CAPITOLO 31

7.2K 308 22
                                    

Mi aggiravo per i corridoi della scuola, in cerca del mio armadietto, quando la mia attenziome fu catturata da una massa di studenti accerchiati.
Cosa?! Stavano facendo una rissa e nessuno mi aveva invitato?!
Velocemente corsi tra i ragazzi e guardai una scena che avrei preferito non vedere...
Justin era a cavalcioni su Ethan e si stavano picchiando.
Ma com'era possibile che nessuno stesse cercando di separarli?!
Velocemente gli andai vicino e prendendo Justin per il colletto della giacca di pelle, lo tirai indietro. "Brutti idioti, che cazzo state facendo?!" Li divisi tenendoli a distanza.
"Ha iniziato lui!" Dissero entrambi indicandosi.
"Ma guardatevi! Sembrate due ragazzini!" Li rimproverai.
"Che sta succedendo qui?" Il preside si fece largo tra la folla.
Alla buon'ora!
"Forza, tutti in classe!" Gridò facendo liberare i corridoi.
Feci anche io per andarmene, ma mi fermò.
"No Shade. Anche tu." Disse indicando il suo ufficio.
Ma che palle! Devo per forza essere punita anche quando non faccio niente?!
Sbuffai ed entrai anche io.
"Quindi, cos'è successo?" Chiese sedendosi dietro alla cattedra.
Vedendo che i due ragazzi stavano zitti, sicuramente perché era una cosa che riguardava le gang, iniziai a parlare io.
"Stavano litigando per me." Mi presi la colpa, lasciando sia Ethan che Justin a bocca aperta.
A mali estremi, estremi rimedi.
"Per te?" Chiese inarcando un sopracciglio, rivolto verso i due ragazzi.
"Si..." Annuirono.
Scosse la testa passandosi una mano sul viso. "Andate a casa. Non vi voglio vedere oggi." Disse stremato.
Senza aggiungere altro, uscimmo dall'ufficio.
Aprii le braccia e diedi un coppino a entrambi i ragazzi. "Cretini." Sussurrai.
"Ahi!" Si lamentarono.

***

Ero tornata a casa, da sola.
Mi stavo annoiando, mia madre era a lavoro e la casa era deserta.
In cerca di qualcosa da fare, andai diretta in cucina e accesi lo stereo, facendo partire American Idiot dei Green Day.
Poi, aprii il frigo e iniziai a tirare fuori alcuni ingredienti, come il burro, delle uova, zucchero, latte, farina, e caramello. Dopodiché, mi misi hai fornelli e iniziai ad unire vari ingredienti.

Justin's Point Of View

Ero arrivato a casa, da solo.
E mi stavo annoiando.
Presi il telefono, le chiavi della moto e uscii di casa.
Circa 15 minuti dopo, arrivai dove volevo arrivare, parcheggiai la moto e scesi.
Suonai più e più volte, ma si sentiva solo una forte musica provenire dall'interno.
L'unica soluzione era entrare dalla finestra...
Non ci misi molto, mi arrampicai ed entrai, trovandomi al piano di sopra nella sua camera, a me orami molto familiare.
Ora riconoscevo la canzone. Era American Idiot dei Green Day.
Scesi le scale senza fare troppo rumore e, dopo essermi accertato che non fosse in sala, andai in cucina.
Mmh... che odorino!
Shade era li, mi dava le spalle mentre cucinava qualcosa di davvero delizioso, e allo stesso tempo muoveva i fianchi a tempo di musica.
Che culo terribilmente bello!
Tutti e 5 i miei sensi, stavano andando in tilt.
Lei, la musica, quel profumo così dolce... mmh!
Mi avvicinai a lei, e le presi i fianchi da dietro, facendo aderire la sua schiena al mio petto.
All'inizio sobbalzò, ma poi capì che ero io, e abbassò un po' il volume della musica, prima di rimettersi a cucinare.
"Non dovresti essere qui." Sussurrò.
"Lo so." Le baciai il collo. "Cosa cucini?" Chiesi cambiando discorso.
"Eclair al caramello." Rispose girandosi verso di me.
Eravamo vicini, molto vicini.
La canzone dei Green Day stava finendo, mentre una più calma, stava iniziando.
Era You Are Not Alone di Michael Jackson, una delle mie preferite.
Le presi le mani e la portai verso il centro della cucina, iniziando a muovere dei passi lenti.
Stavamo... ballando?
Stavamo ballando nella sua cucina?
Si, stavamo ballando...
E sulla mia faccia, come sulla sua, c'era dipinto un bellissimo sorriso.
La feci girare più volte su se stessa. Era bellissima, anche con una semplice maglietta larga e sbiadita addosso.
Se era bella ora, non potevo neanche immaginare come sarebbe stata al ballo...
Già, il ballo...
Mi scrollai dalla testa quel pensiero e continuai ad ammirarla.
"Justin... Si bruciano le eclair." Sorrise staccandosi per andare ad aprire il forno. "Eclair al caramello appena sfornati." Tirò fuori quei dolcetti profumati.
"Mio." Presi un eclair dal vassoio e ne morsi più della metà.
"Mmh!" Gemetti. Era la cosa più buona che io avessi mai mangiato. Era come un biglietto di sola andata per il paradiso.
"Com'è? É buono?" Chiese guardandomi aspettando una mia risposta.
"Sposiamoci ti prego!" Risposi finendo in un boccone l'eclair.
"Lo prendo come un si." Sorrise soddisfatta e inizio ad impattarli.
"Anche io lo prendo come un si." Rubai un'altra ecalir dal piatto. "Ma dove hai imparato a cucinare così?" Le chiesi estasiato.
"Un talento naturale."
Risi e le diedi una pacca sul culo. "Muoviti, mi é venuta voglia di un caffé." La presi per un braccio e la tirai fuori da casa sua.
"Aspetta! Almeno fammi chiudere la porta!" Si fermò e tornò a chiudere la porta a chiave. "Ora possiamo andare."

***

"Ma dove mi stai portando?" Mi chiese mentre camminavamo.
"Da Dunkin' Donuts." Indicai il bar alla nostra destra.
Entrammo e prendemmo un tavolo.
"Posso portarvi qualcosa?" Chiese una cameriera sui cinquant'anni.
"Un caffé e una cambella al cioccolato, per me." Disse Justin.
"Anche per me, grazie." Sorrisi.
"Okay, arrivano subito." Ricambiò il sorriso tornando in cucina.
"Quindi? Perché stavate litigando tu e Ethan?" Chiese abbassando lo sguardo.

Shade's Point Of View

"Quindi? Perché stavate litigando tu e Ethan?" Chiesi abbassando lo sguardo.
"Sei tu Shade?" Ci interruppe un ragazzino.
"Dipende da chi lo chiede." Risposi squadrandolo da capo a piedi.
Mi passò un tovagliolo. "Quel ragazzo lì." Indicò qualcuno alle sue spalle.
"Nathaniel." Sussurrai a denti stretti prima di guardare il tovagliolo.

Ciao dolcezza,
Come stai? Il giorno del ballo si avvicina... ma aspettati qualche sorpresina prima di quel giorno...
Con affetto,
Sempre tuo Nathaniel.

Lessi più volte il messaggio prima di girarlo e scrivere una risposta.

Sempre mio Nathaniel,
Come stai? Ti trovo bene... ma ancora per poco...
Tu azzardati a toccare anche solo con un dito i miei familiari e giuro che ti ammazzo prima del ballo.
Con affetto e sentimento,
meno ti vedo, meglio mi sento.
Shade.

Chiamai di nuovo il ragazzino che mi aveva portato il messaggio e dissi di riportargli il tovagliolo.
Guardai attentamente Nathaniel mentre leggeva il contenuto del messaggio.
In risposta alla mia risposta mi lanciò un'occhiata di sfida, seguita da un sorriso divertito.
"Bastardo!" Justin si alzò di scatto e gli andò vicino.
Mi affrettai a seguirlo.
Dio, ti prego, fa che quella brutta testa di cazzo di Justin, non combini guai!
"Justin. Shade." Ci salutò con un cenno del capo.
Justin si avvicinò minacciosamente a Nathaniel, che per essere al suo livello, si alzò dalla sedia su cui era seduto.
"Fai un passo falso e ti faccio esplodere la milza." Lo minacciò Nath, puntandogli la pistola addosso.
"Senti brutto stronzo... Sta' lontano da lei. Se deve succedere qualcosa, succederà al ballo." E con questo, uscì dal bar, tenendomi per mano.
"Justin!" Gridai, ma mi ignorò. "Justin!" Gridai ancora, ma continuò a filare dritto. "Cazzo Justin!" Questa voltà alzai la voce e si fermò, girandosi verso di me. "Si può sapere perché cazzo hai reagito in quel modo?! E poi non avevamo neanche preso il caffé e le ciambelle!"
"Perché ci sta manipolando psicologicamente!" Gridò per sovrastare la mia voce.
"Sei un cretino! Aveva una pistola, poteva ucciderti!" Lo spinsi mettendogli due mani sul petto e facendolo barcollare un po'.
"Non lo avrebbe fatto, c'era troppa gente!" Tolse le mie mani dal suo petto, prendendole per il polsi e tenendoli stretti.
"Lasciami!" Mi liberai della sua presa. "Sei un coglione! Devi imparare a controllarti, o ci metterai nei cazzi!" Sbottai prima di camminare velocemente in un altra direzione.
"Torna qui, Shade!" Gridò mentre io continuavo a strafottermene di lui che mi chiamava. "Torna subito qui!"
"Fanculo." Imprecai sottovoce.

My Trouble // Justin BieberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora