6-LE STELLE

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La giornata era stata più lunga del previsto. Tornare a scuola significava affrontare interrogazioni, compiti e tutti quegli sguardi curiosi che sembravano voler scavare a fondo nella mia vita. Liam, come sempre, era lì. Non si era mai tirato indietro, nonostante il caos che mi portavo dietro, ed era riuscito a rendere la giornata più sopportabile con i suoi commenti sarcastici e quel sorriso che sembrava sempre pronto a disarmarmi.

Quando la campanella suonò, segnalando la fine delle lezioni, Liam mi raggiunse all'uscita. "Ti va di fare un giro? Ho in mente un posto," disse con un tono che nascondeva un pizzico di mistero.

Lo guardai con curiosità. "Un posto? Non stai pensando di portarmi in qualche baraccio sperduto, vero?"

Lui rise. "No, ma l'idea è interessante. Magari un'altra volta. Ora fidati di me."

Il sole era già basso all'orizzonte quando arrivammo. Mi portò su una piccola collina fuori città, un luogo che non conoscevo ma che sembrava magico. L'aria era fresca, e le prime stelle cominciavano a comparire nel cielo limpido. Liam aveva preparato una coperta, e ci sistemammo lì, lontani dal rumore del mondo.

"Guarda," disse, indicando il cielo. "Non è incredibile? Ogni volta che guardo le stelle, penso a quanto siamo piccoli rispetto a tutto il resto."

Mi sdraiai accanto a lui, lasciando che la vista sopra di noi mi rapisse. Il cielo sembrava un mare infinito punteggiato di luci tremolanti. "È bello," ammisi, la voce più calma del solito. "Non ricordo l'ultima volta che ho preso il tempo per guardare il cielo così."

Liam si girò verso di me, sostenendosi su un gomito. "Sai, le stelle sono come i sogni. Anche se sembrano lontane, anche se sembra impossibile raggiungerle, continuano a brillare. Ed è per questo che non bisogna mai smettere di sognare."

"Wow," dissi, lanciandogli uno sguardo divertito. "Non sapevo fossi un filosofo."

Lui rise, spostando una ciocca di capelli dal mio viso. "Solo quando sono con te. Tu mi ispiri."

Quelle parole mi fecero sorridere, ma allo stesso tempo mi colpirono nel profondo. Liam era così: autentico, dolce, sempre pronto a tirare fuori il meglio di me, anche quando io non lo vedevo.

"Grazie," sussurrai.

"Per cosa?"

"Per essere qui. Per rendere le cose più semplici, anche quando non lo sono."

Lui non disse nulla, ma il suo sorriso parlava da solo. Tornò a sdraiarsi, fissando il cielo. Ci fu un momento di silenzio, uno di quelli che non pesano, che sembrano perfetti.

"Selene?"

"Sì?"

"Se potessi esprimere un desiderio guardando le stelle, quale sarebbe?"

Ci pensai un attimo, poi sospirai. "Vorrei essere felice. Davvero felice."

Liam prese la mia mano e intrecciò le sue dita con le mie. "Allora esprimilo. E prometto che farò di tutto per aiutarti a realizzarlo."

Le sue parole mi scaldarono il cuore. Guardai di nuovo le stelle, lasciando che la loro luce tenue mi facesse compagnia. E per la prima volta da tanto, sentii che forse, solo forse, quel desiderio era davvero possibile.

La notte continuava a distendersi sopra di noi, e il silenzio era interrotto solo dal fruscio del vento tra le foglie e dal ritmo tranquillo dei nostri respiri. Stringevo la mano di Liam, e anche se c'era quella familiarità che ormai conoscevo, qualcosa dentro di me sembrava ancora irrequieto, come un'onda che non si placa.

"Liam," iniziai, senza sapere esattamente dove volessi arrivare. "Cosa desidereresti tu, se potessi esprimere un desiderio?"

Lui rimase in silenzio per un momento, il suo sguardo perso tra le stelle. Quando finalmente rispose, la sua voce era più seria di quanto mi aspettassi. "Vorrei che tu riuscissi a vedere te stessa come ti vedo io. Che riuscissi a capire quanto sei incredibile, nonostante tutto quello che pensi di te."

Quelle parole mi lasciarono senza fiato. Non ero abituata a sentire qualcosa di così genuino, di così diretto. Non sapevo cosa rispondere.

"Liam, io..." abbassai lo sguardo, sentendo il peso di ogni dubbio che avevo. "Non credo di essere così come mi vedi tu."

Lui si sollevò leggermente, girandosi verso di me. "E invece lo sei. Sei forte, Selene. Sei complicata, è vero, ma è questo che ti rende unica. E anche se non sempre lo capisci, io lo vedo. E continuerò a ricordartelo ogni giorno, se sarà necessario."

La sua determinazione mi fece quasi ridere, ma non potevo negare che il suo sguardo mi colpisse dritto al cuore. "Sai che sei impossibile, vero?" dissi, cercando di alleggerire il momento.

Lui sorrise, quel sorriso disarmante che conoscevo così bene. "Impossibile ma irresistibile. Un pacchetto completo."

Scrollai la testa, ridendo. "Vanitoso."

"Solo un po'," ammise, prima di sdraiarsi di nuovo accanto a me. "Ma seriamente, Selene. Tu vali più di quanto pensi. Non dimenticarlo."

Quella frase mi accompagnò mentre continuavamo a guardare le stelle. Sentivo il calore della sua mano nella mia, il peso delle sue parole che sembravano insinuarsi in ogni angolo della mia mente. Forse aveva ragione, forse c'era qualcosa in me che valeva la pena vedere. O forse era solo lui, con la sua infinita pazienza e il suo modo di illuminare anche le parti più oscure di me.

Passò del tempo, ma non mi importava. Ero lì, con lui, sotto un cielo pieno di promesse. E, almeno per quella notte, tutto sembrava possibile.

Quella sera mi addormentai con il suo sorriso nella mente e una strana sensazione nel cuore. Forse, per una volta, non stavo scappando. Forse stavo davvero imparando a restare.

Ci sdraiammo di nuovo sulla coperta, lasciando che il cielo stellato ci circondasse. La calma che c'era tra Liam e me sembrava più profonda ora, come se il mondo fosse più lontano, come se non ci fosse nient'altro da fare che stare lì, insieme.

"Selene," disse Liam, la voce sottile ma sicura, mentre fissava il cielo. "Vedi quella stella? Quella proprio là?"

Seguì il suo dito, che puntava una stella solitaria nel vasto cielo. "La vedo. È bellissima."

"Sai," continuò, senza distogliere lo sguardo. "Ogni stella è come una promessa. Una promessa che anche quando sembra che tutto sia oscuro, ci sarà sempre qualcosa a illuminare la strada."

Le sue parole mi colpirono più di quanto avessi immaginato. Non ero abituata a sentire quelle cose, non da lui. Liam era sempre stato più pratico, più terreno. Ma in quel momento, sembrava capace di toccare qualcosa di profondo, che mi faceva sentire vulnerabile.

"Sai," dissi, distogliendo lo sguardo dalle stelle e guardandolo, "non credo di essere mai stata così a mio agio con qualcuno."

Liam si girò lentamente verso di me, il suo sorriso silenzioso e rassicurante. "Non è facile, vero?"

"Ci sono cose che non sono mai facili," risposi, cercando di trovare il coraggio nelle sue parole. "Ma credo che tu renda tutto... più semplice."

Liam alzò una mano, delicatamente accarezzando il mio viso, con un gesto che sembrava voler fermare il tempo, fermare la paura che stava cercando di prendere il sopravvento.

"Non c'è niente che voglio più di vederti felice, Selene," disse, il suo sguardo profondo come l'universo sopra di noi. "Niente."

Le sue parole mi avvolsero, ma dentro di me c'era ancora quel nodo, quella parte di me che sapevo di dover affrontare. Ma in quel momento, lì, sotto quel cielo pieno di stelle, sentivo che forse, solo forse, avevo trovato un piccolo angolo di pace. Un angolo che sarebbe stato tutto mio.

"Grazie," sussurrai, più per me stessa che per lui.

Liam non rispose subito, ma non aveva bisogno di farlo. Il suo sorriso, tranquillo e sincero, era tutto ciò che mi serviva. E così, mentre le stelle continuavano a brillare sopra di noi, mi ritrovai a credere, almeno per un po', che forse quella notte il desiderio di felicità che avevo espresso non era poi così lontano.

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