Nightmares

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||Nightmares||Solangelo||OS||

Solo il Tartaro avrebbe potuto creare delle immagini così mostruose nella sua mente, Nico lo sapeva alla perfezione, ma ogni volta la paura era sempre la stessa. Ombra, solo ombra dinanzi a sé, resa insopportabile dalle voci fin troppo vicine delle donne della famiglia Di Angelo, Maria e Bianca.

Dii Immortales, quanto gli mancavano..

E poi il suo incubo continuò ad evolversi, riportandolo sull'orlo di quell'inferno che era l'entrata del Tartaro, dove Percy e Annabeth erano rimasti appesi. Ora avrebbe avuto anche le loro vite sulla coscienza?
Allungava la sua mano più che poteva, fino a sentire un dolore insopportabile lungo il braccio, ma il ragazzo dagli occhi verdi e la sapientona si allontanavano sempre più dalla sua presa.

- No.. Afferra la mia mano.. -

Mormorava il figlio di Ade nel sonno, mentre le prime lacrime salate iniziavano ad inumidirgli le palpebre serrate. Dopo la sua terribile esperienza nel Tartaro, aveva persino paura di aprire gli occhi, per paura di trovarsi davanti un mostro ancora più terribile dei suoi incubi.

E poi Percy cadde e con lui anche Nico. Percy lo teneva stretto, con una forza assolutamente disumana anche per lui, stringendogli i polsi mentre precipitavano nelle viscere di quel luogo tetro e pieno di insidie.
Un ghigno solcò le labbra del maggiore, mentre guardava Nico negli occhi.

- Se devo morire, morirai con me. Altre due morti di cui ti dovrai preoccupare, Re degli Spettri. -

Vedeva tutto diventare sempre più scuro mentre i loro corpi, tormentati dall'attrito della caduta, precipitavano nell'incubo peggiore che il giovane figlio di Ade avesse mai vissuto. Sarebbero morti, e sarebbe stata tutta colpa sua.

"Nico? Hey, Nico, svegliati.. "

Una voce dolcemente preoccupata raggiunse le orecchie del semidio, che ancora stava percorrendo il suo inesorabile viaggio verso la dipartita definitiva. Il suono era ovattato, sembrava lontano, quasi irreale..

" Che io stia impazzendo? "

Si chiese Nico, mentre lasciava che le lacrime svolazzassero con lui durante la caduta. Esse sfuggivano veloci dai suoi occhi, scivolando via dal suo viso e risalendo le tempie, a causa dell'aria che premeva sotto di loro mentre cadevano.
La caduta non aveva mai fine.

" Nico... Ci sono io.. "

La fine sembrava estremamente vicina. Un fiume scorreva proprio sotto di loro, ma le sue acque non sembravano adatte ad un atterraggio. Il flusso di malinconia del Cocito li avrebbe convinti a lasciarsi trasportare dalla corrente e , ovviamente, a morire tra le onde.

" Svegliati, Nico.. "

Un'altro lieve sussurro all'orecchio del minore, mentre la spiaggia era ad una decina di metri dai loro corpi, inermi. Non riusciva nemmeno a muoversi, era finita.
Nessun eroe fa una buona fine, glielo avevano detto in molti, ma non si aspettava che la sua sarebbe stata così terribile.

" Nico.. "

Mentre i loro corpi andavano a schiantarsi contro la spiaggia, con una violenza sovrumana, Nico spalancò gli occhi. La sua pelle diafana era madida di sudore ed i suoi capelli erano tutti scarmigliati ed appiccicati alla sua fronte.
Era stato solo un incubo.
La federa era intrisa di lacrime..
Solo qualche lungo istante dopo, il figlio di Ade si accorse che quella che lui aveva identificato come federa non era altro che la maglia di Will Solace. Nico si scostò distrattamente i capelli corvini dalla fronte, spostando poi lo sguardo sul figlio del Sole, subito dopo essersi asciugato le lacrime rimaste con il dorso della mano. Nico tremava appena, ancora troppo scosso per spiccicare qualcosa che non fosse un mugolio indefinito.

I capelli color del grano di Will non erano certo ben acconciati, ma almeno non sembravano un nido di rondini come quelli del minore, che non avevano mai avuto un'aspetto peggiore. I suoi occhi azzurri gli trasmisero subito un briciolo di sicurezza, che fu poi ingrassato dal suo lieve sorriso, comprensivo e dolce.

- Un altro incubo? -

Disse il maggiore, allargando le braccia in modo che il più piccolo potesse rannicchiarvici dentro. Nico sgattaiolò tra le braccia di Will, facendosi piccolo piccolo tra di esse.
Ormai non aveva più paura di mostrarsi in questo stato davanti a lui, perché era consapevole che Will lo avrebbe solo aiutato a stare meglio. Era questo il compito dei medici, no?
Nico annuì impercettibilmente, nascondendo il viso nell'incavo abbronzato del collo di lui.

- Ci sono io ora, okay? -

Le dita del maggiore trovarono ben presto i suoi capelli, iniziando ad accarezzarli lentamente, districando quel garbuglio senza fine con pazienza. Cercava solo di rilassarlo un po', prima di convincerlo a coricarsi nuovamente.

- Grazie, Will.. -

Mormorò Nico, rispondendo quasi timidamente all'abbraccio del figlio di Apollo. Tra le sue braccia si sentiva protetto da qualsiasi incubo. Nulla gli avrebbe fatto male, se solo fosse rimasto con Will.

- Non c'è di che, Re degli Spettri.. -

Sussurrò Solace, prima di scostare i capelli dalla fronte di Nico, che baciò, facendo affluire fin troppo sangue alle guance del più piccolo.

- Ora torna a dormire, altrimenti domani sarai uno zombie più del solito. -

Disse il biondo, facendo sbocciare un sorriso divertito sulle proprio labbra.

- Hey, questa la prendo sul personale! -

Ribatté Nico, improvvisando un broncio assolutamente adorabile agli occhi di Will, che gli si avvicinò e lo baciò a fior di labbra, prima di avvolgerlo bene con le sue braccia e stringerlo forte.

Per il resto della notte Nico non ebbe altri incubi, grazie al conforto datogli da quella testolina bionda.

Anche il cognome di Will era assolutamente azzeccato,doveva ammetterlo,  in un certo senso. Da quel poco di latino che aveva imparato al Campo Giove, si ricordava una parola in particolare: Solacium.
Questo termine significava conforto, aiuto in una situazione difficile, quel qualcosa che ti aiuta a sopravvivere.

Che Will fosse diventato la sua ancora di salvezza?

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