Prologo - 9 anni prima

41 8 5
                                    

L'uomo osservava in silenzio le fiamme che si innalzavano dall'edificio sulla collina.
Quel luogo, di solito così tranquillo e isolato nonostante la notevole vicinanza con la città, ora splendeva come un faro e le lingue di fuoco, talmente alte che sembrava volessero lambire il cielo con il loro tocco rovente, tingevano la notte di uno scarlatto cupo e nefasto.
All'improvviso un rumore di passi lo distolse dai suoi pensieri, facendolo voltare verso la fonte di quel suono: un ragazzo di circa vent'anni, vestito di scuro e dall'aria agitata, che gli si era appena avvicinato. Era stato da poco nominato caporale per essersi distinto in non si sa quale strana missione che il suo capitano gli aveva affidato e, come sempre succedeva, era stato affibbiato a un ufficiale di grado superiore per imparare il mestiere e acquisire esperienza. Nel caso in questione, l'ufficiale prescelto era stato proprio lui, Alastair Lekt, ormai da parecchi anni Capitano della Guardia della famiglia Meakras, nonché uno degli amici più fidati del capofamiglia in persona, Rhys Meakras.
Lekt sospirò. Sapeva già cosa avesse intenzione di dirgli il giovane.
- Signore...- mormorò infatti quello - Signore, l'operazione è fallita.-
- Lo so - rispose l'uomo sospirando nuovamente - Lui è fuggito.-
- Ed è riuscito a portare con sé uno dei due bambini.- Aggiunse l'altro.
A quelle parole Lekt si accigliò. Fissò ancora per un attimo l'incendio, poi chiuse gli occhi e si concentrò. Immediatamente riuscì a percepire l'energia che scorreva nel suo corpo, fluendo potente attraverso i vasi sanguigni dal cuore alla mente e viceversa, e che premeva per liberarsi dalla materia e scatenarsi senza freni. Lekt però non se ne preoccupò e lentamente iniziò ad espandere la sua percezione: prima fino al corpo vibrante e saturo di energia del ragazzo accanto a lui, poi alla struttura del l'elicottero su cui si trovavano, attraversato dalle scariche di elettricità e calore che costringevano le pale a girare contrastando il vento e sostenendo in aria il velivolo e i suoi passeggeri, e infine giù fino alla tempesta di energia che stava imperversando sotto di loro, in corrispondenza della casa in fiamme.
Lekt sapeva che in quella casa vivevano quattro persone: l'obiettivo, sua moglie e i loro due figli, e sapeva anche che il primo era riuscito a scappare. Eppure, le anime che riusciva a percepire erano soltanto due, e questo era strano. Controllò più volte, verificando che l'energia della terza anima non fosse stata mascherata o assorbita dalle fiamme, ma nonostante tutto dovette ammettere che il caporale aveva ragione. Rimanevano in quella casa solo la donna, la cui energia si stava consumando lentamente al piano superiore, e la debole e malandata anima di un bambino che incespicava per uscire dal fuoco. Di suo fratello non c'era traccia.
Lekt imprecò a denti stretti, prima di immobilizzarsi e aggrottare nuovamente la fronte. Tornò a fissare le fiamme e, poco dopo, allargò un'altra volta il raggio del suo sesto senso, concentrandosi questa volta sul bambino che, finalmente ma non senza difficoltà, era riuscito a mettersi in salvo. Percepì chiaramente la stanchezza e l'affaticamento che lo pervadevano, ma non era questo a interessargli: Lekt cercava qualcosa di diverso, una sorta di vibrazione, un'onda che il ragazzino sembrava aver sprigionato per un attimo...
E all'improvviso la sentì. "Si! È questa!" Esultò tra sé soddisfatto, prima che un brivido gli attraversasse la spina dorsale.
"No. Non è possibile. Sono secoli che... no...non ora...non questo bambino!" Pensò scioccato.
A quel punto, Lekt si ricordò del giovane che gli stava accanto e che lo squadrava con aria perplessa e preoccupata.
- Black - Gli disse bruscamente - Controlla anche tu-
- Cosa?- rispose questi, preso alla sprovvista.
- L'anima di quel ragazzino, accidenti!- Ringhiò Lekt spazientito.
- Ah - disse semplicemente l'altro, per poi concentrarsi a sua volta, seppur con aria titubante. Presto però sgranò gli occhi e, voltandosi affannato verso il suo superiore, ansimò: - Signore... Questa, quest'anima è...-
Una gelida occhiata di Lekt troncò la sua frase a metà. Rimasero in silenzio qualche minuto, riflettendo ciascuno sulla situazione, finché Black non si decise a esprimere il suo parere: - Dobbiamo dirlo ai Meakras.-
L'altro tacque ancora qualche secondo, prima di rispondere annuendo: - Lo faremo. Ma- sottolineò Lekt - Solo se il ragazzino sopravviverà.-
- Ma signore...- Tentò di ribattere l'altro prima di essere interrotto - No. Se dovesse morire questa notizia non avrebbe più alcuna importanza né utilità, sarebbe solo un danno per noi due. Dobbiamo tenerlo d'occhio e aspettare. Quindi, se guarirà riferirò tutto a Rhys Meakras personalmente, prendendomene la piena responsabilità. In caso contrario, nessuno dovrà mai saperlo.- Concluse Lekt fissando insistentemente il giovane con i suoi occhi neri.
Black inizialmente sembrava indeciso, ma poi annuì, si portò il pugno destro al petto nel tradizionale saluto delle guardie della famiglia Meakras e si allontanò.
" Com'è possibile" Si chiese Lekt a quel punto " Com'è possibile che in tutte queste settimane non ce ne siamo mai accorti?"
Avevano passato ogni singolo giorno degli ultimi tre mesi controllando l'obiettivo è aspettando il momento propizio per colpire, eppure era sfuggito loro un dettaglio così evidente. Così fondamentale.
Oramai però era tardi per rimuginare, e a Lekt non rimase altro da fare che fissare la casa che crollava tra le fiamme mentre l'elicottero si allontanava sempre di più, e sperare.
Sperare che il bambino sopravvivesse.

NISUS - L'Amuleto del PotereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora