tutti noi a fondo con te?»

Mi liberai dalla sua presa con uno strattone, guardandolo dritto negli occhi. «Rovinarci?» replicai, sarcastico. «Io sto solo sistemando le cose, Jackson. Liam aveva passato il limite, e lo sai anche tu.»

«No, quello che so è che hai appena reso tutto mille volte peggiore.» Fece un passo indietro, passandosi una mano tra i capelli. «La polizia potrebbe essere qui da un momento all'altro. E Selene...»

Il suo nome pronunciato da Jackson fu come un'altra pugnalata al petto. Mi bloccai, stringendo i pugni fino a sentire il dolore sulle nocche già ferite.

«Selene è mia, Jackson.» Le parole mi uscirono dalle labbra prima che riuscissi a fermarle, crude e definitive. «E nessuno, nessuno, le farà del male. Non Liam, non te, non nessun altro.»

Jackson mi fissò incredulo, come se avesse visto per la prima volta il vero me. «Tua? Non sei nemmeno capace di tenere insieme te stesso, e pensi di avere il diritto di...»

«Smettila.» Lo interruppi, il tono basso ma carico di veleno. «Non hai idea di cosa stia succedendo. Non sai cosa significa amarla.»

«Oh, lo so,» ribatté lui, sarcastico. «So che il tuo modo di 'amarla' è distruggerla.»

Quelle parole mi colpirono più di qualsiasi pugno avesse mai potuto darmi Liam. Volevo rispondere, urlargli contro, ma qualcosa dentro di me si spezzò. Forse era la verità che mi stava facendo a pezzi.

Feci un passo indietro, scuotendo la testa. «Non capirai mai, Jackson. Mai.»

Poi mi voltai e me ne andai, lasciandolo lì, insieme al caos e ai fantasmi che avevo creato. Fuori, l'aria fredda della notte mi colpì in faccia come un risveglio brutale. Mi accesi un'altra sigaretta, sperando che il fumo riuscisse a soffocare il groviglio di emozioni che mi divorava.

Ma la tempesta dentro di me continuava a infuriare, e Selene, con il suo ricordo, ne era il cuore pulsante.

Camminai per le strade deserte, la sigaretta tra le dita ormai ridotta a un mozzicone. Non avevo una destinazione, né un piano. L'unica cosa che mi teneva in piedi era la rabbia, un'energia tossica che mi divorava dall'interno e al contempo mi spingeva avanti.

Selene. Era sempre lei.

Ogni immagine di lei che riaffiorava nella mia mente era un colpo al petto. I suoi occhi, così maledettamente profondi, che sembravano leggere ogni segreto che cercavo di nascondere. Quel sorriso beffardo che odiavo e amavo allo stesso tempo. Il modo in cui mi guardava, a volte con sfida, altre con disprezzo.

E poi c'era il ricordo di quella notte. La notte in cui mi aveva distrutto.

Mi fermai davanti a una vetrina buia, il riflesso del mio volto deformato dal vetro sporco. Non mi riconoscevo più. Forse era meglio così.

La vibrazione del telefono mi riportò alla realtà. Estrassi il cellulare dalla tasca e vidi un messaggio di Miriam.

"Dove sei? Devi tornare. È importante."

Scrollai le spalle. Importante per chi? Per lei? Per Jackson? Per Liam, che probabilmente adesso si trovava in un letto d'ospedale a maledirmi tra i denti rotti?

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