DragonSlayer

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Prologo

Fuoco. Da molti anni era l'oggetto della ricerca di Draek, uno dei sei antichi Ammazzadraghi, e in lui dimorava il potere delle fiamme ardenti. Eoni prima, Draek e i suoi cinque compagni avevano acquisito, grazie al sacrificio di alcuni stregoni, un potere in grado di dominare e uccidere i draghi. Ma da allora molte cose sono cambiate: il male si è espanso sempre di più nelle Quattro Terre, e il fuoco di Draek, che era sinonimo di protezione per gli uomini, si è affievolito. Avendo a cuore la sorte del mondo, Draek partì per un lungo viaggio, che lo avrebbe portato a girare in lungo e in largo in cerca di risposte, dei suoi compagni, e di qualcosa che avrebbe ravvivato le sue fiamme ormai smorte.

Draek

Draek estrasse lo spadone dal corpo del non-morto e piroettò su se stesso, mandando in frantumi lo scheletro dietro di lui. Le rovine di Ismir erano sempre state piene di scheletri, ma il non-morto? Per come stava andando il mondo, la risposta più consolante era che un negromante doveva essersi divertito a resuscitare qualche cadavere, nonostante fosse proibito da anni. Certo, i trasgressori erano sempre esistiti, ma l'odore nella morte gli dava una sensazione di disagio. C'era qualcosa di sbagliato, nel continuo cambiare dell'ordine del mondo. Si diresse verso l'entrata di quello che una volta era il tempio del Fuoco; sospettava che fosse inutile, ma non voleva tralasciare nessun possibile indizio. Varcata la soglia, vide un cadavere, che riconobbe immediatamente dai rilievi sullo scudo: era il Guardiano. Giaceva riverso sulla schiena, ma la chiave incatenata sul suo scudo era ancora ben visibile, simbolo del suo duro operato. Girando il corpo, Draek capì che lui e la magia non sarebbero andati tanto d'accordo, per quel giorno. Il cadavere del Guardiano presentava le ferite tipiche degli incantesimi. Se l'autore del delitto era ancora lì, Draek gliel'avrebbe fatta pagare. Poi sentì un rumore, e la tomba davanti a lui esplose. Me uscì uno scheletrl enorme, armato di mannaia. Provò a parlare, come in un ricordo della sua vita passata, ma dalla sua mascella ne uscì soltanto un acciottolio di ossa. Le sue orbite vuote lo fissarono, poi, attaccò. Draek parò il colpo con il piatto della lama e ruotò su se stesso, sbilanciadolo. Poi, aprì la mano, e mormorò "Shagra". Il terreno intorno a lui eruttò, vomitando fiamme così potenti da distruggere tutte le bare nella stanza. Dopotutto, il suo potere non era completamente svanito. Draek piantò la lama nel terreno, frustrato, e contemplò le fiamme che ardevano intorno a lui, rinvigorendolo. Si sedette, con la schiena sulla lama, come era solito riposare mentre viaggiava. Eresse un muro di fiamme come protezione, e chiuse gli occhi. Sognò. Ricordò l'intera giornata appena conclusa, la rivide tutta nella sua mente, in cerca di qualche dettaglio che aveva saltato. Improvvisamente, la terra tremò. Si svegliò di soprassalto, sfilò lo spadone, e corse fuori dal tempio. Le pietre che costituivano il suolo iniziarono a spaccarsi. Valutò la situazione, ed iniziò a correre verso il limitare dell'isola. Gli archi crollavano, le colonne si spaccavano, mentre le rovine sprofondavano in mare. Draek saltò, in tempo per scampare alla caduta di Ismir. Nuotò in fretta fino alla spiaggia, e contemplò con amarezza i pochi resti delle rovine. Fu allora che lo notò, una figura sulla collina. L'uomo si girò, gli occhi rossi come due torce nella notte. Mosse qualche passo, poi le ombre lo accolsero nel loro mondo, e scomparve. Draek strinse i denti: era lo stronzo che aveva combinato tutto quel casino. Poi, sentì una fitta al petto; abbassò lo sguardo, e vide la sua armatura intrisa di sangue. Girò gli occhi, in tempo per vedere il volto tumefatto dell'uomo, che sorrideva mentre affondava la lama nella sua carne. Poi, Draek svenne.

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