Ero paralizzata, incapace di muovermi. Le mie emozioni erano così forti e caotiche da rendermi impossibile muovermi o parlare. Non riuscivo più a controllare le mie lacrime, la vista era annebbiata e l'aria fresca mi rendeva complicato apprezzarle. Le mie gambe tremavano, il mio cuore batteva all'impazzata, così forte da farmi temere che, da un momento all'altro, potesse saltare fuori dal mio petto e raggiungere la fonte del mio dolore ma anche della mia felicità.
Non credevo ai miei occhi, non riuscivo a credere che lei fosse davvero lì e che il suo sguardo fosse su di me, proprio come avevo sperato in tutti quei giorni. Non avevo chiesto molto altro, solo che i suoi occhi si posassero ancora una volta su di me, per darmi indietro quelle forze che erano andate via con lei.
'La stanchezza mi sta giocando brutti scherzi?', pensai. Mi diedi un pizzicotto alla mano, così forte da provocarmi una smorfia di dolore che mi fece ricordare del fatto che avessi la faccia indolenzita.«Merda...» imprecai, passando la mia mano sul viso, per poi notare un po' di sangue su di essa. Non pensai molto a quel dettaglio, tornai a guardare Raegan e notai che si fosse alzata e avesse fatto qualche passo per poi pietrificarsi sul posto.
Era stata a letto per un bel po', quindi mi risultò strano il fatto che riuscisse a camminare senza particolari problemi.
La guardai a lungo, sentendo crescere dentro di me uno strano presentimento, e sussultai quando qualcuno toccò il mio avambraccio.«Ti ho dato tempo per riflettere, Raegan.» parlò Abigail, guardando la sua amica e stringendo il mio avambraccio come se stesse cercando di confortarmi.
Raegan la guardò a lungo e riuscii a scorgere un velo di panico nei suoi occhi. Era un'emozione rara, che quasi risultava strana indossata da lei, eppure era proprio lì e mi fece provare una grande agitazione.«Non ti lascerò rovinare tutto di nuovo.» aggiunse. Era raro vedere un'espressione così truce sul viso di Abigail, quindi pensai che Raegan avesse fatto qualcosa che lei non approvava minimamente.
«Abigail, cosa...»
«Sai cos'ha fatto?» mi chiese, provocandomi pura confusione. La guardai, non riuscendo a rispondere, poi mi girai verso Raegan e mi si fermò il cuore quando lei si pietrificò sotto il mio sguardo. La osservai, cercando di comprendere quale fosse il problema. Notai che avesse fatto qualche passo e, più di ogni altra cosa, come avesse più difficoltà a mettere peso sulla gamba destra.
«La tua gamba...» dissi, con un filo di voce. Aveva preteso troppo dal suo corpo e, questa volta, avrebbe dovuto pagare le conseguenze delle sue azioni.
«Sai, si è svegliata da un bel po'.» continuò, Abigail. Una fitta al cuore mi fece boccheggiare leggermente e mi spinse a girarmi verso di lei.
«C... Cosa? Lei... ma io...» cercai di parlare ma le mie emozioni e i miei pensieri ebbero la meglio su di me. Abigail aveva davvero detto una cosa simile? O avevo sentito male?
«Ha chiesto a Faith di darle tempo per... recuperare, che poi avrebbe fatto la cosa giusta, ma il tempo continuava a passare, tu stavi peggio e quindi mi ha avvertita. Ho provato a darle fiducia, ma lei continuava a...»
«Abigail...» la voce di Raegan ci raggiunse, e dal tono colpevole e afflitto, capii che Abigail non stesse mentendo. Era davvero stata ferma a guardarmi morire ogni giorno? Era davvero riuscita a sopportare tutte le lacrime che avevo versato mentre la stringevo e supplicavo chissà cosa per farla tornare da me? Avevo sacrificato ogni cosa, spinto fino al limite ogni fibra del mio corpo, infranto la mia mente un'infinità di volte, tutto per prendermi cura di lei, per farla svegliare in un caos più piacevole. Volevo alleggerire il suo peso, darle la possibilità di recuperare, di vivere per un po' senza pensare a mille modi per sopravvivere, e per farlo avevo rischiato di ammazzarmi in mille modi. Eppure ora ero lì, con la mente vuota e con il cuore che restava lì, incerto se continuare a battere o fermarsi per salvarmi dal dolore che mi stava pian piano avvolgendo.
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Stitches - May We Meet Again Sequel
Lãng mạnATTENZIONE - Sequel di May We Meet Again. Nel tessuto fragile dell'animo umano, le ferite emotive si insinuano come spine velenose, lasciando segni indelebili che sfidano il tempo e la guarigione. Queste ferite interiori, come sottili lame affilate...