Prologo:
“Era maggio, guardavo fuori dalla finestra, gli alberi erano in fiore e il sole splendeva in mezzo al cielo azzurro. Era tutto meraviglioso ed eravamo in piena primavera …”
Nah, basta fare antologia: mi sta scoppiando la testa. Credo sia meglio andare a letto, anche perché sono le 02:08 di notte .
<< Che son … *sbadiglia* … no >>
Mi chiamo Giulia, ho quasi 15 anni. Vivo in Italia.
Non sono come le altre ragazze, preferisco non definirmi come una tipa romantica o sdolcinata, queste cose non fanno per me. Sono sempre stata un po’ scontrosa, arrogante, non rispondo sempre in modo molto fine o educata. Forse quando ci sono altre persone che non conosco. Mi descrivono sempre che sono timida e tenera, poi mi conosco e scoprono la vera me e mi dicono :” ma non eri così” ma tu non mi hai mai conosciuto ù.ù
Sono una persona molto pazza, fisicamente non sono tanto alta e magra, i miei capelli sono stranissimi perché sono io che li voglio così …. Sono passata da lunghi a sempre più corti fino a quando non mi ritrovo con la cresta e da li ho incominciato a farli diventare di tutti i colori, adesso ce li ho blu .
Amo descrivermi : “diversamente normale o diversamente intelligente” perché è la verità, che ci posso fare ?
*triiiiiiiiiiin* << uuuuhhhh non voglio svegliarmi, non ho voglia >> staccai la sveglia e mi misi il cuscino in faccia
*TOC-TOC-TOC* << GIULIAAAAAAAAAAA …. SVEGLIATI E’ TARDISSIMO >> uuuhh mia madre, che due palle. << mamma non rompere le palle voglio dormire>> urlai con tutta la poca voce che mi ritrovavo << Ehi signorina, non utilizzare quel modo di parlare con me perché non sono la tua migliore amica. Capito ?! E ora alzati, che oggi devi andare a scuola visto che è il penultimo giorno, e finalmente domani finisce tutto>> tira un sospiro, che palle deve rompere pure di prima mattina.
Mi alzai, la testa mi scoppiava, non c’è la facevo più. Andai in bagno, mi lavai la facci e i denti, mi vestii con un jeans e una felpa leggera, tanto faceva caldo. Scesi in cucina, mi madre come al solito brontolava con il microonde perché non riscaldava bene, ma in realtà era lei che non riusciva a farlo funzionare. Le andai vicino e girai la manopola per accendere il microonde << aahh finalmente, grazie. Ma perché con te funziona e invece con me no ?!>> sospirai << forse perché devi accenderlo prima ?!! >> va beh comunque presi il mio panino con la marmellata e me ne ritornai in camera mia. Visto che era il penultimo giorno dovevo andare con la mia migliore amica Giorgia. Non so come faccia a sopportarmi. Ci conosciamo da quando siamo nate praticamente.
Il campanello suonò, sentii mi madre da sopra che salutava Giò, scesi tutta di fretta e presi la mia borsa. << mi raccomando fate attenzione >> << mamma non abbiamo 2 anni che ci devi dire di non prendere caramelle dagli sconosciuti >> Giò si mise a ridere << arrivederci Rosita >>.
Finalmente uscimmo e ci incamminammo verso la scuola. Stranamente Giorgia era silenziosa, di solito inizia a parlare e chi la ferma più.
<< Giò ?? sei viva ?? o sto andando a scuola con uno zombie ?? >> lei si gira come se l’avessi disturbata da qualcosa di importante << A … no, no … e che stavo solo pensando >> e prosegui a camminare << ahia, brutto segno quando pensi >> lei mi guardò e poi ci mettemmo a ridere << no, e che stavo pensando che forse oggi marco si dichiarerà, no?>> io la guardai perplessa << ma chi ? Marco l’imbecille ?? haahahha ma se quello non ha le palle nemmeno per chiederti in prestito una matita ahahah>> .
Nel frattempo eravamo davanti al cancello della scuola, ovviamente andarono tutti a salutare Giorgia come se dovesse partire per il Burundi e non dover mai più ritornare. << guarda … c’è marco … mi sta fissando *-* >> io guardai nella direzione in cui indicava ma non vidi nessuno. Bah forse tutti quei baci l’avevano rincoglionita tutta di un colpo, non è che senza era super intelligente << Giò, sei sicura di vedere Marco lì ? io vedo solamente un ammasso di caproni che vanno dietro a tante Bambi rifatte>> lei era incantata, sembrava di parlare con i muri, anzi i muri ti avrebbero pure risposto. << va beh, ti lascio nel tuo mondo, a rincoglionirti per bene >> mi girai per andare davanti all’entrata. In un istante, qualcuno mi impediva di andare avanti e mi tirò a se << ehy baby, dove scappi senza nemmeno salutarmi ? >> mi girai di scatto e vidi due occhi color cielo che mi fissavano prima i miei occhi e poi le mie labbra. Era Lorenzo, un ragazzo di terza che ho cominciato a frequentare come AMICO. Beh eravamo amici da quando ero arrivata al Giolitti, era il primo amico che ho avuto e aveva fatto tutto lui << ah ciao >> e gli diedi una manata sulla spalla << ahia, ma anche il penultimo giorno mi devi picchiare, lo sai che mi da fastidio >> e mette il broncio. Ma come faccio con lui, era più forte di me, non riuscivo a comportarmi come una ragazza dolce e sdolcinata che prende il migliore amico sotto braccio e se lo sbaciucchia, ero abituata così con lui. Diciamoci la verità, lui era il ragazzo più carino della scuola e non so il perché, quel giorno venne da me a presentarsi per dirmi che lui era la mia guida per i primi mesi … e poi da li siamo diventati amici. Un sacco di ragazze rifatte provavano e provano tuttora a diventare mie amiche solo perché conosco Lorenzo, mi da pure fastidio quando sono con lui e tutti mi guardano e dicono :” guarda quella ragazza vicino a Lorenzo” QUELLA RAGAZZA !! dio santo ho un nome cazzo, mi chiamo Giulia.