VENTISEIESIMO CAPITOLO:

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Teresa aveva passato venti lunghi giorni chiusa nella camera che Dimitri in persona le aveva assegnato. Mangiava a stento e le uniche persone che accettava di vedere per brevissimi lassi di tempo erano i servitori e Basil. Si era rifiutata categoricamente di sentire su di sé lo sguardo impietosito del Re del male, dal momento che le era stato rivelato che per il suo comportamento inaccettabile le anime pure si rifiutavano di averla nel loro regno lei  era costretta a rimanere imprigionata lì. Alla fine il suo scellerato e crudele sfogo con la visibile scomparsa di Rosmerie era venuto a galla. Malgrado Basil l'avesse rassicurata di come avrebbe giustificato il suo gesto al proprio popolo, Teresa non se la sentiva di rendere le cose ancora più difficili proprio al suo Re e pertanto aveva accettato di rimanere in quel regno ostile, malgrado la voglia di fuggire dal ricordo della bionda rivale che quel posto rievocava in lei.
Si sentiva responsabile della morte di ben due persone e palesemente lo era agli occhi di tutti.
Sentì la porta della sua stanza aprirsi e non si preoccupò nemmeno di alzare la testa per salutare con un gesto cortese l'ennesima cameriera che era passata a ritirare il vassoio colmo di cibo, rimasto intatto eccezione fatta per una mela.
I primi giorni avevano tutte cercato invano di farle proferire almeno parola ma Teresa ormai rifiutava ogni genere di contatto umano. Il suo unico desiderio era spegnersi il più rapidamente possibile.
Sentì alcune voci provenire aldilà della porta oltrepassata e chiusa dalla domestica. Prima basse e quasi impercettibili poi vari imprecazioni gridate a gran voce. La porta della sua stanza si aprì ancora una volta ma con più violenza di prima. Dimitri percorse a grandi falcate la stanza prima di posizionarsi davanti ai piedi del letto. Avevano un accordo e lui lo stava infrangendo, per la prima volta Teresa diede segni di vita incenerendo l'intruso impassibile con la sola forza dello sguardo.
<<Mangia, è il mio ultimo avvertimento>> le aveva ordinato lui con tono autoritario che non ammetteva repliche.
Teresa aveva semplicemente ignorato il suo inutile tentativo voltando la testa di lato. Se aspettava di vederla ancora in lacrime o spaventata sbagliava di grosso. Ormai aveva fatto la sua scelta e niente e nessuno avrebbe potuto farle cambiare idea.
Dimitri serrò la mascella visibilmente infastidito da quell'atteggiamento infantile ma non proferì altro. Era stato chiaro nel suo avviso e detestava ripetersi. Si fermò a guardare la ragazza seduta sul letto con le coperte fin sopra il grembo stringendo i pugni lungo i fianchi. Le ali nere e immense, così simili alle sue lo avevano per un attimo reso scioccamente orgoglioso, come se fossero state un dono da parte sua e non del gemello. Guardò invece le gazze che ricoprivano l'attaccatura alle spalle con una smorfia di fastidio. Era stata un'impresa fermare l'odio di Teresa verso se stessa. Durante la notte per svariati giorni aveva preso a ferirsi in quel punto ben preciso con l'inutile intento di recidersi da se le due appendici piumate. Per lei non erano nient'altro che il simbolo del mostro che credeva di essere diventata e che voleva a tutti i costi dimenticare, ma per Dimitri non era così. Quelle erano la dimostrazione concreta che Teresa seppur contro il suo volere era legata a lui in maniera indissolubile.
Uscendo rapidamente dalla porta riprese dalle mani della cameriera il vassoio e lo posò sull'unico mobile della stanza. Per proteggerla da se stessa Dimitri aveva fatto rimuovere ogni oggetto a suo avviso inutile e ingombrante lasciando che le soli quattro pareti dipinte di bordò, il letto e il minuscolo comodino fossero parte di quell'arredamento spoglio. Chiudendo la porta scura dal dolce profumo in legno lasciò che il silenzio riempisse ogni centimetro di quella prigione che da sola Teresa si era costruita intorno. Afferrando un cioccolatino dal vassoio lo scartò velocemente tenendolo ben saldo fra le dita.
Senza esitare salì sul letto matrimoniale occupato dalla Prescelta che continuava ad ignorarlo con visibile fastidio.
Afferrandole il viso con la mano libera la fece scattare in un gesto di puro odio che gli procurò due graffi sul dorso della mano.
Dimitri arretrò di poco leccandosi le ferite con fare sicuro e sensuale sorridendo poi divertito.
<<Se queste sono le regole del tuo gioco posso seguirle con piacere>> affermò poco prima di riacciuffare la ragazza per il viso.
La stretta questa volta era più intensa e malgrado le unghie di Teresa a ferirgli la mano Dimitri non recedette.
Vide gli occhi scuri della Prescelta protestare con silenziosa intensità mentre lui stesso prendeva con le labbra il pezzo di cioccolato fondente. La ragazza abbassò la guardia confusa lasciando che Dimitri potesse avere la meglio e stenderla sul letto con braccia e gambe bloccate dalle sue.
<<Non voglio!>> aveva urlato solo allora lei in uno strillo basso ma quasi simile a un lamento.
Il Re delle ombre non si era lasciato impietosire, aggiustando meglio la presa affinché potesse tenere libera una mano con cui ancora una volta bloccò il viso della Prescelta, si avvicinò pericolosamente. Teresa aveva quasi dimenticato i tratti marcati e decisi di quel volto statuario. Il naso dritto e ben proporzionato le sfiorò il suo macchiato da alcune lentiggini provocandole una fitta dolorosa nel petto. Quanto gli era costato resistere al bisogno di sfiorare ancora una volta quel corpo tentatore. Quante lacrime aveva versato per quell'unico bacio che racchiudeva in se un ingiusto dispiacere. Aprendole con delicatezza le labbra, Dimitri premette senza preavviso le proprie sulle sue costringendola ad accettare in bocca quel pezzo minuscolo di dolce. Teresa provò a muoversi e a divincolarsi in tutti i modi ma il corpo di Dimitri in quel momento era diventato come una gabbia per lei. Per quanti sforzi facesse, liberarsi era impossibile e ogni suo tentativo non faceva altro che lasciare i loro corpi liberi di sfiorarsi.
Teresa sentì ogni parte di se prendere fuoco e i muscoli tesi pian piano incominciarono ad ammorbidirsi mentre il cioccolato nella sua bocca si scioglieva lento, in un sapore intenso e piacevole reso ancora di più tale dalle carezze della lingua del suo carceriere. Era sbagliato percorrere quella via, già in passato le era costata cara ma in quel momento il corpo di Teresa sembrava non voler sentire nulla di quanto la ragione urlava. Seppur conscia dell'errore che stava vivendo non spinse via il massiccio corpo di Dimitri nonostante i polsi finalmente liberi da quella stretta dolorosa. Da sopra la testa le mani si mossero in un lento percorso fino ai capelli corvini del Re. Erano morbidi e setosi proprio come ricordava. Vi immerse le dita più e più volte avvicinando quel viso perfetto al suo. Tutto era fiamme in quel momento, liberi di sfiorarsi, di studiarsi, di reclamare ciò che il tempo e l'orgoglio gli avevano permesso di perdere. Malgrado il cioccolato ormai del tutto consumato il bacio si prolungò ancora. Le mani del Re dal viso delicato della ragazza passarono sul collo, vicino i seni,poi ancora giù a sfiorarle i fianchi per poi avvolgerla con un braccio intorno alla vita in un morboso e incontrollabile desiderio di trattenerla il più possibile stretta a se. La lingua di Dimitri continuò a danzare con quella poco esperta di Teresa. Amava i suoi tocchi dolci e delicati e non protestò affatto quando con entrambe le mani gli afferrò delicata il viso per attirarlo ancora più vicino. Si staccarono solo per riprendere brevemente fiato e nuovamente le labbra di Dimitri furono su di lei, questa volta sul collo pallido ed esposto con solo la camicia da notte a coprirla. Teresa sentì mille brividi costellarle la pelle malgrado il calore dentro di lei in continuo aumento. Il suono dei suoi battiti in sintonia con quelli di Dimitri si fusero presto ai loro sospiri affannati. Ormai al limite si separarono guardandosi negli occhi.
Sembravano sconvolti entrambi dalle loro azioni ma nessuna ombra di pentimento in quel momento turbava i loro animi.
Dimitri si sdraiò accanto a lei fra le lenzuola annusando avido il profumo di cioccolata ancora così forte nella stanza.
Si sentiva stranamente bene e rilassato. Come quando da bambino con Basil erano soliti soffermarsi a guardare le stelle in totale spensieratezza, ancora lontani dall'orrore dei loro compiti.
Teresa si voltò nella sua direzione e anche Dimitri fece lo stesso. Scoprire che il volto della ragazza era più rilassato gli fece spuntare un lieve sorriso sulle labbra.
<<Io ho scelto di restare con Basil>> aveva esclamato lei facendolo per un attimo incupire leggermente.
<<Tu non lo ami>> aveva risposto lui cercando di rimanere calmo. Quelle parole avevano risvegliato in lui l'istinto animalesco che aveva mostrato giorni prima nel bel roseto del fratello.
Teresa era rimasta a fissarlo senza provare a smentire le sue parole. Lo sapeva, ne era ben conscia tanto quanto Basil, nei giorni in cui era passato a trovarla avevano parlato molto anche del loro rapporto e il biondo seppur a malincuore aveva accettato la scelta di Teresa.
<<Tu...>> esclamò in un sospiro la ragazza guardando il soffitto.
Dimitri la fissò senza capire voltandosi su di un lato.
<<Io cosa?>> cercò di spronarla.
<<Tu saresti stato la mia scelta quella notte al parco. Malgrado tutto quello che mi hai fatto io avrei scelto te...Basil lo aveva capito e lo sapeva anche il giorno della cerimonia. Gli ho mentito giocando in maniera così meschina col suo cuore. Ha continuato a proteggermi lo stesso da tutto questo malgrado tutto, fino a quando non è stato troppo tardi. Per un po' di tempo ho sentito come se glielo dovessi. Come se ricambiare i suoi sentimenti fosse un modo giusto per ripagarlo. Ma ho sbagliato tutto>> esclamò sconfitta. Era la prima volta che si parlavano in quel modo. Confidarsi su un argomento delicato come quello un tempo avrebbe spaventato la stessa Prescelta a morte, ma Teresa ormai non riusciva più a provare paura. La sua mente e il suo cuore accettavano soltanto dolore e baciare Dimitri conscia di non essere in alcun modo ricambiata, dava manforte alla sua teoria.
Il ragazzo l'attirò a sé ispirando avido il profumo dei suoi capelli. La sentiva tremare e sapeva che dietro quella maschera di indifferenza c'era ancora la fragile ragazza che era riuscita per l'ennesima volta a far vivere in lui sentimenti contrastanti ma fin troppo chiari.
<<Non è mai troppo tardi>> le aveva confessato di getto, permettendo al suo cuore che credeva ormai incapace di battere, di parlare per lui.
Teresa lo guardò spaventata con le sue braccia ancora lì ad avvolgerla.
Abbassando la testa in un sorriso amaro si alzò allontanandosi drasticamente dal Re delle ombre.
La stava perdendo. Lo sentiva, per la seconda volta se avesse dato ascolto all'orgoglio e non al suo cuore Teresa sarebbe andata via per sempre. E lui sarebbe rimasto lì immobile, incapace di accettare per il resto della sua esistenza di aver perso la donna che sembrava volergli stare accanto per ciò che era realmente.
Lo aveva capito, nel preciso istante in cui aveva creduto di essere stato scelto al posto del fratello e in quel momento in cui tutte le fragilità di Teresa erano emerse minacciando di segnarla per sempre. Non sapeva definire ciò che provava ma si sentiva legato a quella testarda ragazzina come mai prima di allora. Aveva imparato a conoscere tutto di lei in sedici lunghi anni e più il tempo era trascorso più quel legame si era rafforzato senza che potesse controllarlo. Alzandosi anche lui di scatto si diede una veloce sistemata e senza aggiungere nient'altro uscì dalla stanza. Non avrebbe mai accettato e lasciato crescere oltre quelle emozioni estranee per un essere come lui.
Teresa sentì l'ennesimo squarcio dritto in mezzo al petto mentre la porta lentamente si chiuse davanti a lei. Poi il nulla.

PRESCELTI (Maledizioni sulla Pelle)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora