Capitolo 6

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'Nobody can drag me down'
Ci creiamo dei muri che pensiamo indistruttibili e crediamo che nussuno possa abbatterli ma ci sbagliamo, chiunque tenga veramente a noi è capace di abbatterli anche solo con un dito, o un sorriso.
Ricordo i primi difficili tempi qui a Torino, poche parole con tutti, lo stretto necessario, e quelle rare volte che uscivo dalla camera finivo per urlare contro tutti quanto stessi male o quanto mi avessero rovinato la vita; a ragionarci poi, non era nemneno loro la colpa totale, un po' di colpa era anche mia e un po' del ragazzino di cui ero, e sono, perdutamente innamorata.
Certe volte basterebbe così poco per renderci felici ma tra la felicita e la tristezza c'è un filo sottilissimo e cadere nella parte sbagliata è semplicissimo.
Fino a poche sere fa non potevo nemmeno immaginare di rivederlo e ora non voglio rivederlo, strano eh?
Quel ragazzo che ha ispirato e che è protagonista dei miei libri era il mio sogno e si è trasformato quasi in un incubo. Un incubo bellissimo.
"Mamma lo so, ti prego non parliamone" sbuffo infastidita. Lo so per certo che alvaro è un giocatore della juve.
"Eravate amici, perchè non lo chiami per un'uscita?" "Per lo stesso motivo per cui non mangio la cioccolata" perchè fa male, male da morire.
Alza gli occhi al cielo prima di girarsi a parlare con mio fratello davide, il figlio perfetto. Io e lui siamo sempre stati in buoni rapporti nonostante mia madre preferisse lui ma io non ero gelosa, l'affetto di mia madre non è mai stato tra le mie priorità. Avevo il suo.
" ti va un passeggiata?" Alzo lo sguardo e trovo gli occhi azzurri di mio fratello fissarmi intensamente. Annuisco e mi alzo da tavola raggiungendo la porta di casa dei miei genitori.
•••
"L'hai già visto?" Lo guardo confusa anche se so a cosa si riferisce.
"Alvaro intendo" scuoto il capo e lui mi alza il viso con due dita. "Non più, ti prego. Non lasciare che ti faccia soffrire ancora, che ci faccia soffrire ancora" cerco di rassicurarlo sorridendo ma non funzione e inizio a parlare.
"Sai Dav, forse stare con lui mi ha reso felice ma ora non potrebbe più. Lui è cambiato sicuramente e anche io sono cambiata, non sono più una ragazzina e Alvarito è per me un capitolo chiuso." O almeno ci provo a chiuderlo.
"Ti voglio bene sorellina" "sono più grande di qualche minuto, fratellino" mi da una sculacciata sul sedere mentre mi tira verso una gelateria poco distante.
Passiamo la serata a chiaccherare animatamente di calcio mercato senza peró parlare di Alvaro e per un momento mi scordo di tutto.
Peccato che sia solo un momento.

Spazioautrice
Corto ma sono via, scusate.
Ditemi che ne pensate, M.

alvarito||alvaro morataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora