Convivenza difficile

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I primi giorni di gennaio trascorsi con Shane si rivelarono quasi assurdi, inverosimili. Chase ammetteva che la convivenza con il proprio adorabile ragazzo - nonché licantropo - fosse spesso difficile, anzi, impossibile. Non tanto quand'era in forma di lupo, se la cavava: entrava ed usciva di casa a proprio piacimento, mangiava fuori, sfogava il proprio bisogno di ululare e correre. Ma in forma umana... era goffo e imbranato. Soprattutto quando si metteva testardamente ai fornelli, o come quella volta che aveva voluto fargli una sorpresa e provato a scrivere un semplice 'ti amo' su un foglietto, riuscendo quasi a dissanguarsi lottando con una matita (le dinamiche del bizzarro incidente ancora gli erano sconosciute). Portato in tutta fretta all'ospedale vicino, il povero moretto aveva dovuto lottare per convincerlo che il dottore non gli avrebbe fatto nulla di male...

Insomma, una convivenza tutt'altro che facile.

Il lupo lo leccò appena sopra il polso, facendolo mugugnare di dolore.

Aveva nevicato tanto, tantissimo. Quel giorno Shane era ragazzo, e guardava fuori dalla finestra con gli occhioni dorati colmi di desiderio. Chase stava per uscire e andare a scuola, nonostante di solito, con quel tempo, preferisse occuparsi del rifornimento della legna.

Il castano era venuto a salutarlo, avanzando verso di lui con passo ciondolante ed espressione supplicante.

- Chase... - aveva gemuto. - Andiamo a fare una corsa?

- Adesso? - si era stupito il fidanzato.

- Ti prego - aveva sospirato Shane, guardando prima lui e poi la candida distesa che sembrava dir loro 'calpestatemi!'.

E come poteva resistere Chase alla sua espressione implorante?

Aveva rinunciato ad andare a scuola e aveva mollato la borsa in un angolo, annuendo lentamente. Il castano gli era saltato al collo e gli aveva stampato un bacio dolcissimo sulle labbra, sorridendo e mormorando 'ti amo'.

Ruffiano, aveva pensato il ragazzo dagli occhi rossi, non riuscendo a trattenersi dal sorridere a sua volta.

In un attimo al suo fianco era apparso il lupo grigio, che aveva atteso impaziente che gli aprisse la porta (per una buona volta non l'aveva sfondata allegramente, strano), poi s'era precipitato fuori e aveva iniziato ad addentare entusiasticamente i fiocchi di neve, saltando come un grosso cane molto sciocco.

Chase l'aveva guardato con una fitta di rimorso. Era il suo elemento naturale, quello, chissà come doveva soffrire nel profondo a non poter star fuori giorno e notte per non farlo preoccupare o farlo sentir trascurato.

Shane aveva mugolato interrogativamente nella sua direzione, distogliendolo dai propri pensieri. Il moro si era sfregato le mani nude l'una contro l'altra per riscaldarle, prima di raggiungere il lupo, il proprio lupo. Lui s'era messo a scodinzolare, dopodiché l'aveva invitato al gioco.

Avevano iniziato a correre, sotto le scarpe poco consone alla stagione del ragazzo il cric-croc della neve in cui affondava. Erano arrivati fino al fiume, fianco a fianco.

'Te la senti di proseguire?', recitava lo sguardo dell'animale. Aveva annuito. Sempre fianco a fianco avevano corso fino alla radura deserta, il branco era a caccia. Davanti a loro uno spettacolo innevato davvero incantevole. Shane continuava a muovere la vaporosa coda come un bizzarro pendolo, leccando al contempo la mano del fidanzato.

Dopo un po' erano tornati indietro, ed era sorpassato il fiume che la suola non adatta a corse sulla neve delle scarpe di Chase l'aveva fatto slittare e cadere malamente.

Il dottore non gli aveva trovato nulla di rotto, comunque aveva preso un brutto colpo al polso ed ora gli toccava portare una fastidiosa stecca.

Per giorni Shane era rimasto nella propria forma lupina, aggirandosi per casa, a discreta distanza da lui, con aria colpevole ed abbacchiata.

In verità Chase non era arrabbiato con lui o gliene faceva una colpa. Voleva solo sentire il suo calore come sempre.

- Ehi... fa male - si lamentò, siccome il lupo gli aveva poggiato il grosso muso sul braccio e anche un po' sulla stecca.

In un batter d'occhio al posto dell'animale comparve il ragazzo che amava, il quale si tirò su dalla posizione scomoda in cui era e lo baciò, prima di cospargergli il petto di baci, facendolo fremere di piacere.

- Fa ancora male? - chiese in un sussuro. Chase gli accarezzò una guancia con la mano sana.

- Mi fa più male quando mi stai lontano... o sapere che sei infelice.

Il castano arrossì e lo baciò ancora.

- Scusa - mormorò.

- E di cosa?

- Sono una frana... mando a fuoco le cose, mi ferisco in modi assurdi, ti coinvolgo in passeggiate e corse ben poco sicure...

Chase si puntellò su un gomito, a un centimetro dalle sue labbra.

- E se a me piacessero tutte queste cose?

Nel profondo, per quanto impossibile vivere con lui fosse, lo amava troppo per poter davvero dar peso alle piccole difficoltà quotidiane. E poi in quanti potevano orgogliosamente affermare di avere come ragazzo un lupo mannaro?

Patto con la luna - Luna nuovaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora