Immagino che mia madre questa mattina sia venuta a svegliarmi e che si sia preoccupata quando trovò il letto vuoto, ancora in ordine e con il lenzuolo ben steso;
Non sa che ore prima, la sera del 27 agosto, il mio ultimo giorno da sedicenne, tornando verso casa, un uomo mi rapì, mi prese alle spalle tappandomi la bocca con la sua mano fredda, soffocata da un guanto di pelle, mi portò con forza in un vicolo cieco, mi mise un sacco di tela in testa, mi legò le mani e mi chiuse in quella che penso fosse un auto o un furgone, mi portò in questo luogo, non so quanti chilometri lontano da casa.Ora sono seduta su di una sedia di legno, la mia bocca è chiusa da un sudicio straccio di stoffa, sporco del mio stesso sangue, e sto piangendo da ore.
Dove sono? Cosa vogliono da me? Chi mi ha rapito? Perchè vogliono me?Mentre mi facevo queste domande, tra lacrime e urli soffocati, una porta alle mie spalle si aprì e dei passi lenti si avvicinarono, accompagnati da un respiro lento e calmo, quello di uomo.
I passi si fermarono, colui che era dietro di me fece un sospiro, nella stanza c'era così tanto silenzio in quel momento che sentii il movimento della sua mano tra i suoi capelli, si schiarì la voce con un lieve colpo di tosse e si avvicinò a me.
Si mise al mio fianco, in piedi, io non girai la testa, avevo troppa paura ed ero in una posizione scomoda, piegata in avanti con la testa verso il basso, caviglie intrecciate con una rigida corda alle gambe della sedia e polsi legati dietro alla schiena con una sottile fascetta da elettricista, la plastica semitrasparente mi tagliava la pelle dei polsi e la mia schiena aveva i crampi, ma non avrei alzato la testa per nessun motivo al mondo, l'uomo al mio fianco si mise di fronte a me,facendo scricchiolare il pavimento di legno marcio sotto i suoi piedi,vedevo solo le due scarpe ed un accenno dei suoi jeans, lo sentivo respirare, sentivo il suo sguardo su di me, sentivo il suo respiro;
Sentivo che passava la sua lingua sulle labbra per inumidirle,per poi chiudere il gesto con uno schiocco di lingua, e poi sentii per la prima volta la sua voce"Destiny, tu sai perché sei qui?"
Io non potevo rispondergli,avevo la bocca sigillata e lui lo sapeva
"Sei qui perché sei la più bella, hai capito?"
Mi disse ironico mentre io piangevo, il mio viso ormai era rigato dalle lacrime
"Guardami negli occhi quando ti parlo" poi aggiunse e con un gesto lieve mi toccò il mento per costringermi ad alzare la testa
"Ma guardati, sei così bella, togli i capelli da viso" e mi toccò le sporche ciocche di capelli che mi coprivano mezzo viso
"Ecco,hai gli occhi lucidi...come mai?perchè piangi? Con me sei al sicuro, più di quanto eri a casa, asciughiamo queste lacrime no?" Mi mise una mano nel viso e mi accarezzò la guancia con il pollice
"Sempre più bella" mi ripeteva, mentre io cercavo di distogliere lo sguardo dai suoi occhi verdi misti al nocciola, contornati da delle ciglia color rame come le sopraciglia e i capelli, rasati lateralmente e con un ciuffo spettinato, ma con un senso, sopra il capo.
"Anche le tue labbra sono bellissime, lo sai questo? Ricordo quando venivo a guardarti fuori da scuola, amo quando metti quel rossetto violaceo, aumenta la bellezza delle tua labbra" e mentre mi diceva questo si piego sulle ginoccia,appoggiando le sue braccia sulle mie cosce, e mi abbassava lentamente il bavaglio
"Non mi dici niente? Adesso puoi, su dai, parla" mi guardava e sorrideva
"Chi sei?...cosa vuoi da me?" Gli dissi balbettante
"Oh,ma io non voglio niente da te, io voglio te.
Voglio renderti felice, al tuo ragazzo hai detto che volevi diventare famosa, e ora lo sei...ti ho visto in televisione.
Vuoi vedere?"Non gli risposi, lui sospirò e si alzò
"Va bene, te lo faccio vedere comunque, chi tace acconsente no?"
Prese lo schienale della sedia e la trascinò, io urlai dalla paura e questo lo fece infuriare
"NON SI URLA QUA....scusa, sono un po' cattivo a volte ed è per questo che non devi fare la cattiva"
Mi portò dall'altro lato della stanza, c'era una vecchia e piccola televisione a tubo catodico per terra, prese un telecomando e la accese
"Vedi" disse girando per i canali "tutti i telegiornali parlano di te"
Ed aveva ragione, i telegiornali dicevano "ragazza sparita il giorno del suo compleanno" "sparita Destiny Wilkinson" "scomparsa nel nulla una neo diciottenne", e poi la cosa più scioccante, stavamo intervistando Christopher, il mio ragazzo.
"Guarda lì, il tuo ragazzo no? Si chiama Christopher, come lo chiami tu? Chris? Sisi...Chris."
Christopher era lì, che piangeva e diceva che mi rivoleva indietro e chiedeva aiuto a tutti
"Che carino no? Gli manchi...ma mancavi tanto anche a me, e ora sei tutta mia" lui disse sottovoce
E appoggiò le sue mani sulle mie ginocchia e mi baciò il collo e ad ogni bacio ripeteva "tutta mia" fino ad arrivare alla bocca, dove aggiunse la lingua.
Io cercavo di toccarlo il meno possibile e gemevo qualche lamento, mentre aspettavo che quell'incubo finisse il prima possibile."Dai, fai la brava...io sono un uomo di parola, se mi dai un bel bacio, fatto bene, ti slego da questa sedia e tu rimani in questa bella stanza, okay?"
Cosa gli potevo rispondere? Gli feci un cenno con la testa, lui sorrise e mi baciò un ultima e lunga volta.
Allontanò le sue labbra dalle mie e mi guardò"Okay, ti slego"
Tirò fuori dalla tasca una grande forbice e tagliò la fascetta che mi corrodeva i polsi, appena la spezzò mi guardai le braccia e le mie ferite non erano molto profonde,meglio così.
Mi tagliò anche le corde sulle caviglie e mi accarezzò la coscia, io non ci pensai e mi alzai in piedi, lo guardai bene ed era bello, mi sembrava strano pensarlo, ma trovato attraente colui che mi aveva rapita, che mi aveva sottratto alla mia famiglia.
Era un uomo alto,magro e con un fisico scolpito, capelli di color rosso ramato, barba rasata e un orecchino pendente a forma di croce."Allora, io ti lascio qui, li c'è un materasso, lì la televisone e ti ho anche portato un panino" e tirò fuori dalla tasca posteriore dei pantaloni un panino imbottito avvolto nel chelophane,lo appoggiò sulla sedia e uscì dalla stanza chiudendola a chiave.
Corsi verso l'unica finestra della stanza e il panorama non era uno dei migliori, eravamo in mezzo al nulla e una fioca nebbia ricopriva il tutto.
Ero in trappola.
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Goodbye||e se non fosse l'ultimo addio?
RandomDestiny è una ragazza semplice; ha una famiglia amorevole,buoni voti a scuola,amiche sincere e un bravo ragazzo come fidanzato. Ma un giorno,il suo compleanno,tutto sarà messo a soqquadro da un uomo,un ragazzo malvagio dai capelli di color rosso ram...