Capitolo 1

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È da giorni, anzi cosa dico mesi che sono una morta vivente e non so ancora il motivo per cui continuo a voler respirare o forse si... Il mio nome è Abigail sono all'ultimo anno di liceo e ho un fidanzato, è così che lui vuole che lo chiami in pubblico ma per me è la persona che mi ha rovinato la vita.
La mia famiglia però ha capito che qualcosa non andava e hanno provato varie volte a farmi parlare ma non ci riesco o almeno non ancora.
Le cose tra di noi prima andavano davvero bene eravamo una famiglia allegra e felice ero anche molto unita alla mia sorella maggiore Eva, a volte litigavamo ma chi non lo fa ?!
E poi d'un tratto è cambiato tutto, vorrei aprirmi con loro, le persone che mi hanno sempre aiutato, ma le parole non hanno intenzione di uscire dalla mia bocca.
Mi hanno anche portato da una psicologa, pensando che con un assoluta estranea sarei riuscita a spiccicare parola, in effetti ha un aspetto di una persona che ti tranquillizza, è una donna minuta ed ha un viso molto dolce ma non riesco a parlare nemmeno con lei quindi passo quei quarantacinque minuti ad ascoltare il rumore delle lancette, mi dispiace che spendono questi soldi inutilmente i quali non sono nemmeno gli unici che spendono per me, dato che ho difficoltà a studiare vado da Annabeth una amica di mia cugina a fare degli esercizi di calcolo, prima io e lei eravamo amiche, potrei azzardarmi a dire migliori amiche parlavamo praticamente di tutto, gli raccontavo le mie giornate e lei faceva lo stesso con me ma poi sono diventata un muto e lei ha rispettato il mio silenzio.
Non sono l'unica a studiare da lei ci sono altri ragazzi della mia stessa età, che io consideravo amici, tranne uno in particolare che conosco da tre anni il suo nome è Nate, ho sempre avuto una cotta per lui ma penso che mi consideri solo come una amica, dato che mi raccontava quasi tutto di lui anche le cose più imbarazzanti che a me facevano tanto ridere, poi ho smesso di parlare anche con lui.
Lui è il tipico ragazzo per cui le ragazze aprono subito le gambe, prima fanno le civette e poi gli saltano addosso e a lui sembra andargli bene, è comunque un ragazzo ed ha le sue esigenze.
Ha un corpo bellissimo e muscoloso anche se non l'ho mai visto a torso nudo, riesco molto bene a vedere la maglia che si tende sui suoi bicipiti, i suoi capelli sono castani chiari mentre gli occhi sono di un fantastico color oceano, nei quali mi ci sono persa più e più volte mentre lo sentivo parlare di discorsi stupidi e altri invece di una certa importanza. Ci divertivamo molto insieme, e a volte invece di studiare faceva il pagliaccio e io ridevo tantissimo, mi sentivo così stupida a ridere per tutto quel tempo tanto che mi mancava il fiato, ma non riuscivo a resistere e finivo sempre a tornare a casa con i mal di pancia.
Il suo hobby?! A quanto pare gli piaceva prendermi in giro stuzzicandomi su alcune cose che sapeva che mi facevano esaurire ma si comportava così perché la mia reazione lo faceva ridere, e a me non importava più nulla di quello che mi diceva, perché era bellissimo vederlo sorridere.
Credo che anche lui abbia capito che le cose per me non vanno bene, ma credo che abbia pensato che un giorno mi girava diritta e l'altra storta  infondo le donne sono complicate.
Solo che quello che era successo, non penso sarebbe passato inosservato.
Stavo studiando da Annabeth e come mio solito non riuscivo a concentrarmi e ripensavo a quello che aveva detto Annabeth dopo che aveva visto il mio viso, le sue parole mi frullano nella testa.
'Abi io non voglio intromettermi, non voglio invadere il tuo spazio ma mi dispiace che tu ti sia allontanata da me...'
Ma i miei pensieri si bloccano quando  ad un certo punto mi ritrovo di fronte il viso di Nate che sorride, però appena incontra il mio la sua espressione cambia e si fa più cupa.
Non riesco a reggere il suo sguardo ma non posso apparire debole.
"Cosa ... cosa è successo Abigail ?"
È  la prima cosa che mi domanda da mesi, ha rispettato il mio silenzio e quindi ha deciso di non rivolgermi più la parola, ma sentire di nuovo il mio nome pronunciato dalle sue labbra mi fa sentire meglio e improvvisamente il dolore sparisce.
"Oh.. ehm.. nulla di che" dico facendo un finto sorriso.
"Io non lo chiamerei nulla di che il tuo labbro rotto.. cosa è successo ?"mi domanda
"Ti ripeto nulla di grave sono solo urtata contro un pizzo della finestra" dico con una sicurezza che non sapevo di avere, beh in fondo dopo tutte le bugie e le verità nascoste devo essere diventata davvero brava a mentire.
Anche se poi non è una vera e propria bugia, per quanto riguarda la finestra è vero solo che non ci sono andata a sbattere da sola, è lui che mi ha spinto.
Per fortuna i miei stamattina quando mi hanno fatto la stessa domanda e dopo avergli detto la stessa cosa che ho detto poco fa non mi hanno fatto altre domande, penso che sappiano che mento ma è come se pian piano stessero perdendo la speranza e dopo tutto quello che hanno fatto per me, io invece di fare un passo avanti ne faccio uno indietro, ma io continuo a non saper cosa fare per aiutarli, dato che non so aiutare nemmeno me stessa.
Dopo quelle parole per fortuna capirono che non avevo voglia di parlarne ed infatti non ci furono altre domande, anche se mi sarebbe piaciuto vedere fin dove si sarebbe spinto a chiedere Nate.
Tornai a fare i miei esercizi e questa volta cercai di concentrarmi e così un'ora dopo avevo finito quello che avevo da fare.
Salutai Annabeth e Nate che stavano ancora applicati a fare un esercizio di quest' ultimo, ma quando stavo per aprire la porta per lasciare la casa, quella voce a me familiare ma che allo stesso tempo mi sembrava distante anni luci richiamò la mia attenzione.
"Ci vediamo domani a scuola Abigail?" Non capivo il perché di quella domanda, in fondo ci vedevamo a scuola tutti i giorni da mesi anche se non ci parlavamo ma decisi lo stesso di risponderlo.
"Sì Nate ci vediamo domani".
E lasciai quella casa che come sempre mi aveva fatta sentire protetta.

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