Capitolo 3

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Zoe Pov

Il suono del mio telefono mi sveglió dal mio lungo sonno.
Erano le 7.00 e io alle 8.00 avrei dovuto essere a scuola.
Maledissi la scuola e mi alzai, mi feci una doccia veloce e mi vestii, mi misi dei jeans scuri leggermente strappati, una maglietta con una stampa, e le mie converse nere basse, mi misi il bracciale di cuoio nero che mi mettevo sempre, mi feci il ciuffo presi lo zaino e uscii .
Salutai tutti in modo veloce presi un cornetto al cioccolato e uscì.
Ad aspettarmi fuori c'era la mia moto rosso fiammante che amavo tanto.
Mi misi il casco, salì in sella e partii facendo il solito casino che faceva arrabbiare tutti.
Amavo la velocità, adoravo andare in moto.
Mi avviai verso la mia nuova scuola la School of Economy and Commerce.

***

Arrivai nell'inferno di tutti i ragazzi e ragazze, parcheggiai la moto mi tolsi il casco e mi avviai verso l'entrata.
Questa volta rimasi stupita, questa scuola era gigantesca sembrava un college.
Presi coraggio e varcai il cancello, mi sentivo un po' osservata, che avevano tutti da fissarmi?
Andai in segreteria e ritirai il mio orario scolastico.
Alla prima ora avevo chimica... che noia... nonostante trovassi la maggior parte delle materie noiose me la cavavo bene a scuola, avevo tutte "B" e non mi impegnavo nemmeno.
Mi bastava stare attenta alle lezioni e non dovevo neanche studiare, oppure se non avevo voglia di seguire studiavo a casa ma comunque apprendevo velocemente.
Entrai nella classe, era quasi piena c'erano pochi posti liberi, la prof sarebbe arrivata fra poco, mi sedetti in fondo all'aula e appoggiai la testa al muro mentre giocavo con il telefono.
"Mi posso sedere quì?" mi chiese una voce .
Guardai dove avevo sentito la domanda e annuii.
Era una ragazza, aveva i capelli castani mossi lunghi, gli occhi verdi ed era snella.
"Piacere, io sono Jessica" mi tese la mano e la strinsi con poca voglia.
"Zoe" dissi semplicemente.
La lezione cominció e fu' una vera scocciatura.
Per tutto il tempo pensai alle selezioni di calcio che sarebbero avvenute a pranzo ed ero emozionata.

***

Misi il libro di chimica nella borsa
e uscii dall'aula.
Non volevo fare amicizia, volevo solo finire l'anno in pace cosi che l'anno prossimo avrei potuto andare al college dove c'era sia sport che economia e commercio.

***

Fnalmente era ora di pranzo ma il mio obbiettivo non era andare in mensa bensì andare in palestra dove c'erano le selezioni della squadra di calcio misto.
Mi cambiai in bagno e mi misi i miei soliti vestiti di quando giocavo a calcio.
Mi recai in palestra con lo zaino in spalla, aprii le porte e mi guardai intorno: c'erano solo maschi.
Figuurarsi le ragazze avrebbero potuto rompersi un'unghia..
Lasciai lo zaino in un punto della palestra e mi misi vicino gli altri ragazzi che si erano presentati alle selezioni.
Le porte si spalancarono ed entrarono la squadra della scuola.
Si misero davanti a noi e il capitano (almeno credo) si avvicinó a noi.
"io sono il capitano della squadra di calcio sono Jason Miller".
Ci fu'un chiachiericcio improvviso a sentire il suo cognome ma io lo guardavo annoiata, non mi importava chi fosse.
Ci squadró tutti e guardando me fece un piccolo ghigno.
"Bene, bene chi abbiamo quì una ragazza o per meglio dire una femmina, perchè hai ben poco di una ragazza" rise ghignando.
"Sei sempre così simpatico Miller? La mia inesistente femminilità cosa centrebbe con la selezione di calcio?" chiesi annoiata.
Lo squadrai. aveva degli occhi verde brillante, erano molto belli, capelli castano scuro corti, alto, muscoloso.
Bello direi, ma con me i ragazzi non attaccavano figurati i ragazzi di questo tipo, non ero mai stata innamorata.
"Ah non centra nulla, mi diverto a deridere i perdenti" rise.
"Perdente sarai tu" ringhiai.
Ci guardammo negli occhi con fare di sfida.
"Qual'è il tuo nome?".
"Zoe" risposi.
" E il tuo cognome?".
Ridacchiai.
"Ti basta sapere il mio nome, io non dó peso al cognome o alla pestigiosità della famiglia, tu invece lo vai a sbandierare ai quattro venti" .
Mi guardó infuriato.
"Bene, vuoi entrare nella squadra dovrai vedertela con me" disse serio.
"Okay, sarà bello metterti in ridicolo" dissi ghignando.
Tutti si sedettero per terra ansiosi di assistere a questa sfida.
Per prima cosa mi fece palleggiare la palla per un minuto prima sul piede e poi di testa , poi mi fece fare lo slalom, passaggi con lui prima da ferma o poi in movimento,passaggi volanti, poi lo scartai parecchie volte, lui attaccó e io dovevo stare in difesa a fermarlo, poi il contrario.
lo stavo umiliando completamente era troppo divertente.
"Danny vai in porta!" urló a un ragazzo della sua squadra.
Era il portiere titolare della squadra .
Danny si posizionó davanti alla porta, io posizionai il pallone dove si metteva per fare i rigori, chiusi gli occhi feci un bel respiro per concentrarmi, aprii gli occhi alzai la palla con il piede destro e tirai in porta.
BOOM avevo fatto goal, il mio tiro di ghiaccio non mi aveva mai deluso.
Molti applaudirono, Jason invece mi guardava sorpreso e arrabbiato.
Mi fece fare altri rigori ma feci sempre goal.
Mi mise alla prova con altre cose ma superai tutto.
Li costava ammetterlo ma ero stata brava, non poteva non prendermi.
Alla fine mi raggiuse mezzo rassegnato.
"Bene Zoe... sei dentro".
Esultai interiormente.
"Ma scoprirai che i nostri allenamenti non sono una passeggiata" disse ghignando.
Ergo la pagherai per essere stata brava, ti tortureró finchè non lascerai la squadra..
i maschi e il loro ego smisurato..
"non è un problema" dissi tranquilla
la folla si disperse e iniziarono le selezioni per tutti gli altri.
Io presi lo zaino e andai a cambiarmi, quando uscii dal bagno Jason mi stava aspettando fuori.
"Che vuoi?" gli chiesi brusca.
"Cosí parli al tuo capitano?" mi chiese ghignando.
"Me ne frego di chi sei fuori dal campo da calcio" dissi scocciata.
"Hai il ciclo per caso? Mi sembri nervosetta" sogghignó.
"Perennemente" risposi ironica.
"Bhe comunque ti ho sottovalutato complimenti" disse sorridendo.
Che ci stava provando?
lo guardai male e me ne andai verso la mensa.
Appena entrai presi da mangiare e mi sedetti in un tavolo vuoto, ero stra affamata.
Iniziai a divorare il mio pranzo ma c'era qualcosa che non andava mi sentivo osservata, mi guardai intorno e in effetti era proprio così, non ci feci caso e continuai a mangiare.
"Ti osservano perchè hai fatto il culo a Jason".
Jessica si era seduta vicino a me perchè lo aveva fatto?
"Non me ne frega, io volevo solo entrare in squadra" dissi schietta.
Ella annuii.
"Vuoi che me ne vado?" mi chiese con la sua voce gentile e angelica.
Volevo dire di si, di andarsene fuori dalle scatole ma guardandola in faccia non ebbi il coraggio era una ragazza troppo gentile per mandarla via..
"No, vabbè non mi dai fastidio" risposi alla fine.
Gli brillarono gli occhi.
"Quanti anni hai?".
"17 tu?".
"17, colore preferito?".
"Nlu notte, il tuo?".
"Arancione, sei nuova della città? non ti ho mai visto".
"Si prima abitavo quì ma poi per dei motivi che non ti stó a dire io e mio padre ci siamo trasferiti a Londra e ora siamo tornati perchè lui deve gestire degli affari quì" risposi.
Ella annuii.
Jessica continuó a farmi domande e io anche se ero scocciata risposi.
Tornai a mangiare il mio cibo ma evidentemente oggi a pranzo non si poteva stare tranquilli, Miller si era seduto vicino a Jessica e li aveva dato un bacio sulla guancia, stavano insieme?
"Miller vattene da quì non ti voglio" ringhiai.
"Oh Zoe ma non ti stó dando fastidio" sogghignó.
"Sono sicura che hai degli amici coglioni quanto te perchè non vai da loro?" chiesi fulminandolo con lo sguardo.
"Preferisco stare quì".
Jessica ci guardava come se stessimo combattendo in un'incontro di pugilato.
Era divertita.
"Jason sai che anche Zoe ha 17 anni?" gli riveló.
Jason la smise di sogghignare.
"Sorellina quando finisci oggi?.
"Ho ancora un'ora e poi finisco" rispose.
Incredibile Jessica era sua sorella una ragazza così pura... no...
"Tu sei sua sorella?" chiesi sorpresa.
"Veramente noi siamo gemelli" mi rispose entusiasta.
Un po erano simili ma non erano identici.
"Oddio non vorrei essere al tuo posto".
Lei rise e Jason mi guardó in cagnesco
ma io lo ignorai.
"È tuo il casco sulla sedia?" mi chiese Jason.
Annuii.
"Ha una moto?".
"No, guarda me lo porto in giro per divertimento" risposi ironica.
Egli mi guardó male e io feci lo stesso.
Jessica si divertiva un mondo a vederci litigare, ma cosa avevo fatto per meritarmi tutto questo, io volevo solo tranquillità chiedevo troppo?
Salutai Jessica e me ne andai senza degnare di uno sguardo il mio nuovo capitano
Uscii velocemente, era solo il primo giorno e mi ero già stancata di stare in questo posto, presi la moto e mi avviai verso casa.
Arrivata a casa urlai un saluto annoiato, mi mangiai un piattone di lasagne e me ne andai in camera.
Simba era lì che mi aspettava sul letto, lo coccolai per un po e poi mi misi a leggere.
Ricominciai a leggere Harry Potter la mia saga preferita.
Bussarono alla porta.
"Avanti"
Entró mio padre in giacca e cravatta.
"Com'è andata oggi?" mi chiese gentilmente
"Normale, le selezioni sono andate alla grande sono dentro" dissi entusiasta.
Ci battemmo un cinque.
"Hai fatto amicizie?".
Non avevo voglia di parlarli di Jessica e il suo tentativo di diventare mia amica cosí scossi la testa.
Annuii sconsolato nel sapere che aveva una figlia asociale.
Mi abbracció e uscii dalla stanza.
Mi rimisi a leggere e quando guardai l'orario vidi che era già tardi, avevo già finito il primo libro.
Mi feci una doccia e mi misi dei pantaloncini e una maglietta larga.
Scesi per cenare e come al solito divorai tutto.
Mi misi a fare un po di compiti e poi me ne andai a dormire con Simba che faceva le fusa sopra le coperte.
Mi addormentai in un lampo.

Un magnifico imprevistoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora