"I see the way she stares out into space,
And I wonder what she's thinking,
Or what see can see in your face."
Delorentos - You Say You'll Never Love HerOlivia aprì gli occhi di scatto, mettendoci qualche secondo prima di realizzare dove fosse.
Sospirò, capendo che era ancora in ospedale. Come il giorno prima, ed il giorno prima ancora. Erano tre giorni che era lì dentro, ma finalmente stava per uscire.
La stanza era spoglia, c'era soltanto un mazzo di fiori da parte della fidanzata di suo fratello. Claire, Kristine e gli altri sapevano che Olivia non era un'amante dei fiori, quindi le avevano mandato soltanto vagonate di sms spiritosi che le tiravano su il morale. Senza contare che erano andati tutti a trovarla durante gli orari di visite: Louis si era addirittura vestito da marinaio e le aveva parlato come un pirata, soltanto per farla ridere.
Aveva ricordi confusi di come era arrivata lì. Ricordava di essere entrata nella doccia e di aver lentamente perso la sensibilità sul corpo. Ricordava di essersi addormentata, e di essersi svegliata in un letto di ospedale con la flebo attaccata al braccio, senza sapere come ci era arrivata o cosa le fosse successo. Quando le avevano spiegato che si trattava di ipotermia, si era sentita davvero una stupida per essersi addormentata sotto l'acqua gelida. Le sue amiche le avevano detto che alcuni medici pensavano fosse un caso di tentato suicidio, ma per fortuna Paul era intervenuto a spiegare che non era nulla del genere. Era arrabbiata con sé stessa, spaventata e non ragionava bene: era stato un incidente. Un incidente che sarebbe potuto andare a finire male, se non fosse stato per Claire.
Louis, Harry e gli altri erano stati disgustosamente gentili con lei da quando era in ospedale: nessuno di loro aveva accennato ad un suicidio, alla sua stupidità... e neanche a Zayn. Nessuno aveva detto una parola su Zayn, e lui non si era visto. Quando Olivia aveva provato a chiedere a Claire, lei era stata evasiva ed aveva evitato di risponderle.
In tre giorni, Zayn non era andato a trovarla neanche una volta. Olivia non potè fare a meno di chiedersi cosa diavolo fosse successo.
Si chiese addirittura se lei avesse fatto qualcosa per allontanarlo, cosa che non si chiedeva da tempo immemore. Di solito era contenta quando la gente se ne andava, quando finalmente capivano che non valeva la pena combattere una battaglia già persa in partenza, ma questa volta era diverso.
La orribile verità era che, pensò Olivia, lei aveva seriamente creduto che lui non se ne sarebbe andato. Che sarebbe rimasto, che non si sarebbe arreso.
I medici arrivarono per farle firmare i fogli della dimissione dall'ospedale, lei si vestì velocemente e fece in silenzio gli ultimi controlli. Dopo mezz'ora uscì dall'ospedale, respirando a polmoni aperti l'aria di libertà.
Nessuno era venuto a prenderla. Nessuno aveva chiamato. Nessuno era venuto a riportarla a casa.
Olivia odiava ammetterlo, ma non si era mai sentita così sola in vita sua.
- Allora, queste bistecche sono pronte o no? -
Niall sbuffò. - Devi avere pazienza, Payne, ci mettono un po' a cuocere. -
- Iniziavo a pensare che te le fossi mangiate crude. - rise Liam entrando in cucina.
- E non dire che non ne saresti capace! - lo seguì Zayn, dando una pacca sulla spalla al biondo.
- Fate poco gli spiritosi e apparecchiate la tavola. - gli intimò Niall senza voltarsi.
Liam e Zayn si scambiarono uno sguardo divertito ed obbedirono senza rispondere. Niall non era di buonumore quel giorno, non era il solito irlandese sorridente, ma i suoi due coinquilini non riuscivano a capire cosa potesse essere successo per far adombrare anche il più simpatico dei lepricani.
- Hey, - iniziò Liam sedendosi a tavola - si può sapere che hai? -
- Credo sia frustrato, il ragazzo. - tentò Zayn.
Niall scrollò le spalle, mettendo le bistecche finalmente cotte nei piatti - Forse un po'. -
- E' successo qualcosa con Kristine? -
Vedendo che il loro amico esitava a rispondere, Liam e Zayn si fecero più curiosi, puntando gli occhi su di lui. Alla fine, Niall sbottò: - E' che non è successo qualcosa, con Kristine! -
- Aspetta, in che senso? -
- Cioè, lei non vuole... ? -
Il biondo scosse la testa, guardando in basso con sguardo frustrato. - Ogni singola volta che abbiamo avuto l'occasione, qualcosa è andato storto. -
- Spiegati, Horan. - lo spronò Liam.
- La prima volta eravamo qui e tu sei rientrato con due ore di anticipo dal lavoro. - disse rivolto a Liam - La seconda volta Claire si era portata via gli ultimi preservativi rimasti a casa loro. E la terza volta Claire e Harry hanno deciso di cenare a casa di Claire invece che da Harry come previsto. -
- Questa sì che è sfiga. - mormorò il moro.
Liam poggiò prontamente una mano sulla spalla all'amico. - Hey, se ti serve casa libera... basta dirlo. -
- Davvero? - Niall alzò lo sguardo speranzoso.
- Ma certo! - esclamò Liam - Io e Zayn possiamo andare a dormire da Harry... o sotto un ponte... o comunque, possiamo sparire per qualche ora. -
L'irlandese accennò a un sorriso. - Tipo stasera? -
Zayn e Liam si scambiarono uno sguardo veloce, alzando le spalle. - Sì, tipo stasera. -
Il viso di Niall si trasformò improvvisamente in una maschera di felicità. Scattò in piedi afferrando il telefono.
- La chiamo subito! - squittì, componendo velocemente il numero e portandosi il telefono all'orecchio, mentre rivolgeva ai suoi coinquilini un sorriso a trentadue denti. Non appena Kristine rispose, gli occhi di Niall si illuminarono.
- Hey! Ascolta, vieni a cena da me? Liam e Zayn non ci sono... -
- Un vero gentleman. - sorrise sarcastico Zayn.
- Mi piacerebbe tanto, Niall... - sospirò Kristine.
- ...ma? - la esortò lui.
- Ma Harry e Claire vanno a pattinare sul ghiaccio stasera, lo hanno organizzato da giorni, e qualcuno deve stare a casa con Olivia. -
Niall aggrottò le sopracciglia. - Olivia è tornata a casa? -
Al suono di quelle parole, vide Zayn alzare di scatto la testa, puntando gli occhi su di lui.
- Sì, stamattina. Claire era a lavoro ed io sono ancora all'università, quindi nessuno è andato a prenderla e credo che ci sia rimasta male... Stasera non posso lasciarla a casa da sola. -
- Capisco. - mormorò Niall, prima di sentire il telefono che gli veniva letteralmente strappato dalle mani.
- Vado io. - sentì Zayn dire.
- Zayn? - chiese Kristine - Cosa? -
Niall cercò di togliere il suo cellulare dalle mani dell'amico, ma Zayn riusciva a contrastarlo anche con un braccio solo.
- Vado io da Olivia. - ripeté.
- Non credo sia una buona idea... - protestò la ragazza.
- Kristine. - disse fermo Zayn - Vieni a cena qui, io vado da Olivia. -
Senza aggiungere altro, il moro restituì il telefono a Niall ed uscì dalla cucina. Liam e l'amico si scambiarono uno sguardo vuoto, confusi.
Zayn non era mai andato in ospedale da quando Olivia si era svegliata, e da quanto ne sapevano loro non l'aveva chiamata, né le aveva scritto. Non aveva chiesto di lei e sembrava essersi completamente dimenticato dell'esistenza di quella ragazza mora di nome Olivia, almeno da quando aveva parlato con suo fratello Paul.
Niall si riportò il telefono all'orecchio.
- Niall? Ma che cavolo sta succedendo a casa vostra? Vi passate i telefoni, non ci sto capendo nulla... -
- Ho l'impressione che questa sarà una serata interessante. - mormorò Niall, con gli occhi fissi nel punto in cui Zayn era uscito dalla cucina.Claire stava finendo di dare una sistemata al salotto quando, alle tre e mezzo, suonò il campanello.
Sapeva che Kristine aveva finito la lezione alle tre, e quindi avrebbe dovuto essere lei. Probabilmente si era dimenticata le chiavi, si disse, andando ad aprire.
Ma al posto dei limpidi occhi azzurri di Kristine, si trovò davanti due profondi occhi nocciola.
Uscì subito, accostandosi la porta alle spalle.
- Che diavolo ci fai qui? - bisbigliò, arrabbiata.
- Sono venuto a trovare Olivia. - rispose Zayn, con un cenno divertito alla vista dello sconcerto di Claire - Mi fai entrare? -
La ragazza non si mosse, bloccandogli il passaggio. - E adesso ti sembra il momento di venirla a trovare? Non sarebbe stato meglio venire in ospedale, come ha fatto tutta la gente a cui interessa un minimo di lei? -
- Ho avuto le mie buone ragioni per non venire a trovarla in ospedale. - rispose Zayn, piantando gli occhi dentro quelli di Claire.
- Ah, sì? - lo provocò lei - E quali sarebbero? -
- Fammi entrare, Claire. - alzò gli occhi al cielo il moro.
Lei scosse la testa, decisa. - Neanche per sogno. - ringhiò - Questa è anche casa mia, e Olivia è la mia migliore amica, e se siamo in questa situazione è per causa tua. Non so cosa tu le abbia fatto, non so cosa sia successo, ma puoi stare sicuro che non lascerò che succeda di nuovo. -
- Ascoltami. - le intimò Zayn, indurendo il tono - Io non so che razza di film mentali tu ti sia fatta nella tua bella testolina a proposito di quello che è successo la sera dell'incidente, ma ti posso assicurare che non hai idea di come stanno le cose tra me e Olivia, e facendo così non fai che peggiorare la situazione. Stai precludendo alla tua migliore amica la possibilità di essere felice, e vulnerabile, e di stare bene... soltanto perché tuhai paura. -
Claire sembrò impallidire, messa di fronte alla brusca verità.
- Mettendoti in mezzo stai solo peggiorando le cose. E fidati: l'unico modo in cui possiamo salvare la situazione, è che tu mi lasci entrare, ed io e Olivia ci facciamo una bella chiacchierata. -
Come a provare la sua determinazione, Zayn non distolse per un attimo lo sguardo dagli occhi di Claire. Il volto della ragazza aveva perso l'ira che prima le aveva fatto digrignare i denti, ed ora si avvicinava alla rassegnazione.
- Come so che non le farai del male? - mormorò, chiudendo gli occhi per un istante.
- Pensaci: - rispose lui - Se volessi farle del male, sarei qui adesso? -
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FAR AWAY, SO CLOSE
Fanfiction*Se un attimo prima era sicuro che quella festa sarebbe stata una palla mortale, Zayn dovette ricredersi nel momento esatto in cui seguì lo sguardo dell’amica di Claire e lo posò sulla ragazza che si stava avvicinando a loro. *Li conosceva, quelli...