Stand by me.

499 31 7
                                    

Il viaggio in taxi è tranquillo, Sherlock guarda fuori dal finestrino e io... Beh, io mi crogiolo nella sua presenza, nel suo respiro, nello scintillio di eccitazione presente nei suoi occhi, nel calore che il suo corpo emana. Da quanto tempo non ero così tranquillo e così vivo? Tanto, forse troppo. Adesso sentivo di essere davvero presente, non stavo più vivendo nei ricordi e nei sensi di colpa, stavo vivendo il presente con Sherlock.
Sorrido e vedo il mio amico guardarmi con curiosità e qualcosa che non so definire, qualcosa che non c'è mai stato o che forse non ho mai notato.
Il taxi si ferma e sbatto le palpebre per riprendermi dalle mie riflessioni, sulla scena del crimine bisogna essere attenti e pronti, soprattutto con un compagno come il mio. Scendo dal taxi con febbrile eccitazione, non mi ero reso conto di quanto mi fosse mancato tutto questo finché Sherlock non mi aveva proposto di accompagnarlo, quasi non fosse successo niente, quasi come nulla fosse cambiato fra di noi. Sappiamo entrambi che non è così, ma per paura o insicurezza non lo diciamo. È meglio far finta che tutto sia uguale piuttosto che riconoscere un cambiamento radicale nella nostra relazione. Molto probabilmente nessuno all'infuori di noi due se ne accorgerà, ma camminiamo più vicini, il rumore dei nostri passi è uniforme poiché Sherlock ha adeguato il suo passo al mio, occasionalmente le nostre mani si sfiorano. Solo il fatto che il mio coinquilino prepari il tè per due è una strana sensazione. Non dico mi dispiaccia, anzi, però non riesco a capire cosa siamo adesso. Naturalmente migliori amici, ma a volte mi sembra di essere di più.
"John? Gavin ci sta aspettando." Perfino il modo in cui mi parla è diverso, la sua voce è più calma e rassicurante, quasi come se si stesse sempre scusando, quasi come volesse proteggermi dal vero lui. "Greg." "Giusto. Forza andiamo." Lo seguo e sento il sangue scorrermi velocemente nelle vene, questa sensazione di essere completamente nel mio elemento mi era mancata. Prima ero semplicemente... Vuoto.
Entrammo nella stanza e tutti alzarono lo sguardo da ciò che stavano facendo e ci osservarono sconvolti, nemmeno fossimo dei fantasmi, forse lo eravamo agli occhi di tutti. La "resurrezione" di Sherlock Holmes aveva fatto scalpore e aveva occupato le prime pagine dei giornali londinesi per una settimana, ma vederlo di persona dopo anni aveva sconvolto coloro che avevano lavorato con lui. Dopotutto Sherlock doveva essere morto e io ero rimasto per due anni in stato di negazione, ridotto a poco più che la pallida ombra dell'uomo che ero.
Eppure ora eravamo qui, insieme, come sempre.
Ci avvicinammo a Greg e al nastro che delimitava la scena del crimine, Sherlock ci passò sotto e, dopo un attimo di incertezza, lo alzò come se si fosse ricordato di un'antica abitudine e mi lasciò passare.
Guardandoci per qualche secondo di troppo negli occhi sorridemmo e in quel momento capii che quel piccolo e semplice gesto era mancato tanto a me quanto a lui e che era estremamente felice di farlo nuovamente.
"Sherlock, John, è bello riavervi di nuovo con noi." Greg interruppe la nostra trance e il mio amico cominciò ad analizzare la scena del crimine mentre io gli rimanevo vicino e assorbivo quanti più particolari potevo.

***
Come aveva detto Graham al telefono il ladro non aveva rubato niente, il quadro era stato spostato di pochi millimetri dal posto originale. Insolito. Mi avvicinai e lo studiai attentamente, era ovviamente originale, quindi perché chiamarmi? Lo ammetto, un ladro che non rubava era molto peculiare, eppure sentivo che mancava qualcosa. "Il guardiano di notte non ha notato niente?" "No. E prima che tu lo chieda le telecamere non hanno ripreso nulla. Sono state spente per circa due minuti, tempo sufficiente all'intruso di far scattare l'allarme e poi scappare senza lasciare traccia e senza rubare niente. Qualche teoria?" "Probabilmente voleva solo attirare l'attenzione di Sherlock per qualche motivo sconosciuto dopo aver saputo del suo ritorno. Quasi sicuramente ha lasciato un messaggio per lui vicino al quadro. O per meglio dire dietro al quadro." Alzai di scatto lo sguardo e incontrai quello calmo e incuriosito di John. "Cosa?" chiese stupito e mi accorsi di essere rimasto a bocca aperta. "Fantastico." dissi semplicemente e gli sorrisi. "Grazie." sussurrò, in modo che solo io potessi sentirlo ed ebbi un tuffo al cuore. Non sapevo perché, trovavo solo estremamente prezioso quel grazie ricevuto dalla persona che avevo ferito più al mondo.
Mi avvicinai velocemente al quadro, lo rimossi dal muro e notai subito un piccolo foglio incollato sul retro del quadro. Lo recuperai e lessi il contenuto ad alta voce:
"Povero me, Signor Holmes, cosa ti è accaduto?
Hai abbandonato i tuoi amici e ti sei buttato.
E il povero John? Chi ci ha pensato a lui? Senza di te era vuoto, vuoi sottoporlo di nuovo alla tortura della tua morte?
Quindi pensa bene a chi sfidare perché la sua vita di nuovo potresti rovinare.
Povero me, Signor Holmes, James Moriarty è morto, ma il suo prediletto vive ancora.
Stia attento Signor Holmes, lei mi ha bruciato il cuore e io brucerò il suo.
S. M."
Lasciai cadere il pezzo di carta. Non può essere lui, no. Iniziai a tremare leggermente, tanto che nessuno, a parte John, se ne accorse. Non era mai stato ingannato dalla mia maschera, perchè avrebbe dovuto iniziare ora che la mia corazza si stava spezzando?
"Sherlock? Cosa significa tutto questo?" Lestrade mi si avvicinò incerto e il suo movimento mi riscosse dai miei pensieri "Significa che non sono riuscito a distruggere la rete di Moriarty, significa che ho sbagliato, significa che il nome di Moriarty vivrà ancora grazie al suo più fedele compagno." "Sherlock? Stai bene?" Prevedibile, il solito John che si preoccupa per gli altri ha fatto una domanda stupida. Era evidente che non stavo bene, ma le sue domande stupide mi erano mancate.
"No, non sto bene, sono preoccupato perché lui è una delle persone più pericolose del mondo in questo momento." "Ma chi è?" Bravo Lestrade, per una volta hai fatto la domanda giusta. "Sebastian Moran, cecchino, assassino e chissà cos'altro."

~note dell'autrice~
Sono tornata con un altro capitolo orrendo, come state? Tutto bene?
Io sono stata impegnata con la scuola, gli esami di recupero a settembre e lo studio estivo. Non mi sono fatta sentire per tutto questo tempo per questi motivi e anche perché ho avuto problemi tecnici e di vita in generale, ma adesso va tutto bene.
Comunque, non so quando uscirà la prossima parte , nonostante abbia ritrovato la voglia e l'ispirazione per questa storia. Ho deciso di scrivere almeno 1000 parole a capitolo, possono sembrare poche, ma ho così poco tempo che riuscire a scrivere il numero prefissato sarà già un buon traguardo.
Se trovate qualcosa che non va o avete dei consigli, lasciate pure un commento!

Be safe my friends,
~Shezza.

Can you stop being dead?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora