сhартэя 4

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Camminavamo in riva al mare da qualche secondo, eppure già il mio cuore stava battendo all'impazzata.

"Eri serio sul fatto di essere bisex?" le parole uscirono dalle mie labbra prima che potessi controllarle. Si voltò verso di me con un sopracciglio inarcato e un sorrisetto divertito.

"Perché dovrei mentire su quello?" ribattè, io mi diedi dell'idiota e scrollai le spalle per evitare di parlare ancora e fare altri disastri.

"Piuttosto, ho notato che ti faccio proprio schifo." ammise con un sorrisetto dolce e il tono comprensivo.

Schifo?

"In che senso?" chiesi sinceramente confuso e lui sorrise più amaramente.

"Nel senso che non vuoi baciarmi e sei terrorizzato dal pomiciare con me." spiegò, io spalancai la bocca sorpreso e scossi la testa.

Dava l'impressione che lui volesse fare le cose da lui menzionate. Ma lui non voleva, giusto? L'avevo solo offeso essendo restìo a farlo e lui voleva capire... Giusto?

"No, è come ti ho detto ieri. Stiamo diventando amici, non voglio che le cose si facciano imbarazzanti." mi affrettai a obbiettare, lui non sapeva che mi piaceva.

Non rispose, ma cinse la mia vita con un braccio. Quel contatto mi fece tremare appena, lui dovette notarlo perchè fermò la sua camminata e mi guardò intensamente.

Ricambiai lo sguardo confusamente fino a che lui non parlò.

"Hai freddo?" domandò stranito, con una nota di sorpresa nella voce, io scossi la testa e lui aggrottò le sopracciglia.

"Hai i brividi, lo sai?" continuò e io annuii, perché sapevo anche perché. Da quando mi aveva accarezzato e baciato un'oretta prima, il suo tocco aveva un effetto diverso su di me.

"Perché?" chiese ancora in un sussurro dolce e io alzai le spalle. Portò anche l'altro braccio ad avvolgermi la vita e i brividi esplosero dappertutto ancora una volta. Dovette capire, perché sorrise ampliamente e si avvicinò pericolosamente e lentamente, sempre più vicino, troppo vicino, fino a che non mi posò un umido bacio sul mento, che fece espandere di nuovo un milione di brividi per tutto il mio corpo e, soprattutto lungo la mia colonna vertebrale.

"Sei dolcissimo." mormorò contro il mio mento, io gemetti incapace di trattenere le sensazioni per altro tempo.

"Dio, Louis." sospirai.

Mi diede un altro bacio sul mento, poi si spostò e sorrise, prendendo la mia mano e incrociando le nostre dita. Quel contatto mi fece sorridere, ma perché non mi aveva baciato in modo appropriato e mi aveva torturato così?

Ha detto che sono dolcissimo, mi ripetei nella mente per tutto il tempo.

"Ti accompagno a casa, ma stavolta a piedi perché è abbastanza vicino e sarebbe inutile prendere l'auto. Dobbiamo solo portare le chiavi a mia mamma al bar qui accanto." mi disse dolcemente e io annuii sorridendogli timidamente.

Mi sta tenendo la mano, abbiamo le dita intrecciate.

Uscimmo dalla spiaggetta, immettendoci in una stradina dritta che era costruita lungo la costa e svoltammo a destra dove un bar sulla spiaggia illuminava un po' la notte. Guardai Louis e lui guardò me, poi spostò lo sguardo al bar entrando e trascinandomi dietro di lui.
Mi guardai attorno: il bar era tutto in legno e delle tavole da surf erano in fila sul muro di fronte, insieme a cime di barche e pesci imbalsamati. Era davvero una bella atmosfera, molto peschereccia, e mi chiesi perché non ci fossi mai entrato.

Louis mi guidò fino ad una bella signora di mezz'età con i capelli di una sfumatura di marrone più chiara di Louis e gli stessi penetranti occhi blu.

Bonfire  Larry Stylinson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora