Safe&Sound

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La pioggia batteva forte sulla lastra di vetro della piccola finestra in cucina.
L'aria era fredda ed umida.
Nessuno in strada camminava o passeggiava allegramente come tutte le mattine.
Nessuno si vedeva per le viottole di Doncaster, forse perché pioveva dannatamente tanto e il rischio frane era altissimo, per non parlare poi dei fulmini che rischiaravano il cielo buio e tempestoso.
Louis era fermo davanti a quella finestrella da ben due ore a fissare un punto della strada in attesa che Harry e loro piccola Darcy tornassero sani e salvi.
Una strana sensazione si era insinuata in lui non appena il suo ragazzo era uscito di casa dichiarando che sarebbe andato a prendere la bambina dalla sua baby-sitter e che sarebbe ritornato prima che avesse cominciato a piovere.
Ma quelle sue parole era come se fossero state dette al vento, e quindi cancellate con un solo soffio sottile e leggero.
Il suo cuore palpitava irregolarmente da quando aveva capito che nel ritardo di Harry c'era qualcosa che non andava affatto e quando si ricordò della notizia del telegiornale di non uscire di casa per alcun motivo al
mondo, andò in panne.
Quella stessa mattina aveva pregato Harry di non mandare la piccola Darcy dalla ragazza che si era offerta di tenerla quel giorno, poiché lui ed il riccio avevano intenzione d'andare a fare un piccolo viaggio di soli due giorni soli soletti data la notizia sconvolgente del telegiornale, ma il riccio aveva insistito nel dire che il meteo sbagliava sempre le sue previsioni.
Louis, dal canto suo, non aveva avuto modo di opporsi poiché Harry si fiondò subito sulle sue labbra per zittirlo ed evitare che cominciasse a comportarsi come una mamma responsabile e vigile.
Harry gli ripeteva sempre che sembrava una femminuccia in tutto quello che faceva, e come sempre Louis si imbronciava non rivolgendogli la parole per ore. In quei casi Harry rideva di nascosto pensando a quanto fosse carino  mentre arricciava il naso e le labbra e tentava di non parlargli riuscendoci davvero male.
Il fatto era che Louis amava fin troppo Harry.
Più di quanto un'ape possa amare il suo miele, più di quanto un bradipo potesse amare dormire e aveva bisogno di lui più di quanto i girasoli potessero avere bisogno del sole, più di quanto tutti gli esseri umani potessero avere bisogno di respirare.
Era quel qualcosa che lo rendeva migliore, quel qualcosa che tirava fuori la parte migliore di lui, durante tutte le notti che passavano abbracciati nel loro grande letto mentre la loro bimba dormiva beatamente nella sua piccola culla.
Quel qualcosa che gli migliorava la giornata.
Louis aveva sempre desiderato poter mostrare al mondo il modo in cui amava Harry, ma sapeva che il suo amore per lui era qualcosa di completamente estraneo all'universo; il loro amore era qualcosa che non riguardava nulla se non loro due; il loro amore era un segreto, era qualcosa che gli altri non potevano capire, era quella cosa di cui gli altri potevano solamente essere gelosi.
Sì, perché quello che l'uno provava per l'altro era qualcosa da invidiare, qualcosa da desiderare perché solo loro potevano godere di quell'amore.

Louis si sporse un po' in più per guardare fuori dalla finestra mentre si faceva il cuore amaro pregando che Harry e la bambina tornassero a casa sani e salvi.
Aveva una fottuta paura che gli si era insinuata dentro, che non lo lasciva respirare, come se quella stessa paura lo avesse preso per la gola e gliela stesse stringendo forte, talmente tanto da smorzarlo il respiro.
Ad un tratto il suono del campanello lo fece sobbalzare e mettendosi una mano sul cuore si avviò verso l'ingresso con le gambe che gli tremavano.
Aveva il cuore in gola e maledisse se stesso per essersi perso nei suoi pensieri e per non aver badato a chi stesse camminando verso la sua porta.
Appena arrivò alla porta si avvicinò allo spioncino, sporgendosi di poco mentre tremava ancora tutto.
Non aveva il coraggio di guardare ma respirando a fondo diede un'occhiata fuori e, quando intravide con grande sollievo dei riccioli bagnati svolazzare al vento, ebbe un colpo al cuore ed aprì subito la porta.

"Lou dai fammi entrare." Borbottò Harry fradicio dalla testa ai piedi.

Ma Louis non si scostò e senza troppi preamboli si fiondò sul ragazzo baciandolo furiosamente. L'unico suo problema era l'alzarsi sulle punte però. Anche se tra i due era il maggiore era comunque più basso di Harry e quella cosa a volte lo faceva arrabbiare un po'.
Quando le sue labbra toccarono quelle del riccio si sentì esplodere il cuore nel petto dalla felicità.
La bambina nella braccia di Harry ridacchiava e accarezzava i capelli di Louis ripetendo: "Bacetto" in modo dolce.
Harry sorrise sulle labbra del castano e spingendolo dentro si chiuse la porta alle spalle.

"Che hai oggi?" Chiese sorridendo il riccio mentre Louis si era staccato e lo guardava felice e preoccupato allo stesso tempo.

"Merda Harry perché hai fatto tutto questo ritardo?" Chiese prendendo la bambina dalle braccia del riccio che intanto si toglieva gli indumenti fradici e si avviava verso il bagno.

"Oh Marienne ha insistito nel farmi rimanere per assaggiare un po' dei suoi dolcetti e adesso ti dico solamente una cosa: la prossima volta cambia baby-sitter." Ridacchió un po' mentre lasciava un dolce bacio sul naso di Louis.

Il castano sorrise e afferrò quello che intendeva dire il suo ragazzo.

"Mi hai fatto stare in ansia..." Sussurró Louis dopo un po' giocando con la bambina mentre Harry si cambiava ed indossava il pigiama.

"Sono qui adesso..." Mormorò il riccio avvicinandosi a lui.

Un brivido percorse la schiena di Louis quando Harry soffiò sul suo collo e gli solleticò il viso con i ricci bagnati.

"Oh Harry..." Sussurrò Louis con la bambina ancora fra le braccia mentre le loro labbra si univano ancora una volta come la prima volta in cui si erano conosciuti.

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•Safe&Sound• Larry Stylinson|| One ShotDove le storie prendono vita. Scoprilo ora