2-THIS IS OTHER WOMAN

13 5 28
                                    

Era il primo giorno del nostro ultimo anno di liceo e il caos regnava nell'ingresso. Ragazzi che si salutavano, gruppi che si formavano e si scioglievano, risate e chiacchiere che rimbombavano nell'aria. Io, Charis, Arden ed Evelyn eravamo insieme, come sempre, ma c'era qualcosa di diverso. Un'energia strana, come se tutto stesse per cambiare.

"Sai che non sono una fan dei ritorni, ma questo lo è davvero," disse Evelyn, mentre lanciava uno sguardo curioso verso l'ingresso della scuola.

"Che intendi?" chiesi, fissando la mia sorella gemella. Arden e Charis, indifferenti, sembravano più concentrati sull'arrivo della campanella che su qualsiasi altra cosa.

"Guarda." Evelyn indicò il ragazzo che stava attraversando il cortile con passo deciso. I suoi occhi azzurri erano nascosti dietro occhiali da sole, ma la camminata era inconfondibile. Era lui.

Dopo la chiacchierata di qualche giorno fa ne ero certa, non voleva vedermi parlarmi, mi odiava.

Era con una ragazza, la baciava uno..due..tre volte gli metteva la mano sui capelli, mi venirono i brividi, senti l'esigenza di bere un buon caffè.

Non posso farcela, io volevo essere la, lei e io sono la sua fidanzata non lei! Non posso permetterlo.

A un certo punto senti una forte nausea, "ehm
Tutto ok?"

Mi voltai di scatto, cercando di non svenire sul posto. Davanti a me c'era un ragazzo che non avevo mai visto prima, con un lungo ciuffo biondo che gli ricadeva sugli occhi azzurri. Nonostante il mio malessere, notai che aveva un'aria tranquilla, come se fosse abituato a salvare ragazze sul punto di crollare.

"Sto... sto bene, grazie," balbettai, anche se probabilmente avevo il colorito di un fantasma.

"Ne sei sicura? Perché sembri sul punto di collassare," insistette lui, piegando leggermente la testa e squadrandomi con uno sguardo preoccupato. "Ti serve acqua? O un caffè?"

"Un caffè sarebbe perfetto," risposi, cercando di sembrare più composta di quanto mi sentissi.

Charis, che evidentemente aveva captato la scena, si avvicinò con il suo solito tempismo perfetto. "Selene, tutto a posto?" chiese, lanciando un'occhiata al ragazzo biondo, come per valutare se rappresentasse una minaccia o meno.

"Sì, sì, sto bene," dissi, ignorando la nausea che ancora mi stringeva lo stomaco. Rayan era ancora lì, con quella ragazza che non avevo mai visto prima. Ridevano, si baciavano come se il mondo intero fosse loro spettatore. Non potevo guardare oltre senza sentirmi sprofondare.

Il ragazzo biondo mi osservò per un attimo, poi mi porse una mano. "Mi chiamo Liam, tra l'altro. Scusa l'intromissione, ma sembri davvero aver bisogno di una pausa."

"Selene," risposi, stringendogli la mano con un sorriso debole. "Grazie per... insomma, per esserti preoccupato."

Arden, che fino a quel momento era rimasto silenzioso, si fece avanti, afferrandomi per il braccio con un tocco deciso ma non brusco. "Liam, giusto? Apprezzo il tuo intervento, ma adesso me ne occupo io. Selene è mia sorella."

Liam alzò le mani in segno di resa, ma non sembrava minimamente intimorito. "Certo, fratellone. Non volevo rubarti il lavoro."

"Aspetta" mormorai prima di vomitare.

"Muah" baciai il ragazzo facendolo arrossìre.

Arden mi trascinò via senza aspettare una risposta. Evelyn e Charis ci seguirono, Evelyn più curiosa che preoccupata, mentre Charis si limitava a scuotere la testa con un sorrisetto divertito.

"Che cavolo stai facendo, Selene?" mi chiese Arden, la voce bassa ma tagliente. "Stavi per piantarti lì davanti a Rayan e quella ragazza. Non puoi lasciarti distruggere così."

"Non sono distrutta," mentii, anche se sapevo che lui vedeva attraverso di me. "Sto solo cercando di abituarmi all'idea."

"Quale idea?" Evelyn si intromise, incrociando le braccia. "Che il tuo primo amore è tornato con un'altra? Non prendertela, Sele. È solo un ragazzo. E poi, diciamocelo, ne vale davvero la pena?"

"Non è solo un ragazzo," sussurrai, più a me stessa che a loro.

Mentre mi parlavano, l'immagine di Rayan che baciava quella ragazza si riproponeva nella mia testa, come un disco rotto. Il dolore era più profondo di quanto volessi ammettere.

"Non posso farcela," dissi infine, la voce incrinata.

"Certo che puoi," intervenne Charis, il tono sorprendentemente serio. "Ma non puoi affrontarlo sola. E non devi."

Lo guardai, poi guardai Arden ed Evelyn. Mi avevano sempre protetta, anche quando non lo volevo. E forse, questa volta, avevo davvero bisogno di loro.

"Va bene," mormorai, respirando a fondo. "Ma promettetemi una cosa."

"Tutto quello che vuoi," disse Evelyn, spingendosi i capelli dietro l'orecchio.

"Non lasciatemi sola con lui."

Arden sospirò. "Nessuno ti lascia sola, Sele. Non stavolta."

Le parole di Arden mi diedero un briciolo di conforto, ma il nodo allo stomaco era ancora lì, come un macigno. Ci incamminammo verso l'aula, mentre la folla di studenti si disperdeva nei corridoi. Evelyn era accanto a me, con uno sguardo che alternava curiosità e preoccupazione. Charis, invece, sembrava più interessato a osservare i poster di eventi scolastici appesi alle pareti, forse per distrarsi. Arden camminava davanti, come una sorta di scudo umano, sempre un passo avanti.

Entrati in aula, cercai di trovare il mio posto senza attirare l'attenzione. L'idea di incrociare di nuovo lo sguardo di Rayan mi faceva venire i brividi. Evelyn si sedette accanto a me, mentre Arden e Charis si sistemarono qualche fila più indietro.

E poi accadde. La porta si aprì e lui entrò.

Rayan Cartier.

Sembrava che ogni suo passo rimbombasse nella stanza, o forse era solo la mia mente che amplificava tutto. La ragazza che avevo visto prima non era con lui, ma il sorriso che gli avevo visto sfoggiare nel cortile era ancora lì, come una maschera perfetta.

Sentii Evelyn irrigidirsi accanto a me. "Sembra che abbia scelto proprio questa classe," mormorò sottovoce, lanciandomi un'occhiata di lato.

"Fantastico," risposi con sarcasmo, cercando di sembrare noncurante, anche se il mio cuore batteva all'impazzata.

Rayan scorse la stanza e, per un attimo, i suoi occhi si fermarono sui miei. Fu come se l'aria si fosse fatta più pesante. Non sorrise, non disse nulla, ma quel silenzioso momento di tensione parlava più di mille parole.

Si sedette qualche fila più avanti, di spalle a me. Evelyn mi diede una gomitata leggera. "Vuoi scappare?"

"No," risposi, stringendo i denti. "Non glielo concederò."

La lezione iniziò, ma il mio cervello era ovunque tranne che sul libro aperto davanti a me. E proprio quando pensavo che sarei riuscita a passare indenne quella mattinata, la voce dell'insegnante mi riportò alla realtà.

"Bene, ragazzi, faremo un esercizio di gruppo per iniziare l'anno. Vi assegnerò un compagno di lavoro, così potremo rompere il ghiaccio e conoscerci meglio."

Evelyn mi lanciò un'occhiata di incoraggiamento. Io incrociai le dita sotto il banco, pregando che il destino non fosse troppo crudele.

"Selene, tu lavorerai con..." L'insegnante fece scorrere lo sguardo sulla lista, e il mio cuore si fermò. "...Rayan Cartier."

Evelyn soffocò una risata. Charis, dal fondo dell'aula, si mise una mano sulla fronte, mentre Arden si limitò a lanciare uno sguardo gelido verso il nostro ex amico d'infanzia.

Rayan si voltò lentamente, incontrando il mio sguardo. Quel sorriso enigmatico comparve di nuovo sul suo viso.

"Un piacere lavorare con te, Selene," disse, la voce profonda e tagliente come una lama, stava mentendo e me lo fece capire quando mi espose il suo dito medio, anche se non era un gesto carino era perfetto, tutto perfetto anche le sue dita

Love and obsessionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora