Leiden

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                                                                                                                      Alle ragazze a cui voglio bene.

                                                                                                                                               Sì, proprio voi.



                                                                                    Leiden.


Dachau, numero 99135

PARAGRAFO 175



▪ 175 Affettuosità tra uomini

I. Un uomo che ricopre un ruolo attivo o passivo in affettuosità con altri uomini è punito con la reclusione.
II. Se nell'attività è coinvolta una persona che, all'epoca del fatto, non aveva ancora raggiunto il venticinquesimo anno d'età, la Corte non può non emettere una sentenza di condanna, anche nei casi lievi.

▪ 175a Gravi affettuosità (Schwere Unzucht)

La reclusione fino a dieci anni, ridotta di tre mesi laddove ricorrano circostanze attenuanti, è comminata:

1. all'uomo che, attraverso l'uso della forza ovvero la minaccia dell'altrui incolumità, costringe un altro uomo ad avviare un rapporto nel quale riveste il ruolo di compagno attivo o passivo;

2. all'uomo che, abusando di una posizione di superiorità legata a servizi, lavoro o impiego, costringe un altro uomo ad avviare un rapporto nel quale riveste il ruolo di compagno attivo o passivo;

3. all'uomo che, compiuti i ventun anni, persuade un uomo di età inferiore ai ventun anni ad avviare un rapporto nel quale riveste il ruolo di compagno attivo o passivo;

4. all'uomo che offre a pagamento sé stesso per un rapporto nel quale riveste il ruolo di compagno attivo o passivo.

▪ 175b Bestialità

La fornicazione innaturale tra un uomo e un animale è punita con la reclusione. Può essere emessa anche una sentenza di interdizione dai diritti civili.

Settembre, 1935

Un ragazzo, dai capelli scuri e le occhiaie marcate di un viola opaco, fece il suo ingresso nella sala dell'udienza, le mani legate da manette in acciaio inossidabile – che gli avevano rovinato i polsi magri – e spinto malamente da due guardie naziste vestite con abiti militari ed, in un certo senso, particolarmente eleganti e ufficiali, in perfetto contrasto con i suoi stracci incrostati di sangue e maleodoranti.

Perché sono qui?, era la domanda che Harry si era posto quando un gruppo di uomini con un passamontagna calato sul volto lo aveva preso e dichiarato colpevole di alto tradimento. Non aveva fatto nulla per meritare quel trattamento meschino e crudele, se non amare incondizionatamente una persona importante in quella vita che gli aveva dato e tolto tanto. Eppure Harry era lì, davanti a un vecchio di oltre settant'anni con la cataratta a velargli le iridi chiarissime – tipiche degli ariani – e i radi capelli bianchi come la neve invernale che solitamente ricopriva la vetta del monte Nebelhorn. Questo sedeva su un trono immenso, troppo per il suo corpicino secco e rattrappito, davanti a una cattedra regale in legno scuro, probabilmente mogano pregiato; teneva un blocco spesso di fogli stampati in una calligrafia sterile e pulita stretto tra le dita rugose, chiazzate di un bianco più chiaro del normale, segnate dall'età, mentre lo sguardo apparentemente vacuo era fisso sulla targhetta dorata con su scritto "Giudice R. T. Scholz" , probabilmente sporca di sangue incrostato, come il pavimento che portava ancora qualche goccia rossastra confusa tra le crepe del marmo.

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