Non girarti

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Emily si annodò per bene il laccio e proseguì per il marciapiede. Aveva ottenuto un permesso di uscita anticipata a causa di qualche linea di febbre, ed ora guardava basso davanti a sé mentre camminava verso casa. La madre avrebbe finito di lavorare verso l'una e la avrebbe raggiunta a casa. Stava per svoltare la curva quando qualcosa notò la sua attenzione: un libro giaceva nel prato. Emily si chiese cosa potesse farci lì, mentre raccoglieva il libro dall'erba umida. Corse a casa e si mise sul letto, incuriosita più che mai. Prese il libro dal comodino e lo aprì: aveva un aspetto vecchio, e le pagine erano color crema. La copertina di cuoio non portava nessun titolo o autore, e la storia non era suddivisa in capitoli. Emily lo trovò strano, ma decise comunque di leggerlo. La storia parlava di un certo Mark che, andato in libreria per cercare un sussidio di storia, aveva trovato un libro affascinante tra gli scaffali ed aveva iniziato a leggerlo. Era arrivata alla descrizione della camera del ragazzo quando la porta sì aprì.
"Emily tesoro, come ti senti?" le domandò la madre, avvicinandosi e sedendosi vicino a lei.
"Un po' meglio..."
"Sono contenta. Vado a prepararti qualcosa... Oh, vedo che stai leggendo! È un nuovo libro?"
"Sì."
"E dove lo hai preso?"
"...In libreria, a scuola."
Emily non sapeva perché, ma non voleva dire alla madre dove aveva trovato il libro. Lei per tutta risposta le diede un bacio e si avviò verso la cucina.

Emily lesse tutto il pomeriggio, e anche la mattina dopo a colazione: quel libro la stava affascinando. Era tentata di tirarlo fuori sullo scuolabus, ma non si apriva la zip dello zaino, per cui si limitò a ripercorrere mentalmente la storia letta fin ora: questo ragazzo, di nome Jordan, comincia a leggere questo libro, e ne rimane sempre più affascinato, tanto che una volta rischia di essere investito da una macchina pur di leggerlo. Una storia curiosa, di certo insolita pensò Emily.
Durante la lezione di italiano la professoressa chiese i compiti del giorno, ma Emily non li aveva: si era scordata di farlo, pur di leggere. La professoressa la perdonò, ritenendo la febbre colpevole. A ricreazione Emily non si riuscì a trattenere, così prese il libro e continuò a leggere.
Ormai Emily passava tutti i pomeriggi a leggere, e quando poteva anche le mattine. Spesso non cenava, pur di stare in pace e continuare la storia, ed i compiti erano ritenuti superflui. Si scordò di bere, mangiare e dormire.
Intanto, il ragazzo nella storia trovava così avvincente il libro che cominciò ad isolarsi, rimanendo chiuso in casa e scordando gli studi per la laurea di chimica. Emily stava per girare pagina quando il display del suo cellulare si illuminò, e la suoneria riempì il silenzio. Controvoglia, la ragazza aprì la chiamata.
"Pronto?"
"Emily! Ma allora sei viva, mi puoi dire dove sei?"
"...Dove sono in che senso?"
"Non ti ricordi che avevamo un appuntamento con Kim per andare a vedere quel nuovo film?"
"...E quando ne avremmo mai parlato?"
"Ieri a ricreazione, mentre tu leggevi quello stupido libro."
Mara non ottenne una risposta, regnava il silenzio dall'altra parte della cornetta.
"Emily! Mi rispondi?"
"Ah sì scusami Mara, ma non ho proprio voglia di uscire oggi."
Emily ottenne uno sbuffo.
"Vabbè, okay, ci vediamo domani a scuola."
"Cià." Borbottò la giovane, chiudendo la conversazione e tornando al libro.

Il giorno dopo a scuola Emily non assisté nemmeno ad un minuto di lezione, e lesse di nascosto sotto il banco. Tornata a casa, si chiuse in camera. La madre sospirò, non potendo non notare quanto la figlia si era fatta asociale e scontrosa negli ultimi giorni: stava sempre in camera a leggere il suo libro. Si stava preoccupando per lei, ma il marito era dell'opinione che era solo una fase. Intanto Emily leggeva indisturbata nella sua camera, le tapparelle abbassate ed il telefono spento. Quel libro la affascinava ogni parola di più: il ragazzo nel libro stava giungendo ad un completo isolamento, non usciva più di casa e non dormiva. La ragazza con cui conviveva insisteva per portarlo da uno strizzacervelli, ma lui continuava impassibile a leggere.

Quella mattina Emily non andò a scuola. Rimase in camera sua a leggere il libro. Le sue dita ormai magre a causa del digiuno forzato scivolavano sulla carta, mentre le occhiaie le indolenzivano le palpebre. Sua madre e suo padre erano usciti presto quella mattina, confidando nel fatto che Emily sarebbe andata a scuola da sola, ma lei si chiuse in camera, continuando a leggere. Non le importava più della scuola oramai, la sua attenzione era tutta per il libro.
"Jordan chiuse la porta in faccia alla sua ragazza. Con una sfuriata lei aveva fatto le valige e si era avviata alla porta decisa ad andarsene, ormai stufa dell'apatia del suo fidanzato. A lui non importava granché, gli interessava solo del libro ma fu contento di stare di nuovo solo, così ciabattò fino al divano e si sdraiò, in compagnia del suo libro. Girò l'ultima pagina di quel libro così avvincente e lesse l'ultima frase. Jordan storse il naso, contrariato, poi si girò e..."
Emily non poteva credere che il libro sarebbe finito così, per cui incredula fece scorrere lo sguardo sulla carta, e notò una stampa nella pagina seguente. Emily girò la pagina e lesse quella frase.
"NON GIRARTI."
Qualcosa in Emily fece scattare la paura. Dei brividi scorrevano sulla sua spina dorsale, come se qualcuno la stesse osservando. Inspirò e voltò la testa.
Il suo urlo di paura riecheggiò nel silenzio della casa, mentre il buio invadeva la visuale.

Mark era seduto sul prato, all'ombra di quella solida magnolia che tanto amava. Era un luminoso pomeriggio, così si era diretto al parco per stare un po' in pace e finire di sottolineare il capitolo di storia. Alzò lo sguardo e notò una cosa strana: c'era un vecchio libro incastrato tra i rami. Incuriosito, si alzò in punta di piedi e lo prese. La copertina era vuota, solo il duro cuoio a contatto con le sue dita. Ignorò gli schiamazzi dei ragazzini e chiuse gli appunti evidenziati in giallo, si risiedette e lesse un paio di pagine di quell'insolito libro: parlava di una ragazza di nome Emily, che tornando a casa da scuola anticipatamente, trovò un libro in un prato.

Eheheh scusate se ho fatto un'altra storia horror ma l'altra one shot che sto preparando è in fase di scrittura per cui intanto pubblico questa scritta da me. Ah, e non prendete la cosa sul serio: amo i libri e non farei nulla contro di loro *^*

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