Capitolo 5

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ALEX.

Le lacrime mi velano la vista, ma le rimando subito indietro. È inutile piangere. Sapevo già che tipo di ragazzo fosse Zack, ma ho voluto dargli un occasione, un occasione che ha sprecato. È inutile perderci tempo anche come amico. Non è capace di essere un amico.

Salgo le scale fino ad arrivare alla mia classe. Sono già tutti qui ovviamente. C'è un posto libero tra Skyler e Rebecca, così decido di sedermi lì. Appena vedono la mia espressione, sgranano gli occhi a 360°. Sono sconvolte dalla mia espressione.Il malessere che si è creato dentro di me mi sembra che lo vedano tutti.Altrimenti non so per quale altra ragione mi fissano mentre vado a sedermi.

«Signorina Evans!» Cavolo! Avevo completamente dimenticato che alla quarta ora c'era matematica. «Si può sapere dov'era?»

Ingoio il panico e le rispondo pronta. «Ero in bagno professoressa. Dove potevo essere altrimenti?»

«Ah be', magari a girovagare con quel ragazzo per la scuola. Ad esempio, in biblioteca.»

Dopo quelle parole una montata di brividi mi prende le braccia. «Mi stava seguendo per caso?»

Stanno diventando tutti matti. «Ma la tua compagna Caitlyn Jennings ti ha vista. E ha ben pensato divenirmelo a riferire. Ovviamente ho avvisato il professor Fisher, che non si era sentita male come raccontato dalle sue amiche, ma era in compagnia dell'alunno Owens in giro per la scuola.»

La mia mascella tocca quasi il pavimento quando ha finito di parlare. Mi volto verso Caitlyn,che ricambia il mio sguardo colmo di odio,con il sorriso più finto che ho mai visto. «Be',e allora? Che ha intenzione di fare? » le chiedo più calma possibile.

«Sua madre, e la madre del signor Owens sono state già convocate per la prossima ora.»

Mi passo una mano fra i capelli. E' la fine. «Ha finito?» domando.

«Sì », dichiara. Vado verso il mio posto ma lei ricomincia a parlare. «Oh,dimenticavo. Il resto dell'ora la passerà in punizione nella presidenza insieme al suo amico Owens.»

No, ora è la fine. «Cosa?!Ma l'ora e cominciata da solo dieci minuti, che faccio tutto il tempo chiusa lì dentro?»

«Questo non è un mio problema, signorina Evans.»

Che bastarda. Mi odia dalla prima volta che mi ha visto. «Bene,con permesso». Stringo i denti, ed esco fuori. Mia madre impazzirà quando lo saprà. È tutto un disastro. Sento delle urla provenire dal corridoio di fronte.

«No, cazzo! Non potete chiamare mia madre. Ha già abbastanza problemi». E' la voce di Zack. Vado verso i rumori e vedo Zack litigare con il professor Fisher.

«Mi dispiace, Owens, ma avrebbe dovuto pensarci prima di combinare guai». Il panico è dipinto sul suo viso, e le vene sul collo rischiano di balzargli fuori. Non voglio parlargli. Vado in presidenza, e mi siedo sul divano, dove la preside ha fatto segno di sedermi. Dopo poco, entra Zack che,appena mi vede per un attimo cambia espressione, ma subito dopo ritorna con la sua espressione infuriata. Si siede accanto a me ma io mi scosto verso l'altro lato del divano. Se ne accorge ma rimane impassibile. Vengo tirata fuori dal bagno gelido dei miei pensieri dal tocco di Zack, che mi indica il simbolo tatuato sul lato del mio avambraccio.

«Che significato ha?» domanda tracciando l'inchiostro sulla pelle che forma uno stormo di rondini che volano verso l'alto.

Anche se sono infuriata con lui, devo far passare il tempo. Così gli rispondo. «Vuol dire "libertà".»Fa un espressione,come se mi stesse dando tutto il suo appoggio su questo pensiero.

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