Capitolo 1: Deodorante

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Capitolo 1

Inizio le mie giornate, alzandomi alle 6, con una corsa nel parco o sul tapis roulant nel mio attico. Una colazione veloce e poi al lavoro. Per essere più precisi ho due lavori, sennò come farei a mantenere tutto questo lusso? Di giorno sono un rispettabile ingegnere meccatronico,qual è il mio compito? Inventare cazzate. E in questo sono brava, sennò non potrei presentarmi al lavoro alle 10 e tornare a casa alle 5 di pomeriggio. Il mio capo mi lascia fare, sono troppo preziosa nell'azienda, ho inventato non so quanti aggeggi inutili o meno. Ho molta fantasia e mi piacciono i soldi.

Il mio secondo lavoro? Beh non so se definirlo proprio un lavoro. Grazie alle mie conoscenze informatiche ho inventato una semplice applicazione (esatto, quelle scaricabili su smartphone e tablet), a pagamento, in cui i clienti soddisfano i propri bisogni più intimi. Accedono, o si registrano, inseriscono le loro richieste per la serata, specificandoil tipo di donna, il carattere che deve avere, l'abbigliamento (intimo compreso) e altri piccoli dettagli e fantasie. L'amministratore della app, cioè io, provvede a procurare al clientela ragazza richiesta.

Un piccolo dettaglio: la ragazza in questione sono sempre io. Il nome dell'applicazione è WhatsSex.

Anche il mondo della prostituzione deve stare al passo con i tempi e diventare più tecnologico. Ma non mi ritengo una prostituta, ma solo un giocattolo, inoltre le cifre che guadagno ogni sera sono spropositate. Non ho sensi di colpa e non me ne vergogno ma ovviamente il mio "passatempo" è un segreto. Gli uomini che richiedono la prestazione sono tenuti a mantenere l'anonimato. Io non conosco loro e loro non conoscono me. Ovviamente però devo tutelarmi. Così nessuno sa dove abito ma io so dove abitano loro. Inoltre, ho un dispositivo gps impiantato nel lobo dell'orecchio, cosicché se mi dovesse succedere qualcosa mi basta schiacciare la piccola capsula che ho nell'orecchio e viene inviato un segnale al mio computer che provvede a contattare la polizia.

Perché lo faccio? Perché ho creato questa app? Sinceramente non lo so, forsevperché l'unico contatto che riesco ad avere con le persone è tramite il sesso: sono piuttosto antipatica. O semplicemente perché mi piacciono i soldi e la trasgressione. Oppure sono ninfomane (in realtà ho anche delle clienti donne).

Arrivo al lavoro in ritardo di un'ora, poso la borsa sulla scrivania del mio ufficio per poi andare a prendere una camomilla al bar (ma chi cazzo beve la camomilla a 25 anni e di prima mattina per giunta? Odio il caffè e l'alcool). Faccio una capatina in bagno e mi metto al lavoro su un prototipo di un nuovo prodotto. L'azienda cliente vuole sviluppare uno smartphone mai visto prima, si potranno fare chiamatee leggere i messaggi attraverso un pannello olografico.

Vi chiederete come faccio a lavorare così poco e produrre così tanto. È semplice, il mio lavoro si basa su idee e sulla concretizzazione di esse, quindi vengo pagata per pensare. Penso quando corro, quando nuoto, quando faccio la spesa o quando sono ciò che il cliente vuole. La mia mente lavora sempre. Sul posto di lavoro metto in atto le idee. Al disegno 3D ci pensano gli sgargini. Io trovo la soluzione e loro eseguono.

Il rapporto che ho con i colleghi è di indifferenza e rispetto, non siamo amici (io non ho amici). Sono molto taciturna e purtroppo ci sono momenti incui mi è difficile contenere la rabbia.

Il lavoro procede bene. E alle 5 p.m. sono già a casa. Controllo le notifiche su WhatsSex se ci sono richieste per stasera, anche se preferisco organizzarmi con almeno un giorno di anticipo.

La cosa buffa, o forse patetica, è che gli utenti credono che dietro questa app ci sia un mondo di donne, uno svariato catalogo tra cui scegliere. Invece sono sempre io. Di solito non accetto richieste dello stesso utente nel breve periodo; agli uomini non interessa il mio volto quando scopano. È per questo che non capiscono il trucco.

WhatsSex_ La app del sesso (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora