Capitolo 34

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Niall Pov

So che quelle parole non le ha dette sul serio, era ubriaca ma dire che mi hanno tenuto sveglio tutta la notte, è dire poco. Anche io vorrei avere un bambino da lei ma penso sia ancora troppo presto. Non per essere egoista ma, avere un figlio ora, mi rallenterebbe la carriera e certamente non accetterei il fatto di essere in giro per il mondo senza poter vedere mio figlio.
Oltre all'insonnia che ho avuto, si è aggiunto il mal di testa dovuto a ieri sera. Abbiamo bevuto davvero tanto, Ale e Louis forse sono stati quelli che hanno bevuto di più, ricordo che in stanza ci ha accompagnati Basil, entrambi che tenevamo Ale, non si reggeva in piedi. La sto portando sulla cattiva strada?
Sono quasi le undici del mattino ed Ale non si è ancora svegliata. Ieri sera abbiamo fatto tardi quindi capisco che sia stanca.
Senza far rumore, mi alzo dal letto andando in bagno. Faccio una doccia veloce e poi cerco nella mia valigia una pastiglia per il mal di testa che mando giù con un po' di acqua.
Vedo Ale agitarsi sul letto e stringersi la pancia, mi avvicino a lei inginocchiandomi sul letto. Le accarezzo la fronte, dio scotta tantissimo! Quando apre gli occhi, alcune lacrime escono dai suoi occhi.
-amore, stai bene?- lei scuote la testa. Odio vederla star male.
-mi fa malissimo la pancia e la testa- l'aiuto a mettersi seduta mentre dalla valigia prendo un'altra pastiglia del mal di testa. Ale però la rifiuta allontanando la mia mano.
-io non prendo medicine!- dice
-no, ora tu prendi questa- mi impongo prendendo l'acqua che ho lasciato sul comodino
-no!- protesta. Cerca di alzarsi dal letto ma quasi cade. Perchè ora si comporta come una bambina? L'attiro a me facendole appoggiare la testa sul mio petto.
-per piacere, amore. Puoi prendere questa medicina? Ti sentirai meglio dopo- le sorrido dolcemente, forse l'ho convinta.
Prende la pastiglia dalle mie mani insieme all'acqua e manda giú.
-brava piccola. Come va la pancia?-
-mi fa ancora male- si lamenta mentre inizio a farle dei massaggi.

Grazie al cielo Ale si è ripresa, mi sono spaventato l'altro giorno. Stasera ci sarà un concerto in Canada e sono emozionatissimo.
-non ho fame-
-NIALL HORAN CHE NON HA FAME. GENTE SEGNATEVI QUESTO GIORNOO!!- urla Louis facendo ridere tutti. Prendo il mio telefono iniziando a giocarci mentre gli altri finiscono di mangiare.
Oggi ho proprio voglia di rilassarmi, stranamente non faremo il soundcheck così avremo più tempo prima dell'inizio del concerto.
-io mi riposo un po'- dico ad Ale che si sta mettendo le scarpe del tennis
-io vado in palestra, ci vediamo dopo- dice allungandosi sul letto e lasciandomi un bacio sulle labbra. Si alza dal letto e dopo aver preso cellulare e acqua esce dalla stanza salutandomi. Appena chiude la porta, mi giro su un fianco e mi addormento in poco tempo.
Vengo svegliato da delle urla in corridoio. Mi alzo sbadigliando e quando apro la porta grattandomi la testa trovo Louis e Liam giocare a calcio in corridoio.
-ma buongiorno irlandese- mi canzona Louis
-idiota.-
-tra poco dobbiamo andare- dice Liam ed io annuisco tornando in camera per cambiarmi. Metto degli skinny jeans neri strappati sulle ginocchia, una canotta abbastanza larga grigia e le mie nike. Esco dalla stanza prendendo l'ascensore che mi porta al penultimo piano dove c'è la palestra. C'è poca gente e trovo Ale facilmente, sta facendo i pesi mentre ascolta la musica. É qui da due ore e, spero si sia fermata.
Mi metto affianco a lei cercando di non farla spaventare. Dopo avermi visto e sorriso, appoggia il peso per terra e si toglie le cuffiette.
-cosa ci fai qui?- mi chiede
-sono venuto a prenderti. Tra poco dobbiamo andare-
-oh. Allora arrivo, così faccio la doccia- prende il peso risistemandolo nello scaffale e poi insieme scendiamo tornando in stanza. Ale va direttamente in doccia, venti minuti dopo è fuori con un asciugamano avvolto intorno al suo corpo e i capelli che gocciolano a terra.
-faccio in fretta. Promesso- dice sparendo di nuovo in bagno dopo aver preso i vestiti. Dopo altri venti minuti è fuiei dal bagno completamente pronta. Indossa una gonna nera che le arriva al ginocchio con una maglietta a righe infilata dentro e le vans. I capelli li ha raccolti in una mezza coda. Prende il telefono che mette nella sua borsetta e insieme usciamo dalla stanza raggiungendo gli altri che sono nella hall dell'hotel.
-finalmente ci degnate della vostra presenza- dice Harry scherzando. I nostri bodyguard ci spingono fuori dall'hotel verso il van. Quando sentono delle fan chiamarci, ci spingono ancora più velocemente all'interno. In una ventina di minuti siamo allo stadio, i cancelli sono stati aperti e le fans stanno entrando. La musica risuona all'interno e durante la mia strada dal van al backstage, mi metto a ballare.

Nialle | Niall HoranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora