"Cosa vi porto signorine?"
"Due pizze grandi e una coca-cola, grazie."
- "Due pizze grandi, una coca-cola e il cameriere qui davanti." -
Il cameriere della pizzeria sotto casa prese le nostre ordinazioni...no, ricomincio; il cameriere alto, moro, occhi verdi, palestrato, proprietario di una nuovissima moto da strada, della pizzeria sotto casa prese le nostre ordinazioni e sparì dietro il bancone.
"Con chi stavi parlando prima?" Disse Ally tra un morso di pizza e un goccio di coca-cola.
"Io? A cosa ti riferisci?"
"A quello strano tizio fuori scuola."
Strano.
Misterioso.Strano.Spettinato.Bello.Strano.
Ok, era strano. Tanto strano quanto io ero curiosa nei suoi confronti.
Ally era già a metà della sua pizza margherita, mentre io, lenta e attenta a non sporcarmi come sempre, ero a malapena al terzo morso della seconda fetta.
Non mi piaceva avere la bocca impasticciata di pomodoro e di conseguenza avere ogni tre secondi il fazzoletto sulla faccia per pulirmi.
Pazienza, avrei rimesso il lucidalabbra alla fine del pranzo, non volevo diventasse una pizza con mozzarella e brillantini.
Ok, alla Principessa Sissy le facevo un baffo.
Ma non era colpa mia che nonostante tutto, una cosa che nella mia famiglia non era mai mancata era la troppa educazione, da avere persino due forchette e due coltelli a tavola.
A proposito di tavola, avevo una pizza da finire prima diventasse colla.
**
Quella mattina decisi di andare un po' fuori dalle regole.
Cioè? Gonna, calze e un po' di scollatura. Basta jeans attillati che non ti facevano mai respirare quelle povere gambe.
Uscii giusto in tempo per non farmi vedere da Jenny, la mia cameriera, sennò avrebbe immediatamente fatto la spia a mia madre. Ah no, non poteva...I miei non c'erano.
Arrivata a scuola, ignorai del tutto le occhiatacce dei miei compagni, oramai erano come il pane quotidiano.
Durante la (pallosissima) lezione di biologia, mi arrivò un bigliettino sul banco dalla mia destra.
Incuriosita lo aprii e riconobbi l'unica scrittura da uomo primitivo che poteva esserci in quella classe.
'Allen, oggi sei particolarmente sexy. Ti andrebbe di uscire?'
Mi girai in cerca della sua faccia, curiosa di vedere che espressione avesse. Incrociai lo sguardo di Josh che in risposta mi fece l'occhiolino per poi tornare a fingere di seguire la lezione.
Al termine delle lezioni, afferrai la borsa e mi diressi all'uscita dove con mia sorpresa Josh, appoggiato alla sua macchina, mi fissava.
Lo guardai per un po' sperando mi dicesse qualcosa. "L'invito è valido anche da adesso."
"Adesso hai deciso di parlarmi?"
"Che vuoi dire?"
"Fino a ieri non mi rivolgevi parola, ora che mi vedi con indosso una gonna ci provi."
"E con questo?"
"Scordatelo!"
"Non fare la difficile."
"E tu non fare il puttaniere fallito, ciao!"
Mi allontanai a passo veloce da lui a testa bassa e senza volere mi scontrai con qualcuno, facendo cadere tutti i libri per terra.
"Scusami, non ti ho visto, non volevo."
Mi alzai di corsa raccogliendo la mia roba e incrociai di nuovo quegli occhi color ghiaccio del giorno prima. Mi mancò il fiato per un paio di secondi.
"Ah, allora sai parlare." Mi sorrise, poi mi guardò addosso, alzando un sopracciglio. Indietreggiai di un passo, tipica mia reazione di quando avevo 'paura'.
"Non sono un maniaco, puoi avvicinarti, non mordo." Mi passò il quadernino che mi era finito per terra. "Tieni."
"Grazie."
Cercai di sorridere per quanto mi trovassi a disagio, dato che non parlavo mai con nessuno e avere rapporti con un estraneo mi metteva in soggezione.
"Comunque sono Harry." Mi porse una mano, che ricambiai quasi subito.
"Amber, piacere."
"Amber...Non sembra un nome da ragazza ricca."
"Non...sono ricca."
Incrociò le braccia poi indicare il mio bracciale d'oro con due diamanti sul polso.
"E questo?"
Nascosi il braccio dietro il libro. "E' un regalo."
"Chi vuoi prendere in giro con la borsa di Louis Vuitton?"
"Non sono affari che ti riguardano cosa indosso o no."
"Non sono tua madre, puoi parlare senza usare il vostro linguaggio strano."
"Parlo come mi pare."
"Te lo ha detto anche quel ragazzo, non fare la difficile." A quelle parole sbuffai e girai le spalle. "Dai, non fare la ragazzina viziata."
Viziata. Odiavo quella parola.
Ero sul punto di lanciargli un libro.
Vedeva che non gli rispondevo, così si parò davanti a me.
"Ricominciamo, ok? Sono Harry." Mi tese di nuovo la mano e istintivamente sorrisi.
"Amber."
"Ti và un frullato?"
"Certo."
"Dimmi un po'...Quello di prima, è il tuo ragazzo?"
"Josh? No, è il play boy della scuola. Solo oggi ha deciso di rivolgermi parola."
"Perché?"
"Non ti interessa davvero."
"Si, invece. Dai spara."
Lo guardai storto.
"Non dirmi che non hai mai sentito questo termine!" Farfugliò con la bocca piena di frullato.
"E tu non dirmi che non sai che non si parla con la bocca piena!"
Si asciugò con il fazzoletto e mi guardò.
"Allora?"
"Ah si. Beh, oggi si è fatto avanti, per...questa." Indicai la gonna nera che portavo.
"Ha ragione, non ti sta male." Disse portandosi alla bocca un altro sorso di frullato. Abbassai lo sguardo, rossa in viso.
"Non ti faccio nulla, tranquilla. Non sono un maniaco." Guardai l'ora al mio telefono, era tardi.
"Devo scappare, è tardissimo, scusami."
"Fa nulla. Allora, ci si vede."
"Ehm si, ci si vede...Harry."
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Hopeless {Harry Styles, One Direction}
Fanfic"Porca puttana Harry, è possibile che non ne fai una giusta?" "Mi dispiace, rimedierò." "Ti conviene." Aggiunse Matt. "Hai altri dieci giorni Styles, capito?" - - - QUESTA STORIA NON È MIA MA DI @_Daylight, CHE MI HA DATO IL PERMESSO DI RIPORTARLA...