In quel momento mi sembrò come se il tempo si fosse fermato e, insieme ad esso, anche il mio cuore. Aveva battuto all'impazzata per tutto il tempo ed improvvisamente si era fermato, mozzandomi il fiato. L'intera sala sembrava paralizzata, avvolta in una stasi di tensione, ma era nulla in confronto a quella che provavo io.
Cecilia, dall'altra parte del tavolo, aveva girato le carte con sicurezza e un fastidioso sorrisetto soddisfatto in volto.
Spostai il mio sguardo dal suo viso e lo concentrai sulle carte che aveva girato: Donna di cuori e Donna di quadri.«Hai perso colore, Scarlett? Ti stai godendo i tuoi ultimi attimi di libertà? O stai pensando ai soldi che hai perso?» mi chiese, sicura di aver vinto.
La guardai per un po' e poi, senza esitare, girai le mie carte.«Full. Jack sopra 8.» dissi, con un tono impassibile. Ci fu un attimo di silenzio e poi, di colpo, un'esplosione di applausi riempirono la sala. La folla esultò, mentre Cecilia continuò a fissare le carte, con ancora il sorriso sul viso, quasi come se lo shock fosse stato così forte da paralizzarla.
«Hai... hai vinto...» disse Kara, con un filo di voce, quasi come se fosse sul punto di collassare.
Il mio cervello era in crisi, i pensieri scorrevano, il mio cuore batteva all'impazzata e il mio corpo sembrava sul punto di cedere, ma con tutta me stessa cercai di mantenere la calma e apparire imperturbabile di fronte a quella vittoria spettacolare. In realtà, non volevo far altro che fuggire da lì, trovare un angolo tranquillo e lasciarmi andare. Quello non era il mio posto.«Io... cazzo!» imprecò Cecilia, guardando la montagna di fiches che aveva perso per poi concentrarsi su di me e sospirare, quasi come se le dispiacesse più aver perso l'occasione di stringere un accordo che il denaro che aveva perso. Se lei, che era un pesce piccolo, non soffriva minimamente per quei soldi persi, non riuscivo a immaginare quanto fosse ricca Raegan. Non mi ero mai interessata molto a quel dettaglio: la mia attenzione era sempre stata concentrata su di lei. Eppure, in quell'istante, divenni curiosa. Dopotutto, in passato, anche perdere banconote con un singolo zero mi aveva fatto imprecare. Avevo appena giocato con la ricchezza di Raegan senza sapere se, effettivamente, fosse in grado di reggere un eventuale disastro.
«Giochi spesso a poker?» mi chiese, ancora un po' stordita. Cecilia non si aspettava di perdere.
«No, non gioco da molto.» dissi, girando il dito nella piaga. Davanti a quelle parole, Cecilia rimase doppiamente sconvolta e, giocando con una ciocca di capelli, sospirò mentre con l'altra mano spinse i gettoni verso di me.
«Mi hai stracciata, completamente.» ammise, facendo il giro del tavolo per raggiungermi.
«Non so se è stata fortuna, abilità o quel... piccolo dono. Raegan ci aveva visto lungo. Ti chiamava volpe, vero? Eppure, le sue azioni suggeriscono che lei è la prima tra le volpi.» parlò, non curandosi molto del fatto che avesse invaso il mio spazio vitale. Dopo quella sconfitta sembrava solo più interessata a me.
«Sicura che non abbia agito solo per avvolgerti nella sua rete e tenerti tutta per sé? Perché basta indagare un minimo su di te per scoprire quanto sia interessante il tuo cervello. Tuo padre è ancora vivo, eppure penso che perderti l'abbia trascinato precocemente all'inferno. Ha perso la sua pentola d'oro.» continuò, ridacchiando. Stava cercando di recuperare rispetto.
«Il buon sesso è tutto ciò che serve per farti collaborare? Sai, potrei...» prima che finisse di parlare, afferrai un gettone da 50.000 e, portando il mio viso ad un centimetro dal suo, lo infilai nella scollatura del suo vestito.
«Dato che hai quasi perso anche le mutande, mi sento in dovere di fare un po' di beneficenza. Con questi potrai tornare a casa senza problemi, ordinare qualcosa di buono e pagare tutte le puttane che vuoi, dato che sembri così interessata al sesso.» dissi, per poi afferrarle il mento con la mano destra.
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Stitches - May We Meet Again Sequel
Storie d'amoreATTENZIONE - Sequel di May We Meet Again. Nel tessuto fragile dell'animo umano, le ferite emotive si insinuano come spine velenose, lasciando segni indelebili che sfidano il tempo e la guarigione. Queste ferite interiori, come sottili lame affilate...