Il giorno seguente, Tania e Charlotte tornarono dall'Isolamento in tempo per l'addestramento del mattino. Nessuna delle due rivolse un solo cenno alle altre Eccedenze. Segni rossi erano visibili sulle loro guance e sulle loro mani, e Anna sospettava che ce ne fossero altri nascosti dalle tute. Sotto gli occhi portavano entrambe le tracce di una notte insonne: occhiaie scure e palpebre pesanti.
Anche Anna era stanca, per non parlare della fame per la colazione saltata, e non poté non notare che Peter mancava alla lezione. Non che le importasse. Anzi, per svariati motivi ne era sollevata: l'aveva fatta arrabbiare con le sue provocazioni a proposito dei suoi genitori, molto più di quanto lei stessa si fosse resa conto. Non sarebbe stata affatto sorpresa di sapere che anche lui aveva trascorso la notte in Isolamento per qualche malefatta. In effetti, si era quasi aspettata di vederlo arrivare con Tania e Charlotte.
Invece, Peter non si fece vivo. Nessuno bussò alla porta dell'aula, né ci furono interruzioni impreviste.
Quando tutti ebbero preso atto della comparsa di Tania e Charlotte - la storia del gioco della sera prima si era diffusa rapidamente in tutta la classe - gli Eccedenti iniziarono a sussurrare commenti sull'assenza di Peter, dandosi di gomito e guardando il banco vuoto accanto a quello di Anna, dove lui sedeva di solito. Anna, però, era troppo orgogliosa per farsi coinvolgere in quel genere di pettegolezzi. Quindi, si impose di guardare dritto davanti a sé, tentando di ignorare le proteste del suo stomaco e ascoltando attentamente la signora Dawson che spiegava loro come gli Eccedenti dovessero acquistare il dono dell'Invisibilità, ovvero la capacità di essere sempre a portata di mano e, al tempo stesso, di non far mai avvertire la propria presenza. In verità, stabilì Anna, probabilmente era un bene che Peter non fosse lì. La signora Dawson aveva un'espressione decisa, e Peter non mancava mai di fare brutte figure in quella materia: non usciva mai dalla classe senza aver ricevuto una punizione o qualche nota negativa.
Mentre la signora Pincent era piccola e minuta, la signora Dawson era grossa: alta più di un metro e ottanta, con rotoli di ciccia che ballonzolavano a ogni suo movimento. I capelli, nonostante fossero raccolti in uno chignon come quello della signora Pincent, in qualche modo riuscivano sempre a liberarsi, e la signora Dawson era costretta a toglierseli continuamente dalla faccia.
Ad Anna piaceva la signora Dawson, ed era determinata a riuscire bene nella sua materia. La Buona Condotta era fondamentale. La signora Pincent diceva sempre che i Legali consideravano la Buona Condotta una delle abilità più importanti in un Eccedente, maschio o femmina che fosse.
"Dovete dare l'impressione di non esistere" disse la signora Dawson con voce ferma. "Dovete mimetizzarvi con lo sfondo mentre vi occupate delle vostre mansioni e, al tempo stesso, quando c'è bisogno di voi, farvi trovare immediatamente pronti. È una grande abilità, un'abilità che imparerete soltanto con molta pratica..."
Anna annuì seria e si immaginò nella casa della signora Sharpe, uscire dall'ombra quando c'era bisogno di lei e confondersi con la tappezzeria quando non era richiesta. La perfetta Eccedente. Una vera Risorsa Utilizzabile.
"E come fate ad assicurarvi che la vostra presenza non venga avvertita? Tania?"
Anna si permise di ruotare rapidamente lo sguardo verso Tania, che guardava fisso davanti a sé.
"Dobbiamo tenere gli occhi bassi" rispose Tania, la voce leggermente incrinata: il tono di sfida della sera prima era svanito.
"E...?" domandò la signora Dawson.
"Non parlare né esprimere la nostra opinione" continuò Tania, in tono pacato. "Non pensare né leggere né fare qualsiasi altra cosa che possa distrarci".
"Esatto" approvò la signora Dawson, guardando pensosamente Tania. "E tu che mi dici, Charlotte? Hai qualcosa da aggiungere? "
Charlotte, che esibiva un occhio nero e un'aria sconfitta, si morse il labbro inferiore. "Anticipare i bisogni dei nostri Legali" rispose esitante. "Chiedersi sempre di cosa possono aver bisogno o desiderare..."
La signora Dawson annuì. "Esatto, Charlotte. Dovete pensare sempre a cosa possono volere i Legali. E che mi dici delle cose che potresti desiderare tu, Charlotte?"
Charlotte abbassò lo sguardo. "Noi siamo Eccedenze" disse in tono piatto. "Noi non desideriamo nulla. Non abbiamo il dritto di desiderare. Siamo qui per servire".
"Molto bene" concluse la signora Dawson. "Mettiamolo in pratica, ora. Uno dopo l'altro, voglio che attraversiate l'aula passando di fronte a me. In silenzio, in modo che io non senta assolutamente nulla. Anna, comincia tu".
Gli Eccedenti si sistemarono su un lato della stanza e Anna scivolò sul pavimento il più silenziosamente possibile, seguita da Sheila e da Tania, ottenendo u cenno di approvazione da parte della signora Dawson. Poi fu la volta dell'Eccedenza Harry, che attraversò l'aula in punta di piedi, il viso contratto in una smorfia di concentrazione. Harry era un ragazzo alto con i capelli ricci, i piedi grandi e una corporatura quasi scheletrica. Era arrivato a Grange Hall più o meno insieme ad Anna, ma era più simile agli Eccedenti che erano arrivati ormai grandicelli: era silenzioso, spesso distratto e, a quanto ne sapeva lei, non eccelleva in niente.
"Riesco a sentirti" sbottò la signora Dawson. "Torna indietro, daccapo".
Arrossendo leggermente, Harry tornò dall'altra parte dell'aula e provò di nuovo, fissandosi intensamente i piedi grossi, cercando di impedirsi di fare rumore.
"No!" tuonò la signora Dawson dopo appena un paio di passi. "Sei goffo! Ricomincia!"
Harry tornò indietro e si asciugò le goccioline di sudore che gli imperlavano la fronte prima di ritentare, questa volta sforzandosi di camminare in punta di piedi e guardando nervosamente la signora Dawson. Quando fu a metà strada, la signora Dawson aprì la bocca come per parlare. Harry spalancò gli occhi, e impegnandosi per evitare un'altra critica, perse l'equilibrio. Si afferrò a un banco e lo trascinò con sé rovinando a terra.
La signora Dawson si alzò.
"In piedi!" strillò. "In piedi, Eccedenza Inutile".
Harry si alzò, profondendosi in scuse, ma la signora Dawson era sorda alle sue parole. Gli prese le mani e le tirò fino a fargliele posare su una sedia. Poi prese lo staffile che portava sempre con sé, abbattendolo con ferocia sulle dita di Harry. "Goffo!" gridò. "Imparerai a non essere più goffo. Adesso riprova".
Il volto pallido per il dolore e la paura, Harry tornò dove i suoi compagni stavano aspettando il loro turno. Aveva un dito piegato in modo innaturale e sembrava disorientato mentre iniziava ad attraversare l'aula per la terza volta. Riuscì a percorrere solo un quarto della distanza prima di inciampare di nuovo, l'intero corpo raggricciato dalla paura nell'attesa della punizione inevitabile.
La signora Dawson lo guardò disgustata. "Questa sera resterai senza cena e farai pratica. Passerai tutta la notte ad attraversare avanti e indietro questa stanza. E, se prima di colazione non riesci a farlo in silenzio, domani salterai tutti i pasti e ti eserciterai ancora tutta la notte finché non riuscirai a farlo come si deve. Mi hai capito?"
Harry annuì e raggiunse barcollando Anna, Sheila e Tania. Rimase con lo sguardo fisso sul pavimento, tenendosi stretta la mano sanguinante, mentre veniva chiamato alla prova l'Eccedenza Charlie.
"Se l'è presa con te soltanto perché l'Eccedenza Peter non è qui" sibilò Charlie a Harry qualche istante più tardi, dopo essere riuscito ad attraversare l'aula con successo. Poi spostò lo sguardo su su Anna. "E Peter pagherà anche per questo".
Anna lo guardò, poi distolse gli occhi. A lei non importava niente. Tutto ciò che aveva sempre desiderato era diventare una Risorsa Utilizzabile, ed era determinato a concentrarsi solo su questo. Il suo labbro inferiore stava tremando impercettibilmente, e d'un tratto si sentì in preda alla paura e all'incertezza, con una sensazione di vertigine, come se stesse cadendo da una grande altezza. Ma era sicura che sarebbe passato presto. Passava sempre tutto, a Grange Hall. Ci pensava la signora Pincent.
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la Dichiarazione
RomanceInghilterra, 2140. La morte è stata sconfitta. Provate a immaginarlo: la morte non è più inevitabile e tutti bambini sono considerati qualcosa di orribile, innaturale. Provate a immaginarlo: esistono medicine che fermano l'invecchiamento e nel mon...