Erano passato un mese da quando Kailee sapeva delle foto. Ciò che pensava di avere scoperto era totalmente un buco nell'acqua, ma sosteneva che ci fosse di più da sapere. Così, mi costrinse a non restituire la scatola fino a quando non avesse trovato ciò che doveva assolutamente trovare. Assurdo, già. E poi più tempo passava più, in un certo senso, mentivo a quel ragazzo.
Avevo il viso letteralmente immerso nelle mie braccia, poste sul tavolo freddo e liscio della biblioteca scolastica, durante le due ore buca rimanenti alla fine di quella giornata. Sentii un tonfo e alzai lentamente la testa, scrutando la ragazza dai capelli blu che mi si era parata di fronte, sbattendo un libro logoro e pesante sulla superficie non occupata. Si sedette di fronte a me. Mi rimisi composta e aspettai che parlasse.
-"È questo, ne sono sicura"- Alzai un sopracciglio.
-"Quanti libri hai portato da casa, Kailee?"-
-"Una decina..."- Date le dimensioni di ognuno di essi, mi chiedevo come avesse fatto a sopportare tutto quel peso.
-"E quanti libri abbiamo già controllato?"-
-"Sette... Te l'ho già detto, ero stanca, non ricordo dove l'avessi letto..."-
-"Potevi segnare libro e pagina prima di andare a dormire!"- Esclamai esasperata, massaggiandomi le tempie.
-"È questo, fidati di me."-
-"Lo hai già detto per gli scorsi sette libri...Mi dicessi almeno cosa cerchiamo...Ma va bene, controlliamo anche questo."-
Quando, finalmente, trovammo la pagina interessata, la ragazza cominciò a gongolare avanti e indietro, leggendo sottovoce.
-"Eccola! È una lista di militari estoni che hanno combattuto per la patria, ho pensato che potrebbe essere tra questi. No?"-
-"È tutto molto bello, okay, ma perché dovrebbe importarmi? Non posso ridargliela e basta?"- Indicai la custodia color ferro.
-"Perché riguarda Jamie, sciocchina di una ragazza."- Disse, utilizzando un tono di voce che solo i genitori con figli dai quattro anni in giù, solitamente scelgono. La guardai in cagnesco e mi ignorò.
-"Non ti ho mai detto che riguarda Jamie."-
-"Allooora, in ordine alfabetico, per nome...Mh..."- Cominciò a leggere, ignorandomi ancora del tutto, come se sapesse più di quanto ci fosse bisogno di dire. -"Recluta, Aleksander Niemi, deceduto il 4 Agosto 1941; Recluta, Andres Koch, 16 Gennaio 1911; Caporale scelto, Benjamin Meyer, 23 Ottobre 1940..."-
Per un attimo dimenticai di frustrarmi con le mie solite domande interiori e mi concentrai su quelle pagine. Un velo di tristezza mi invase, pensando a tutti quegli uomini caduti in battaglia."Due cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana, ma riguardo l'universo ho ancora dei dubbi." -Albert Einstein.
Kailee continuava a leggere tutti quei nomi, quando mi accorsi che alcuni riportavano accanto delle note che gratificassero ancor di più quegli eroi. Altri , invece, non avevano nulla, nemmeno delle date vicino.
-"Qui, non ci sono date."- Le indicai parte di quei righi. -" Alcuni sono sopravvissuti."- Pensai ad alta voce.
-"O non sono mai stati ritrovati."- Disse seria, alzando lo sguardo. Mi avvicinai e diedi un'occhiata a quel libro, scorrendo tutti quei dati di sconosciuti, in cerca di qualcuno che iniziasse con la lettera "V". Puntai il dito su uno di essi.
-"Sergente, Victor Laine...Potrebbe essere lui."-
-"No, Liine, guarda la data. 31 Maggio 1916. Non corrisponde al periodo delle foto."- Mi fece notare. Aveva assunto un'espressione concentrata ed il suo sguardo era deciso: scrutatore.
-"Generale, Kalev Vijra, nessuna data. Dobbiamo guardare anche i cognomi, non soltanto i nomi."- Mi ricordò.
-"È impossibile scoprirlo, rassegnati...Stiamo perdendo solo tempo!"- Le riferii, ormai stanca.
-"Generale, Kalev Vijra"- Ripetè lei. -" Noto come uno dei Generali più coraggiosi d'Estonia. Salvò il suo compagno, Toomas Alexeev, e non solo, dall'incendio a Tallinn; 1942."- Un sorriso soddisfatto le apparve sul volto. -" La polvere, Roheline, nelle foto. Era un incendio, non un bombardamento. Magari quella donna era una delle vittime"-
-"Alexeev?"- Sgranai gli occhi. -"Cerca Toomas Alexeev."-
-"Maggiore, Toomas Alexeev. Nessuna data. Salvò molta della sua gente, tra cui Peeter Tite, Tenente, e Kalev Vijra, suo Generale."- Alzò lo sguardo.
-"Si sono salvati a vicenda! Toomas sarà suo nonno!"- Esclamai, evidentemente interessata. Perse sua moglie, ricordai a me stessa. E alla villa dei Tamm, parlava con Jamie, della scatola. "Devo ridargliela! Ho aspettato abbastanza."-
-"Ma...Oggi non è venuto, non vorrai presentarti di nuovo a casa sua..."-
-"Assolutamente sì!"-
In quel momento, la campanella suonò, ed eravamo finalmente libere di andare ognuno per la sua strada, casa di Jamie era momentaneamente la mia. Salutai rapidamente la ragazza un po' svampita e mi diressi verso la zona Medievale.
Anch'io abitavo nel centro storico, ma dalla parte opposta di quella che risultava essere casa sua. Arrivata lì, suonai il citofono, con la scatola già pronta in mano. Nessuna risposta. Improvvisamente la porta si aprì, per far uscire un ragazzo in tutta fretta, castano, occhi color mare. Jamie. Era stupito di vedermi lì, ma il suo sguardo era urgente, allerta.
-"Ehi, Roheline, scusa ma non posso parlare adesso."- Disse, allontanandosi e cominciando a camminare. Ma che modi erano quelli? Mi affiancai a lui, decisa. Non avrei più rimandato quel momento.
-"Devo farlo, Jamie. Ho bisogno di parlarti."- Non notò nemmeno l'oggetto, in parte suo, che avevo in mano.
-"Non posso, adesso. Cosa non ti è chiaro?!"- Si bloccò. Il suo tono era arrogante, voleva chiudere la discussione, evitando il mio sguardo. Subito dopo, continuò a camminare. Mi parai davanti a lui, con lo scrigno in bella vista. Essendo sicura che lo avesse guardato, parlai:
-"Questa appartiene a te, o sbaglio?"- Alzò gli occhi scioccato.
-"E tu come l'hai avuta?"- La prese subito in mano. Avevo colto nel segno.
-"È una lunga storia... L'hai persa alla stazione, così l'ho raccolta. Non pensavo ti avrei mai più rivisto e invece...Quel che tuo è tuo!"-
-"Questa non è mia, era di un soldato, compagno di guerra di mio..."- Iniziò a spiegare. -Nonno!"- Urlò, prendendomi alla sprovvista. Mi afferrò la mano, eravamo al centro di una delle vie principali che portavano ad una piazza, quando cominciò a correre.
-"Tuo nonno?Cosa, Jamie!"- Urlai, mentre mi tirava.
-"Mio nonno, si è sentito male dopo il pranzo di qualche giorno fa! Vieni con me." -
Corremmo per tutta via Pikk, una delle vie più importanti di Tallinn, prima di arrivare all'appartamento. Era un po' imbarazzante presentarmi in casa di un uomo che non conoscevo, mi faceva anche un po' pena.
Salimmo velocemente le scale. Ci eravamo scambiati solo poche parole io e il moro, alla mia destra, per tutto il tragitto. Adesso, avevamo il fiatone, dovuto alla corsa.
Una volta entrati, ci spostammo per varcare la soglia di una camera padronale. Sul letto, al centro della stanza, vi era un uomo anziano, lo stesso di casa Tamm, lo stesso della stazione. Il suo bastone, che tanto aveva attirato la mia attenzione, era su di una sedia, evidentemente inutilizzato da giorni.
Sembrava avesse smesso di mangiare, come se avesse deciso di abbandonarsi alla vecchiaia.
-"Nonno, lei è Roheline, ha trovato la scatola, guarda. "- Gliela porse. "Ti ricordi di lei?"-
Incontrai lo sguardo di quell'uomo, blu come quello del nipote. Uno sguardo incorniciato da rughe marcate, uno sguardo che ne aveva passate tante.
-"Jamie, come posso non ricordarmi di lei. Ha i suoi stessi occhi."#Roowolf
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Non sono l'eccezione dei libri. {In Correzione}
RandomRoheline Petrov, 17 anni. Vive a Tallinn, capitale dell'Estonia, sotto la responsabilità di una madre dittatoriale e di un padre perennemente assente. In un gelido pomeriggio d'inverno, però, il ritrovamento di qualcosa potrà cambiarle la vita. " L...