|1| Is anybody out there?

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•AVVISO•

PREMETTO CHE QUESTA STORIA NON È MIA MA DI @_Daylight

L'AUTRICE MI HA DATO IL PERMESSO DI RIPORTARLA QUI.

ALL'INTERNO DELLA STORIA CI SONO SCENE DA RATING ROSSO QUINDI SE NON VOLETE LEGGERE NON COMINCIATE.

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Non è facile distinguersi. Non lo è mai stato.

Sfido chiunque a dimostrare il contrario, perché credo che tutti quanti almeno una volta hanno desiderato di essere considerati di più, o semplicemente di venire trattati diversamente.

Viviamo in un mondo dove se nasci come quello povero, muori come quello povero, se nasci ricco, muori con la stessa fama che ti sei fatto senza volere solo andando in giro con una borsa di Gucci.

Io sono una di quelle persone. Amber Allen era una 'degli strani'.

Evidentemente non sono stata informata sulla legge che dice che se abiti in una villa di due piani, sei figlia di due genitori proprietari di un'azienda, allora sei condannata all'eterna solitudine. In poche parole; i soldi mi escono dal culo, gli altri lo sanno e mi snobbano.

Non ti scegli la famiglia, non ti scegli i parenti, non scegli se nascere sotto un ponte o in un palazzo, ma io non voglio tutto questo.

'Ma che dici? Sei fortunata, vorrei anche io un armadio prendo di roba!' penserete.

Anche io pensavo che avere vestiti firmati non era una colpa, ma solo un po' di fortuna, ma nessuno la pensa così, soprattutto i miei compagni di scuola.

Non mi rivolgono la parola per paura che cominci a raccontare di tutti i paesi che ho visto, della super macchina di mio padre, e della piscina di casa mia, mi parlano solamente per chiedere di passargli i compiti.

I don't wanna be left

in this war tonight

am i alone in this fight?

is anybody out there?

don't wanna be left in this world,

say you'll run to my side.

La canzone di Nelly Furtado mi fece compagnia per il percorso strada scuola che facevo ogni mattina. Non aveva tutti i torti, 'sono sola in questa battaglia?'

A quanto pare sì, dato che in questo mondo non esiste cane che non si ferma all'apparenza.

Sono la cosiddetta 'figlia di papà', con due genitori che ogni tanto non si fanno problemi a viziarmi in po', con qualche vestito di troppo e una cameriera che ogni mattina mi rifà il letto e mi prepara la colazione, ma io sono l'opposto dei miei genitori.

Amo dire parolacce, appena ci provo vengo cazziata da mia madre o da chi va e viene da casa mia, ho già fumato, un paio di volte e ho già avuto la mia prima sbronza ad un addio al celibato. Bello eh?

Arrivai davanti al cancello della mia scuola, tolsi le cuffie e gli occhiali da davanti al viso e mi incamminai all'entrata sotto i soliti sguardi pungenti delle troie della mia scuola e dei loro ragazzi, capitani di tutte le squadre possibili e immaginabili. 

Arrivai all'armadietto, presi i libri delle ore seguenti e mi diressi in classe.

Le lezioni passarono normalmente, noiose come al solito quando non hai nessuno con cui parlare. L'unica ragazza che si degnava di parlarmi era Ally, del mio stesso anno e dovevo dire che mi ci trovavo bene. Non era come tutte le altre oche starnazzanti e non era nemmeno come me, era una via di mezzo e aveva sì e no due ragazzi che ci morivano dietro. A volte la invidiavo parecchio per la sua semplicità. Ero sicura che se le avessi chiesto un parere mi avrebbe risposto 'Vorrei essere come te Amb.'

Io non volevo essere me.

A fine giornata mi avvicinai nuovamente all'armadietto e vidi qualcuno dirigersi verso di me.

Josh, Josh Parker.

Avevo avuto una cotta per lui l'anno precedente. Cosa voleva? Non ero in vena di battute sul mio abbigliamento.

"Ehi Allen!"

"Che vuoi?"

"Francese, io, ripetizioni, domani, ci stai?"

"Potresti parlare la nostra lingua o ti costa tanto?"

"Ho bisogno di ripetizioni, potresti aiutarmi?"

"Va bene. Domani?"

"Sì, ci vediamo da me, ok?"

"Ok, ciao Josh."

Hopeless {Harry Styles, One Direction}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora