"Estranea"

35 5 2
                                    

Forse tutto è iniziato all'età di dieci anni. Il sentirmi u n'estranea dico. In quinta elementare cominciai a soffrire di crisi di panico, non ero quel tipo di ragazzina alla quale piaceva stare al centro dell'attenzione, quindi la scuola la saltavo spesso. "Te farai la mia stessa fine!! " Mi urlava mia madre. Mio padre? Diciamo che non dimenticherò mai quella prima volta in cui mi riempì di botte, solo perché ebbi una delle mie crisi e per l'ennesima volta non volevo saperne di tornare in quell'inferno. Di certo non volevo avere un futuro lavorativo come quello di mia madre; non che fosse vergognoso, ma non era entusiasmante pulire i cessi della gente. Non mi andava a genio essere comandata da qualcuno che aveva i miei stessi diritti. Ma stimavo mia madre più di quanto un bambino possa stimare il suo supereroe preferito. Caratterialmente volevo essere lei, non si era mai abbattuta davanti a niente, nemmeno quando i suoi fratelli furono messi dietro le sbarre e lei dovette prendersi cura della madre. Aveva lo spirito combattivo lei, io invece mi arrendevo davanti a tutto. Ricordo quando non volevo andare a scuola, e lei per non vedermi stare male mi diceva "Marty, se proprio non vuoi, non ci andare. Vieni con me a fare un pò di shopping, che ne dici? " è stata sempre l'unica a capirmi. D'altronde chi ti capisce meglio di una mamma? Continuai a saltare la scuola fino alla terza media. E questo non giovò molto.... ero nel bel mezzo di una guerra: io contro me stessa. Non ne sarei uscita viva, quelle sono guerre già perse in partenza..

La mia vita prima di teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora