Sole dopo la Tempesta

28 4 1
                                    

I giorni trascorsi a casa di Billie erano un sogno per Irene. Ogni momento sembrava perfetto: le risate a colazione, le lunghe passeggiate sotto il cielo invernale di Los Angeles, e le serate passate sul divano a raccontarsi storie e a guardare film. Per la prima volta da mesi, Irene sentiva che la distanza tra loro era solo un ricordo.

Ma quel sogno si infranse improvvisamente.

Era una mattina come tante altre. Billie stava preparando il tè in cucina, ancora in pigiama, mentre Irene sedeva al tavolo con Finneas, scambiando battute leggere. Maggie e Patrick erano usciti, lasciandoli soli. Tutto sembrava tranquillo finché Billie non tornò in salotto con il telefono in mano e un'espressione che Irene non le aveva mai visto: una miscela di panico, rabbia e delusione.

"*Cos'è questa storia?*" chiese, la voce tremante.

Irene alzò lo sguardo, colpita dalla durezza nel tono di Billie.
"*È... un articolo. Non so chi abbia scattato quelle foto, Billie. Non me ne ero nemmeno accorta.*"

"*Non te ne eri accorta?*" Billie cominciò a camminare avanti e indietro per la stanza, le mani tra i capelli.
"*Stiamo a Los Angeles, Irene. Non esci di casa senza pensare che qualcuno potrebbe vederti. Come potevi non pensarci?*"

"*Billie, non possiamo vivere costantemente con la paura dei paparazzi!*" protestò Irene, sentendo il sangue salire alle guance.
"*Non stiamo facendo nulla di sbagliato. Non è una colpa amarti!*"

Billie si fermò, fissandola con gli occhi lucidi di frustrazione.
"*Non capisci. Non è solo una questione di foto. Ora tutti sanno di noi. Parleranno di noi. E non solo di me, ma anche di te, della tua famiglia, della tua vita. Hai idea di cosa significhi vivere così?*"

"*E tu pensi che io non lo sappia?*" rispose Irene, sentendo il cuore spezzarsi.
"*Pensi che non abbia pensato a tutto questo? Ma ho scelto di essere qui con te, perché credo che ne valga la pena.*"

Billie scosse la testa, la voce spezzata. "*Io non sono sicura di poterlo fare. Questo... è troppo.*"

"*Troppo per cosa?*" Irene si alzò dalla sedia, gli occhi che la fissavano intensamente. "*Troppo per stare con me? Troppo per amarci?*"

"*Non è questo il punto!*" esplose Billie.
"*Io non volevo che le cose andassero così. Non volevo che la nostra relazione fosse uno spettacolo pubblico. E ora mi sento come se non avessi avuto scelta.*"

La stanza si riempì di un silenzio assordante. Irene sentì le lacrime bruciarle gli occhi mentre le parole di Billie la colpivano come un pugno. "*Tu pensi che io ti abbia tolto quella scelta?*"

Billie abbassò lo sguardo, incapace di rispondere. Quel silenzio fu il colpo di grazia.

Irene prese un respiro tremante. "*Sai una cosa, Billie? Forse hai ragione. Forse non avrei dovuto venire. Forse non avrei dovuto credere che avresti voluto lottare per noi.*"

Billie alzò lo sguardo, sorpresa dalla durezza nella voce di Irene, ma non disse nulla.

"*Addio, Billie,*" mormorò Irene, trattenendo a stento le lacrime. E prima che Billie potesse rispondere, uscì dalla cucina e andò a fare le valigie.

---

Il ritorno a casa

Il viaggio di ritorno in Italia fu un misto di sollievo e disperazione. Irene fissava il finestrino dell'aereo, guardando le nuvole scorrere sotto di lei, ma non riusciva a smettere di pensare a Billie.

Tornata a casa, la famiglia la accolse con calore, ma Irene si chiuse in sé stessa. Passava ore in camera sua, fissando il soffitto, le lacrime che scendevano silenziose. La sua unica confidente era Valentina, che ogni sera cercava di strapparle un sorriso.

"*Non puoi continuare così,*" le disse Valentina una sera, mentre le portava una tazza di camomilla. "*Devi parlarne.*"

"*Non c'è nulla di cui parlare,*" mormorò Irene. "*È finita. Billie non mi vuole nella sua vita.*"

Valentina si sedette accanto a lei, posandole una mano sulla spalla. "*Se davvero non ti volesse, non avrebbe mai iniziato qualcosa con te. Forse ha solo bisogno di capire quanto tu sia importante per lei.*"

Irene scosse la testa. "*Non lo so, Vale. Forse non sono abbastanza per lei. Forse non sarò mai abbastanza.*"

Valentina sorrise debolmente. "*Chiunque ti faccia sentire così non ti merita, Irene. Ma penso che Billie non sia così. Le serve solo del tempo.*"

---

Tre giorni dopo

Era una mattina grigia. Irene era in pigiama, persa nei suoi pensieri, quando il campanello suonò. Sua madre andò ad aprire, e poco dopo la chiamò.

"*Irene, c'è qualcuno per te.*"

Irene uscì dalla sua stanza, aspettandosi il solito postino o un vicino, ma si bloccò quando vide chi era. Billie era lì, con un lungo cappotto e un berretto che nascondeva i capelli arruffati.

"*Billie...*" mormorò Irene, il cuore che le batteva forte.

"*Ciao,*" disse Billie, con una voce tremante. "*Posso entrare?*"

Senza rispondere, Irene si fece da parte, lasciandola entrare. Si sedettero sul divano del salotto, la tensione tra loro quasi palpabile.

"*Perché sei qui?*" chiese Irene, cercando di mantenere il tono calmo.

Billie abbassò lo sguardo, le mani che giocherellavano nervosamente con l'orlo del cappotto. "*Sono venuta perché... ho sbagliato. Ti ho ferita, Irene. E non voglio che finisca così. Non posso lasciarti andare.*"

Gli occhi di Irene si riempirono di lacrime. "*Mi hai fatto sentire come se fossi un peso, Billie. Come se amarmi fosse un errore.*"

"*Non lo è,*" disse Billie, alzando lo sguardo. "*Ho detto cose che non pensavo, perché avevo paura. Paura di perdere il controllo, paura di essere vulnerabile. Ma non posso perdere te. Non mi interessa cosa diranno gli altri, Irene. Voglio te. Sempre.*"

Irene rimase in silenzio per un lungo momento, lasciando che le parole di Billie si facessero spazio nel suo cuore ferito. Poi scosse la testa, le lacrime che le rigavano il viso. "*Non sarà facile,*" disse piano.

"*Lo so,*" rispose Billie, avvicinandosi e prendendole le mani. "*Ma possiamo farcela. Insieme.*"

Dopo un attimo di esitazione, Irene annuì. "*Insieme.*"

E per la prima volta dopo giorni, sentì il cuore più leggero.

Mia - Billie EilishDove le storie prendono vita. Scoprilo ora