CAPITOLO 15 - Rinascere.
Stars when you shine
You know how I feel
Scent of the pine
You know how I feel
Oh freedom is mine
And I know how I feelIt's a new dawn
It's a new day
It's a new life
For me
Ooh feeling good
Ooh feeling good
-Feeling good, Nina Simone
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Era lento, lento e assordante, il battito del suo cuore.
Lo sentiva nel suo petto, martellava, in modo chiaro e assillante.
Ma stava iniziando a cedere, così come ogni altro muscolo del suo corpo.
Una fitta fortissima al cuore la fece tremare, pochi attimi..
e tutto sarebbe finito, dimenticato per sempre.. dimenticata per sempre.
Sdraiato a terra, il suo cuore batteva stanco, poteva percepirlo limpidamente.
La testa pesante, ribolliva di pensieri maligni, ma al tempo stesso malinconici, di qualche attimo prima.
Affianco a lui, i cocci rotti del bicchiere andato in frantumi, ricoprivano ampiamente il pavimento.
Allungò la mano, ne prese una manciata e strinse.
Strinse il pugno pieno di piccoli pezzi di vetro.Il dolore era suo amico, ormai.
Così come la tristezza, la solitudine e la pazzia.Strinse, strinse ancora di più.
Fin quando dal suo pugno fuoriuscì sangue puro, di un rosso scurissimo, nero.
Urlò in modo straziante.
Non solo il suo corpo andava in frantumi, ma anche il suo cuore.
"Non farlo" le ordinò una voce.
Un dolce e caldo sussurro, che lento si espandeva nella sua testa, una voce così familiare, così vicina e lontana al tempo stesso, così protettiva.
Il suo corpo, seppur abbandonato a se stesso, ebbe un sussulto, un brivido, intenso.
Emozioni contrastanti iniziarono a muoversi dentro di lei.
Stupore, gioia, spavento, malinconia, contentezza, sconforto.
Sangue bollente scorreva nelle sue vene e lei lo poteva percepire perfettamente.
"Ti prego Hermione, non lasciarti andare, ho bisogno di te.."
Forse stava solo impazzendo a causa della mancanza di ossigeno.
"Lotta per me"
O forse era sul serio Draco, che in qualche modo, era riuscito ad insinuarsi nella sua testa ed ora era lì che la pregava di non morire, di lottare per lui.
In quel momento Hermione non riusciva ad essere razionale e logica come era di solito, la voce nella sua testa era così forte e assordante che la stordiva del tutto.
Ma a quelle parole Hermione ebbe una scarica di adrenalina potentissima, riuscì, con la poca forza che le rimaneva, a spingersi sulle gambe e a muoversi.
Guardò verso l'alto, perché era quella la direzione dove era diretta, ma era molto scuro.
Forse era scesa troppo in basso, forse non sarebbe mai riuscita a risalire.
Fatto sta che le gambe e le braccia iniziarono a muoversi più veloci che potevano.
Uno sforzo mai provato prima.
Le faceva malissimo il petto.
I polmoni avrebbero ceduto da lì a un secondo.
Doveva farcela.
Doveva arrivare in superfice.
Lui aveva bisogno di lei. - quel pensiero balenò nella mente di Hermione e fu motivo di incitamento.
La superficie sopra di lei sembrava farsi più chiara.
Riusciva a vedere il nero corvino della notte, velato dalla piccola luna che ergeva nel bel mezzo del cielo.
Si diede un'altra fortissima spinta e finalmente fu fuori dall'acqua.
L'aria le invase i polmoni, ormai addoloranti per il forte sforzo.
Ma non ebbe tregua.
Nella sua corsa verso l'alto non si era resa conto, e non si era ricordata, che il fiume fosse in piena.
Era troppo forte, e lei troppo stanca per poter lottare ancora, così si lasciò tranquillamente trascinare dalla corrente.
Si era sforzata troppo, ogni muscolo del suo corpo le faceva malissimo, riusciva a stento a stare a galla e a riprendere fiato.
Ma non le importava, quello che le importava era la sua salvezza.
"Sono salva" - riecheggiava ora nella sua mente.
Ma qualcosa la riportò alla realtà, qualcosa che spense del tutto i suoi pensieri.
Davanti a lei c'era una cascata e che il fiume la stava conducendo proprio lì.
Se n'era accorta troppo tardi, ed era troppo lontano dalla riva per potersi aggrappare a qualcosa.
Hermione conosceva benissimo quel fiume e sapeva perfettamente che il corso d'acqua delle cascata si andava a schiantare violentemente su delle rocce situate proprio sotto di essa.. ma per Hermione quella caduta sarebbe potuta essere fatale.
Non aveva forze, ma doveva farlo perché aveva deciso di sopravvivere.
Iniziò a nuotare, anche se a fatica, verso la riva destra, sperando di potersi aggrappare a qualcosa..
Ma fu tutto inutile. Era troppo vicina al dirupo e non c'era nulla a cui aggrapparsi.
Non si perse d'animo. Allungò la mano verso la tasca dei suoi jeans, si meravigliò quando trovò ancora la sua bacchetta.
Poteva salvarsi.
La corrente la trascinò giù molto velocemente, ma lei durante la caduta cercò di spingersi sempre di più verso destra, verso la terra asciutta, e solo un attimo prima che il suo corpo si schiantasse al suolo urlò con tutta la forza che aveva in corpo: "ARRESTO MOMENTO!"
Bloccandosi giusto 10 cm dal suolo asciutto, non molto distante dall'impetuoso fiume in piena.
Era salva.
Ancora una volta salva e sola.
Draco era ancora a terra immobile.
Inspirò profondamente.
Ad invadere i suoi polmoni non fu solo ossigeno, ma vita.
Finalmente si mosse dalla posizione fetale in cui era rimasto per troppo tempo e si alzò.
Gli sembrava di rinascere.
Si guardò la mano grondante di sangue, si estrasse da solo i pezzi di vetro penetrati nella pelle.
Non provava dolore, non come prima almeno.
Infondo Draco era così.
Era cambiato e non poco.
Aveva conosciuto nell'età adulta qualcosa che nell'adolescenza gli era del tutto estraneo.
Solitudine.
Tristezza.
Pazzia.
Dolore.
Erano queste ormai le uniche cose che coloravano la sua vita.
All'inizio fu difficile, molto. Ma poi, da solo, capì che la cosa giusta da fare era accettare le proprie debolezze.
Nessun dolore è per sempre, tutto passa, tutto ritorna.
Combattere i momenti difficili non serviva a nulla se non a peggiorare la situazione e sentirsi ancora più uno schifo, questo Draco l'aveva costatato perfettamente sulla sua pelle. Ma ciò che aveva più capito, e apprezzato della vita, era proprio questo.
La vita ti piazza davanti questi momenti e sta a te saperne uscire, affrontarli, combatterli, scacciarli. La vera vittoria non è ignorarli, la vera vittoria è superarli, uscirne a testa alta e poter dire a tutti
"ok, sono caduto.. ma ora sono di nuovo in piedi"
Ed è esattamente quello che faceva Draco, prendeva quei momenti così come gli venivano.
Se aveva bisogno di urlare, urlava;
Se aveva bisogno di piangere, senza vergogna alcuna, piangeva;
Se aveva bisogno di sfogarsi, lo faceva, senza timore alcuno anche nel peggiore dei modi, seviziando e torturando sottomesse che si erano promesse solo e solamente a lui, capaci di tutto pur di vederlo soddisfatto;
Se necessitava di silenzio, era capace di restare nella stessa posizione per ore, zittendo i suoi pensieri, zittendo il mondo, ascoltando solamente il suo cuore.
E la cosa che più aveva imparato Draco è che dopo ogni momento oscuro, buio, triste, pauroso, malinconico, distratto, sconcertante.. si sentiva sempre meglio, più forte, potente, coraggioso..rinato.
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[IN-REVISIONE] Find what you love and let it kill you.
Fanfiction//IN REVISIONE// È tutto un inferno qui. Le fiamme mi stanno rodendo la pelle. La depressione, la tristezza e la solitudine mi stanno corrodendo da dentro. La mia anima bruciata mi squarta il petto e lenta fuoriesce, un dolore assurdo, un dolore...