Capitolo 15

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Per tutto il weekend i Courter non furono a casa, così, dopo i vani tentativi di Hope di restituire la maglietta a Gage, la ragazza si arrese e decise che gliel'avrebbe portata a scuola Lunedi. Non aveva idea di come attaccare bottone senza sembrare un'idiota come le capitava sempre e ci pensò tutta la domenica arrivando al lunedì ancora completamente indecisa. Aveva infilato la maglietta in una bustina di plastica rosa, così mentre camminava per i corridoi e la gente la guardava si sentiva una scema, convinta che tutti la fissassero per via della borsa. Gage era sul suo armadietto, che sistemava i libri nello zaino e ne riponeva altri a posto. Indossava la divisa, con la camicia bianca perfettamente infilata nei pantaloni e un paio di scarpe bianche, Adidas probabilmente. -Ciao Gage- Fece Hope arrivandogli accanto. Il ragazzo fu sopreso di vederla e le sorrise caldamente appena la notò. -Buon giorno Hopy, come mai qui?- Fece raggiante. -Volevo riportarti la maglietta- Disse dandogli la busta con la T-shirt. Il ragazzo la prese e la infilò nell'armadietto chiudendolo. -Che combini? Hai da fare oggi a pranzo?- Chiese mettendole una ciocca di capelli dietro l'orecchio. -No, pranzo sempre con Kole e Kyle- Rispose lei alzando le spalle. -Posso unirmi a voi?- Fece lui speranzoso. Hope annuì sorridendo. -Ma certo. Lo dico anche a Holt- Fece indicando la classe in cui si sarebbe dovuta dirigere a breve. Gage annuì. -Va bene. A dopo allora- Lei lo salutò con la mano mentre si girava e andava verso la classe. Appena entrò trovò Holt seduto esattamente dove lo trovava ormai ogni lunedi da due settimane. Ultimo banco. Capelli arruffati. Vans sporche e aria annoiata. Hope gli scivolò vicino e poggiò un gomito sul banco per guardarlo. -Buon Giorno Holt Courter- Fece sorridendo -May- Rispose lui con un cenno della testa non degnandola nemmeno di uno sguardo. -Che hai?- Chiese lei preoccupata -Niente- Rispose secco lui. Hope alzò le spalle e continuò a sorridergli. -Ti va di pranzare con noi?- Chiese Hope in modo carino. -No- Fece lui nuovamente secco. -Ma non sai nemmeno chi siamo- Holt sbuffò girando lo sguardo al lato opposto. -Chi siete...- Hope sorrise e si avvicinò a lui -Io, Kyle, Kole e Gage- Holt sorrise maliziosamente. -No- Fece poi ad un metro dal suo volto. Aveva l'aria seccata e sembrava arrabbiato, come lo era alla loro cena. Allungò il braccio per prendere il suo zaino poi si alzò e andò a sedersi in un altro banco, due file piu avanti. Hope rimase li ferma a metà fra l'imbarazzo e lo stupore. Due ore dopo Hope vagava per i corridoi diretta verso la sala mensa con lo sguardo perso. Essendo ormai arrivato Novembre ed essendosi ormai abbassate decisamente le temperature il preside aveva dato il pernesso alla riapertura della sala mensa e della caffetteria interna. Mentre raggiungeva i ragazzi esausta dalle tremende cinque passate, la ragazza non poteva far a meno di domandarsi che cosa passasse per la testa dell'amico Holt. Era praticamente da quando avevano cenato assieme che si comportava in modo strano, evitandola o impicciandosi troppo dei suoi affari, come nel caso del Jack Daniels. Sembrava... geloso. Appena realizzo quel piccolo aneddoto la sua mente lo ricacciò indietro quasi a volersene liberare. Holt geloso? Di lei? Impossibile. Quando entrò nella sala dopo aver spintonato un po' qualche compagno impiegò un po per individuare gli altri in fondo alla stanza. Si avvicinò a loro facendo slalom fra tavoli e persone e le sembrò un sollievo essere ancora viva quando li raggiunse. -Hey Hopy- Fece Kole vedendola. Subito dopo Gage e Kyle la guardarono sorridenti come per darle il benvenuto. -Affollato il posto- Fece lei indicando tutti quei ragazzi indaffarati con la fila infinita o i tavoli pieni. -È sempre così. Fra dieci minuti alla fine vanno via tutti- Rispose Gage infilando in bocca una forchetta di insalata. Kole indicò Melanie che mangiava con un paio di amiche ad un tavolo poco distante. -Stasera ragazzi esco con lei, quindi non aspettatemi per cena-, -Oh che grave perdita- Fece Holt mettendosi una mano avanti alla bocca. Gage deglutí pesantemente-Ma piuttosto dov'e Holt?- Fece rivolto alla ragazza. Hope bevve un sorso del the che si era portata da casa. -Ha detto che non veniva- Rispose alzando le spalle come se non le importasse. Posò il dito sul tavolo e fece finta di disegnare qualcosa col polpastrello. -Ma eccolo invece- Fece Kyle indicando il ragazzo che Hope non riconobbe immediatamente. Era un Holt completamente diverso da quello con cui aveva avuto a che fare lei quella mattina. L'Holt di quel momento aveva i grigi occhi vispi e allegri, la sua bocca era piegata a formare un sorriso e camminava tranquillo diretto a quello che inizialmente sembrava il loro tavolo. Però pochi passi dopo voltò a sinistra e si infilò al tavolo piu affollato della sala, ignorando completamente quelli che sarebbero dovuto essere suo fratello e i suoi amici. -Ma che gli prende? Ci molla per quelli?- Fece Gage indicando la simpatica combriccola. Mentre lo guardava girata, Hope si accorse che quel tavolo c'erano davvero tutti. Un paio di tipi della squadra di nuoto, i ragazzi che Holt le aveva presentato i primi giorni di scuola, una delle ragazze selezionate come lei per le competizioni, e ovviamente, Camel Brooks. Che non era in un punto qualunque del tavolo presa a parlare di unghie e compiti. Era esattamente, appiccicata a Holt. Hope distolse lo sguardo un po delusa dalla scena. Non aveva detto che non voleva piu nemmeno vederla? Erano tornati migliori amici? -Ma quella non è la tipa che...- Disse Kole indicando Camel e posando poi il dito su Hope. Non fini la frase perché tutti sapevano a osa si riferiva. Appena Kyle lo vide sorridere a quella tipa diventò scuro in volto e guardo Hope fuori di se. -Cos'e de farti pestare di nuovo per fargli capire che quella è un arpia?- Gage scosse la testa e si portò le mani ai capelli. -Non ci credo! Ma è stupido? Ma perché diavolo si comporta cosi?- Hope scosse la testa e poi si alzò in piedi, mentre teneva in una mano il suo termos stile Starbucks. -Ragazzi. Non mi interessa. Ho da fare adesso... scusatemi- Disse dirigendosi il piu in fretta possibile verso la porta. Si mosse velocemente fra i banchi ma quando passò davanti a quello del ragazzo una voce la fermò. -Hey bellina- Disse Camel per chiamarla. Hope si fermò pregando che non me uscisse fuori una rissa o una battaglia col cibo, poi si girò verso di lei. Era piu sexy del solito quel giorno. Indossava degli stivali dal tacco basso, sopra la divisa piu volvare mai vista. -Penso che tu abbia un po di ombretto sbavato. Proprio li, alla base del collo- Hope per istinto si portò la mano sulla pelle per accorgersi solo dopo che stava parlando del livido. Purtroppo una piccola parte non veniva coperto dal colletto della camicia ma Hope non poteva farci nulla. Non sapendo cosa dire cercò lo sguardo di Holt imbarazzata, sperando in un aiuto da parte sua. Lui però era girato dall'altra parte e non la degnava di uno sguardo. -Grazie Camel, andrò a lavarmi- Fece lei non avendo piu nulla da dire. L'altra le si avvicino un poco oer sussurrarle -Non credo andrà via sai cara- Se Hope aspettava una conferma dell'autrice di quel dolore che aveva così sofferto, l'aveva davanti. Senza sapere come rispondere continuò il suo tragitto verso la porta mentre sentiva alle sue spalle le risate sommesse della gente. Si diresse al suo armadietto come una furia e si rifugiò dietro allo sportello per permettere a quelle lacrime che aveva tanto trattenuto di bagnarle gli occhi. In quel momento l'unica cosa che voleva fare era correre a casa e buttarsi sul letto per un sonno lungo quanto l'eterno ma sapeva benissimo che non poteva. Aveva gli allenamenti. Con Holt e Camel. Guardò l'entrata per la palestra come a voler rinunciare poi un fantastico dubbio le sfiorò la mente. Prese la sacca con i vestiti e andò di corsa verso gli spogliatoi. Si poglio cosi di fretta che alcune ve chie ferita le bruciarono ma non cu fece caso e in due minuti si trovò pronta. Invece di dirigersi al campo però deviò per l'ufficio del coach Burton sicura che se non avrebbe potuto eliminare dalla faccia della terra Camel, avrebbe almeno potuto evitarla. Bussó sulla porta e la voce roca del coach rispose -Avanti-. Hope entrò nell'uffico che il prof presidiava seduto sulla poltrona con una palla fra le mani. Era una piccola stanza, tappezzata di poster di grandi atleti e con scaffali di premi che portavano il suo nome. -Salve signorina May- Disse lui sedendosi dritto. Indossava un paio i jeans e la maglietta sportiva della scuola ormai scolorita. I capelli dell'uomo erano neri e il suo viso barboso le sorrise. -Buon giorno coach Burton. Scusi il disturbo ma avrei bisogno del suo permesso- Il coach la guardò curioso. -Il mio consenso per cosa?- Hope sistemo la coda dietro le spalle. -Per potermi allenare ora, in assenza degli altri compagni- L'uomo si alzò e si sedette sulla scura scrivania di noce. -Per quale motivo? Giusto per curiosità- Disse con gli occhi vispi. Hope si arrampico sugli specchi. -Ho molti compiti per domani e ho bisogno del tempo per studiare- Il prof fece una risata -Sicura che sia questo il motivo signorina?- Hope scosse la testa ormai convinta che quell'uomo fosse un genio. -No coach. Mi sono appena scontrata con Courter e Brooks e non voglio doverli incontrare dopo- Rispose. Abbassò lo sguardo convinta che il prof avrebbe negato e si sorprese. -Ha il mio permesso- Hope lo guardò entusiasta -Davvero?- Il coach annuì. -Voglio essere sincero con te May. Ho visto i tuoi tempi, sono perfetti. E visti gli scarsi risultati della scuola non posso che mettere la mia speranza in te. Quindi andiamo. Abbiamo due lunghe ore davanti- Disse alzandosi e aprendo la porta. Hope sorrise e assieme al coach uscì nell'ampio campo fermandosi piu o meno a metà. L'uomo si schiari la voce, -Allora, per poterti allenare bene ho prima bisogno che tu ti fidi di me- Fece battendo le mani -Chiamami tranquillamente Al, è il mio nome, dammi pure del tu e sentiti libera di poterti allenare quando vuoi se non vuoi incontrare gli altri alunni- Hope sorrise. Quel professore era una manna dal cielo. -Grazie Al, allora tu chiamami pure Hope, e prima di iniziare devo confessarti che detesto Brooks, quindi per favore se puoi tienimela lontana- Al sorrise amichevolmente. -Ah finalmente qualcuno che mi capisce! Credevo sembrasse antipatica e schizzinosa solo a me- Hope scoppiò a ridere mentre lui gesticolava in cinese contro l'altra ragazza. Mai prima d'ora aveva incontrato un coach cosi. -Bene, ora che siamo in sintonia iniziamo-. L'allenamento non fu durissimo, ma mirò parecchio al perfezionamento delle tecniche di salto e corsa. Iniziarono con un percorso leggero, che Al illustro personalmente per proseguire poi con altri diversi e piu articolato. Ogni tanto facevano una pausa per bene e si sedevano a bordo campo a parlare dei trascorsi di Hope in Australia. Per Hope era facile aprirsi e dare il massimo con un tipo così allegro e stimolante come Al, così tanto che non lo collegava minimamente agli altri professori, cosi distaccati e superiori. Quando finirono anche gli ultimi trenta giri di corsa Hope si avvicinó ad Al col fiatone. -Quanto ho fatto?- Al guardò il cronometro soddisfatto. -Poco piu di sei minuti, ottimo- La ragazza fece un sorriso leggero mentre cercava di inalare abbastanza aria per reggersi ancora in piedi. -Direi che per oggi puo bastare, mi sei piaciuta- Fece lui con il pollicione alzato. -Grazie Al, quando ci rivediamo?- Al guardò il cielo come se cercasse la risposta nelle nuvole. -Beh, con gli altri giovedi, ma con te potremo tranquillamente ritrovarci domattina alla prima ora, se non hai corsi- sicuramente ne aveva uno ma Hope scosse la testa -No non ne ho- Al le sorrise e le diede una pacca sulla spalla. -Brava ragazza. Andremo ai nazionali con te. Sono sicuro- Hope salutò l'uomo con la mano mentre si avviava negli spogliatoi. In quello stesso momento il suo gruppo, quello che aveva cercato di evitare usci. Camel, in leggins e canottiera le passò vicino squadrandola come a domandarsi che faceva li, mentre Holt, ultimo del gruppo, appena la vide puntò lo sguardo altrove. Entrata negli spogliatoi Hope si infilò sotto il getto dell'acqua calda e vi rimase finche i brutti pensieri si accantonarono per un po'. Quando uscì dalla scuola erano appena le quattro così andò a casa e si chiuse nella sua camera a disegnare. Mentre la matita componeva sul foglio bianco quello che somigliava molto al profilo di una macchina fotografica si ricordò che non aveva ancora scelto un club. A dire la verità, da quando Holt le aveva mostrato la camera oscura, la sua unica propezione era stata per il club di fotografia, ma aveva paura di non riuscire a combinare il club con gli allenamenti. Si diresse al comodino accanto al letto e vi tirò fuori la sua Nikon Coolpix. Mentre la teneva fra le mani l'istinto che la dominava da anni tornò scorrerle dentro. Puntò l'obiettivo fuori dalla finestra e catturó un uccellino sul ramo verde di un pino. Avrebbe fatto parte di quel club.

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