Il vento mi lacera la pelle e mi toglie il respiro, mentre scappo via dagli studi di Amici 14. Dopo questa sera, non sarò più la stessa, dopo lui non sarò più la stessa. Accellero con la Vespa di Fabio. Già, Fabio. L'orrendo senso di colpa che ho nei suoi confronti mi corrode. Come ho potuto? Come si fa a tradire una persona che si ama? Per una che amavi di più...? Mi dice la mia coscienza. È vero. Non amavo Fabio. O forse si, ma come si può amare un uomo se ogni tuo pensiero è rivolto verso un'altra persona? Accellero ancora di più. Sento l'adrenalina scorrermi nelle vene, voglio dimenticare. Adesso. Ma non posso. È come se mi scordassi di dimenticarlo, come se non potessi neanche volendo. Ed io non voglio. Vedo i suoi occhi nei miei, di quel verde così profondo da sembrare oceano. Vedo la sua immagine fissa nei miei pensieri, e tutti i nostri momenti mi attraversano la mente. Io che l'ho scelto per la mia squadra, le nostre continue provocazioni, gli scherzi divertenti e quelli irritanti, i suoi sorrisetti, il nostro primo litigio, poi gli abbracci, ed i momenti solo nostri. Quelli in cui il resto del mondo scompariva, ed esistevamo solo noi due. Tutte quelle volte nelle quali ci siamo voluti, e non ci siamo mai presi, i baci che desideravamo entrambi, ma avevamo troppa paura. Troppi impedimenti. La fama, il successo, il gossip, le telecamere, la carriera. Siamo stati proibiti, perché siamo famosi. Perché l'amore non può esistere in un luogo così. Non si può semplicemente amare senza essere su tutti i giornali il giorno dopo. No. È così che va, ed io mi sono rassegnata ormai. Sento le lacrime sferzare il vento estivo e scomparire, veloci, dalle mie guance. Non ce la faccio proprio a non innamorarmi, eh? Come al solito, deve andare male. Proprio con lui. Questa doveva essere una serata felice per me, per lui, per tutti. Ma non è stato così. Questa era l'ultima volta. La nostra ultima volta. L'ultima volta nella quale ci siamo amati silenziosamente, facendo parlare i nostri occhi invece dei pensieri, ed è finita. Dobbiamo ritornare alle nostre vite, pensare alle nostre carriere. Non si può pensare all'amore, ma questo non è giusto. Non è giusto non potersi amare sul serio, non poter essere felici insieme, legati per sempre. Serro ancora di più le dita attorno allo sterzo, fino a far divenire le nocche bianche. Mi passa in mente il ricordo più felice. Quello che ho cercato in tutti i modi di stipare in un angolino del mio cervello, in attesa della sua scomparsa, ma eccolo qui, raffiora nella mia mente, straziandomi il cuore.
Flashback
Siamo sul palco. Io seduta all'estremità, lui al centro, su uno sgabello. Gli occhi verdi spiccano sul bianco della tuta. Ci guardiamo per un nanosecondo, prima che parta la base. Lui inizia a cantare. La sua voce mi innesca scariche elettriche che si inseguono per la mia schiena. Già, schiena. Questo è il pezzo che stiamo cantando. Lui c'ha scritto delle barre sopra, ma non le avevo ancora lette.Aspetto qui
sull'angolo del letto
seduto sui miei gomiti
davanti a questo specchio
E alzo il volume dal telecomando dello stereo
il tuo phone sembra un aereo
E cosi' ti spio dal riflesso del vetro
e scusami se cedo
in nome del mio ego
Che sei la mia vergine
come te lo spiego?
Se è vero che proteggi me
da ogni mio segreto
Non mi voltare le spalle mai
nemmeno se ti spogli,
lo so che ti vergogni
E non mi lasciare da solo mai
dai, vieni a sederti vicino
fammi sentire che vivo
scaldami con un respiro
sappi che neanche il destino
è l'unico che forse ci dividerà
dalla follia dei miei giorni
strana fobia che non torni
l'anatomia dei miei sogni
vedo soltanto la tua di schiena
e io che la tocco appena
nella paura che se ti volti
girandoti ti dissolvi.Cerco di trattenere le lacrime mentre mi alzo dalla sedia, e lo raggiungo al centro del palco. È come se lui abbia scritto queste barre per me. Ma non è possibile, non l'avrebbe fatto, a meno che... no, che pensiero sciocco! Ed io che mi faccio tutti questi film mentali!
Quasi mi dimentico che tocca a me cantare. Mentre scandisco le parole, traccio con le dita i contorni della sua spina dorsale, e sento mille farfalle invadermi il cuore. Lui sussulta sotto il mio tocco. Ed in quel momento il resto del mondo non c'è più. Non c'è lo studio, non ci sono i fans, non ci sono telecamere né problemi: solo noi, nell'universo. Tutto intorno a noi sparisce, e siamo soli in una dimensione solo nostra che canticchiamo un motivetto insieme, facendo l'amore con gli occhi.
Fine flashbackNon ce la faccio più. Mi fermo sull'autostrada, in una piazzola deserta, e scendo dalla moto. Pesco il cellulare dalla borsa e guardo l'ora. Sono le tre. Fabio mi starà spettando a casa per festeggiare. Ma non riuscirei a mascherare l'inferno che ho dentro con un sorriso, non potrei mai fingere che tutto questo non sia mai esistito, purtroppo. Mi poggio sul muretto che circonda l'area di servizio, mentre permetto alle lacrime di sgorgare libere sul mio viso. Alzo la testa, per osservare le stelle. È un'abitudine che mio padre mi ha fatto prendere da piccola, guardare il cielo quando si sta male. Mi soffermo su una costellazione in particolare: l'orsa maggiore. Mi ritorna in mente la sua cover de "La nuova stella di brodway", sulla quale ha scritto delle bellissime barre. Ecco... ripenso a lui, è inevitabile. Mi accovaccio per terra e continuo a singhiozzare, disperata. Perché? Perché non possiamo?! Cosa abbiamo fatto di male? Io lo amo. Con tutta me stessa. E anche lui, ma sappiamo entrambi che è pericoloso. Ho cercato di lottare, di farcela, ma non ce l'ho fatta, nemmeno stavolta. La verità è che sono una codarda, sono scappata via senza spiegazioni, perché per me conta di più l'opinione del mondo esterno che la mia volontà.
Piango ed urlo straziata, finché non sento un ticchettio sulla mia spalla destra. Mi alzo, terrorizzata, ma quello che mi trovo di fronte non ha nulla a che fare con la paura.
È lui.
Mi avvicino a lui, ancora singhiozzante, fino ad stargli di fronte. I miei occhi sono all'altezza del suo cuore, quindi devo alzare la testa per essere catturata dai suoi occhi. Ho il cuore che palpita impazzito, e mi manca il respiro. È così bello. Riesco a capire solo questo. L'unica sensazione che provo sono i brividi sulla schiena.
Lui, lentamente, si avvicina, fino a che sento il suo petto sfiorare il mio. Siamo vicinissimi, a pochi millimetri, quando sento la sua voce calda e rassicurante.
"Sergè."
"Cretino.", gli rispondo sorridendo.
"Sei bellissima."
Avvampo, imbarazzata.
Poi realizzo.
"M'hai seguita?"
"Già. "
"Perché? "
"Per fare questo. "
E mi bacia. Il resto dell'Universo scompare intorno a noi, siamo soli, con le stelle che testimoniano il nostro amore. Le sue labbra si muovono decise sulle mie, le mie mani scorrono febbrili in cerca delle sue, non c'è nessuno che ci possa separare. Vedo solo la sua immagine impressa nei miei occhi chiusi, i suoi occhi verdi nei miei, le nostre anime legate per sempre."Sei negli occhi e via da lì non scendi."